Ministero Esteri ucraino: contiamo molto sul sostegno italiano

di Agenzia Nova
21 Febbraio 2025 17:14 Aggiornato: 21 Febbraio 2025 17:18

L’Ucraina conta sul sostegno italiano non solo dal punto di vista militare ma anche nell’ambito del processo di adesione all’Ue, per i negoziati di pace e per la ricostruzione. Lo ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri dell’Ucraina, Heorhii Tykhyi, in un’intervista rilasciata ad Agenzia Nova. Nel corso della sua visita a Roma, Tykhyi ha discusso del coordinamento nelle comunicazioni e del contrasto alla disinformazione con l’omologa della Farnesina, Jessica Cupellini. Il funzionario ucraino ha parlato di «campagne globali che possiamo perseguire insieme» e in generale di un lavoro che può accomunare i due ministeri degli Esteri per «promuovere le narrazioni al nostro pubblico di riferimento in Europa, ma anche al di fuori, quindi ampliando il nostro raggio d’azione verso i Paesi in Africa, America Latina, Asia e Medio Oriente». La linea è stata quella di «un confronto per coordinare i nostri sforzi e raggiungere gli obiettivi condivisi». «Questa è la priorità principale», ha aggiunto Tykhyi.

La visita e gli incontri del portavoce ucraino nella capitale rientrano in un quadro di grande cooperazione tra Italia e Ucraina. «Siamo estremamente grati al governo e al popolo italiano per tutto il sostegno fornito. Penso che il presidente (Volodymyr Zelensky) e il ministro degli Esteri (Andriy) Sybiha abbiano chiarito in molte occasioni quanto siamo grati al vostro Paese», ha proseguito il portavoce.

Il sostegno italiano «ha aiutato non solo l’Ucraina a sopravvivere, ma ha effettivamente salvato migliaia e migliaia di vite, e questo dovete tenerlo a mente. I vostri sistemi di difesa aerea, le altre attrezzature, stanno salvando vite in Ucraina oggi, proprio ora mentre parliamo, dagli attacchi missilistici russi, dagli assalti russi, che si tratti di vite dei nostri militari o delle vite dei civili nelle nostre città, che vengono attaccate dalla Russia ogni giorno. Quindi siamo profondamente grati all’Italia e penso che lo ricorderemo per le generazioni a venire. Gli ucraini ricorderanno che gli italiani erano lì al nostro fianco in questo momento molto critico», ha spiegato Tykhyi.

«Facciamo affidamento su un vostro ulteriore sostegno per continuare, perché ne abbiamo bisogno a causa della portata di questa guerra e delle risorse di cui dispone la Russia», ha evidenziato il funzionario. In questa prospettiva, «stiamo parlando con i nostri partner italiani del perché questo sia importante per noi e al contempo del perché tutto ciò costituisca anche un investimento nella sicurezza dell’Italia stessa. Dal nostro punto di vista, sostenere l’Ucraina ora è il modo migliore per evitare di essere costretti a combattere la guerra da soli in seguito».

Tykhyi ha sottoscritto l’allarme lanciato dal presidente Zelensky, secondo cui «un attacco più ampio contro l’Europa da parte russa sarà possibile se li lasciamo procedere e se non li fermiamo in Ucraina». «Ci sono modi per impedirlo. Ovviamente, se l’Ucraina è abbastanza forte, se la nostra posizione è abbastanza forte, possiamo respingerli. Possiamo raggiungere una pace globale giusta e duratura in Ucraina, e poi saremo in grado di prevenire uno scenario peggiore in cui la Russia attacchi altri Paesi europei, potenzialmente membri della Nato, e trascina tutti in questa guerra», ha detto ancora il funzionario. «Questo è il nostro obiettivo. Vogliamo ovviamente difendere l’Ucraina, ma anche garantire una maggiore stabilità in Europa. Questo è l’obiettivo primario» di Kiev.

L’Italia ha dato sostegno anche al percorso di adesione europea dell’Ucraina: «il nostro obiettivo è di avanzare il più rapidamente possibile, ma senza ricevere sconti». Kiev, a detta di Tykhyi, ha superato i criteri «per poter aprire i colloqui di adesione» e «stiamo perseguendo le riforme durante la guerra, sia a livello economico che di governo».

Si tratta di riforme «molto difficili, ma dobbiamo comunque procedere nel nostro percorso per entrare nell’Unione europea», perché «dal nostro punto di vista, questo è un posto naturale per l’Ucraina, in qualità di nazione europea», ha ribadito il portavoce ministeriale. «Penso che gli ultimi tre anni lo abbiano dimostrato a tutti, che l’Ucraina è un membro dedicato della comunità europea. Ed è anche importante spiegare che portiamo un valore aggiunto al tavolo. L’Ucraina, unendosi all’Unione europea e poi potenzialmente in futuro alla Nato, può dare un grande contributo, a partire dalla sicurezza. Abbiamo probabilmente l’esercito terrestre più grande del continente in questo momento, nonché i soldati più esperti, e contribuiamo alla sicurezza dell’Europa, e siamo pronti a continuare a svolgere questo ruolo. Abbiamo un milione di persone che prestano servizio nell’esercito in questo momento. Abbiamo 110 brigate. E ovviamente, questa forza militare sarà una forza europea, che proteggerà la stabilità e la pace in Europa. Ma per questo, l’Ucraina deve essere integrata sia nell’Ue che nella Nato», ha puntualizzato Tykhyi.

Come parte di una dimensione di sicurezza collettiva, l’Ucraina «potrà dare il proprio contributo e non essere solo un destinatario di aiuti come lo siamo ora». In tale prospettiva, è importante specificare che Kiev «non ha mai avuto l’obiettivo di fare affidamento sugli aiuti esteri e certamente non ha l’obiettivo di farlo per un tempo indefinito. Stiamo lavorando per aumentare la nostra autosufficienza. Quindi, ad esempio, anche parlando di supporto militare, l’Ucraina sta già producendo circa il 40 per cento delle proprie armi, il che è un aumento drammatico rispetto all’inizio della guerra, e vogliamo espandere questa cifra».

Al contrario, come sottolineato dal funzionario ucraino, il traguardo è «di essere il meno dipendenti possibile. Non vogliamo essere un peso o fare affidamento solo sugli aiuti esteri per sempre. È solo a causa della portata della guerra e della sfida che stiamo affrontando, nonché delle dimensioni della Russia, che abbiamo bisogno di questo sostegno a breve termine in questo momento per aiutarci a stabilizzare la linea del fronte e per aiutarci a scoraggiare la Russia in futuro».

«Abbiamo davvero grandi aspettative sulle presidenze Ue di Polonia e Danimarca quest’anno per cercare di aprire quanti più cluster e procedere con i negoziati. Non vogliamo che questo processo richieda decenni, vogliamo che richieda anni. Credo che abbiamo dimostrato di poter avanzare rapidamente. Sappiamo che questo processo potrebbe non essere sempre facile, specialmente su alcuni punti che potrebbero essere delicati per altri Stati membri. Il processo di negoziazione è sempre l’arte di trovare un compromesso accettabile. Ma siamo pronti per questo e siamo pronti a lavorarci perché abbiamo il nostro obiettivo di entrare nell’Unione europea».

Consigliati