Il procuratore federale argentino Eduardo Taiano ha disposto l’avvio di un’indagine per accertare le presunte responsabilità del presidente Javier Milei e di un gruppo di cinque imprenditori nello scandalo della criptovaluta Libra, il cui valore è cresciuto in modo esponenziale dopo le dichiarazioni rilasciate sui social da Milei prima di fallire, lasciando presagire una possibile truffa. Lo riferisce il quotidiano argentino «La Nacion». Secondo il procuratore, le autorità indagheranno su possibili reati di abuso di autorità, frode, traffico di influenze e corruzione. Il tribunale ha richiesto informazioni alla Banca centrale argentina e ad aziende come Google e cercherà di stabilire l’origine della criptovaluta e il ruolo di Milei e degli altri imprenditori nella sua ascesa e nel successivo crollo.
Taiano ha ordinato in particolare alla Procura specializzata in materia di reati informatici di collaborare per la conservazione ed il recupero delle prove. L’inchiesta potrebbe addirittura prendere in esame le visite alla Casa Rosada e alla Quinta de los Olivos, rispettivamente sede dell’Esecutivo e residenza ufficiale del presidente, nel caso in cui esistano registrazioni degli indagati. Milei ha ricevuto più di cento denunce nei suoi confronti dopo aver promosso la criptovaluta presto fallita, causando enormi perdite finanziarie agli investitori. Gli attori hanno fatto riferimento alle dichiarazioni di uno dei soci di Libra, l’imprenditore Hayden Mark Davies, il quale ha riconosciuto di essere stato consulente di Milei e di aver «sostenuto e promosso» il progetto.
Il caso ha fatto scoppiare accese polemiche in Argentina. In un’intervista diffusa lunedì scorso, Milei ha assicurato di non aver mai «promosso» l’iniziativa legata alla criptovaluta, ma di averla solo «diffusa» tramite il suo profilo privato. «Non ho niente da nascondere, non ho fatto niente di male», ha detto il presidente rivendicando, nel corso della conversazione di oltre un’ora, il suo impegno nel garantire la maggiore «trasparenza» sui suoi atti.
La rapidissima ascesa e salita di Libra non ha pregiudicato le oltre 44mila persone di cui si parla sui media, ma «nel peggiore dei casi, cinquemila», ha assicurato Milei, secondo cui «le chance che ci fossero argentini è remota. Sono persone super specializzate in questo tipo di eventi». Una competenza che autorizza il presidente a dire che chi è uscito con perdite aveva modo di prevederlo. «Tutti coloro che sono entrati sapevano molto bene in cosa si stavano mettendo. Sapevano molto bene quale fosse il rischio. Non è che non sapessero di cosa si trattava», ha detto.