Marco Rubio: dall’Europa chiacchiere chi può portare la pace è solo Trump

di Emiliano Serra
2 Marzo 2025 9:30 Aggiornato: 2 Marzo 2025 16:56

Il ministro degli Esteri degli Stati Uniti Marco Rubio, in un’intervista alla Cnn chiede le scuse di Zelensky: «io penso che dovrebbe scusarsi per averci fatto perdere tempo con un incontro che [lui sapeva, ndr] sarebbe finito com’è finito», Zelensky dovrebbe scusarsi per «aver trasformato tutto questo nel fiasco di cui è responsabile lui».

L’obiettivo del fallito incontro era finalizzare un accordo che innanzitutto mettesse fine alla guerra, e che al tempo stesso permettesse agli Stati Uniti di recuperare le enormi spese di guerra sostenute per difendere l’Ucraina (che sono di gran lunga superiori a quelle di tutta l’Europa messa insieme).

Nell’intervista con la giornalista Kaitlan Collins della Cnn, il ministro degli Esteri Usa ha anche tenuto a “rimettere le cose a posto”, ricordando quanto Trump, già nel suo primo mandato, abbia fatto per aiutare l’Ucraina a difendersi dall’aggressione russa (che è iniziata diversi anni prima dell’invasione di tre anni fa): in una conversazione con Biden, avvenuta quando era il vicepresidente di Obama, Biden avrebbe detto a Rubio che andava bene mandare coperte ma non armi in Ucraina, perché gli ucraini le armi poi le «avrebbero usate» contro i russi.

E Trump stesso, nell’incontro-scontro con Zelensky, aveva detto: «Obama vi aveva mandato coperte, io vi ho dato i Javelin», facendo riferimento ai missili terra-aria di cui Trump stesso aveva abbondantemente rifornito l’Ucraina poco prima che entrasse in carica Biden, e senza i quali l’Ucraina sarebbe stata travolta in pochi giorni dalle forze russe (come d’altronde prevedevano, all’inizio della guerra, sia Putin che l’amministrazione Biden).

Rubio ha poi chiarito la sua posizione sul fallimento dei negoziati, sulle intenzioni di Trump di porre fine al conflitto con la Russia e su cosa Zelensky dovrebbe fare ora: «noi abbiamo spiegato molto chiaramente quale sia il nostro piano, ovvero portare i russi al tavolo dei negoziati» ha detto Rubio «noi vogliamo esplorare se la pace sia possibile».

Rubio ha anche espresso il proprio disappunto per le accuse sulla stampa secondo cui gli Stati Uniti non avrebbero coordinato i negoziati con gli ucraini. «È assolutamente falso» ha detto «negli ultimi dieci giorni, gli ucraini hanno incontrato il ministro del Commercio, il ministro degli Esteri, il vicepresidente degli Stati Uniti e hanno avuto una telefonata con il presidente Trump. Oggi, Zelensky era nello Studio Ovale. E io ho parlato tre volte negli ultimi dieci giorni con il ministro degli Esteri ucraino».

«Questo accordo avrebbe potuto essere firmato cinque giorni fa, ma loro hanno insistito per venire a Washington», ha poi puntualizzato Rubio, spiegando che questo genere di accordi di norma non vengono discussi “al momento” dai capi di Stato, ma vengono di fatto conclusi prima dalle diplomazie, che esistono proprio per negoziare accordi di pace.

Marco Rubio ha poi ribadito più volte che la guerra deve finire e che «il modo per porvi fine è far sedere la Russia al tavolo, per trattare». E per portare Putin al tavolo delle trattative, ha spiegato il capo della diplomazia Usa, sono ovviamente necessari dei toni concilianti e collaborativi, invece dei toni ostili e di chiusura ostentati da Zelensky nei confronti di Putin (e in una certa misura, anche di Vance e Trump). Toni che è normale usare nel dibattito politico – e che Rubio stesso ha in passato usato nei confronti di Putin, definendolo nientemeno che «un criminale di guerra» e «un macellaio» – ma che sono l’esatto contrario dei toni che si usano in diplomazia, soprattutto nell’ambito di un negoziato di pace, ha sottolineato Rubio, che nell’intervista ha spesso ripetuto che Zelensky ha invece attaccato Vladimir Putin e ha “tirato per la giacca” Trump affinché facesse lo stesso.

«E quindi si comincia a percepire che forse Zelensky non vuole un accordo di pace».

Qui Rubio, nella sua intervista alla Cnn, ha sfiorato un punto cruciale, che forse può spiegare la condotta dell’Ucraina e cosa stia accadendo “dietro le quinte”: il Segretario di Stato ha riportato una conversazione di alcuni giorni prima con un suo omologo europeo: «Posso dirvi cosa mi ha detto un certo ministro degli Esteri europeo. Non vi dico chi è, ma mi ha detto che l’obiettivo è che la guerra vada avanti per un altro anno e, a quel punto, la Russia sarà così indebolita da implorare la pace». Rubio e l’amministrazione Trump considerano questa strategia del tutto irrealistica, oltre che disumana.

«Se c’è una possibilità di pace, anche solo dell’1%, bisogna esplorarla. Ed è quello che il presidente Trump sta cercando di fare». Rubio ha poi osservato che, con Biden, gli Stati Uniti hanno finanziato una situazione stallo: «Un tritacarne. E, purtroppo per gli ucraini, i russi hanno più carne da macinare, e non si curano minimamente della vita umana». E poi: «stanotte, moriranno delle persone in Ucraina. Stanotte moriranno delle persone in questo conflitto. E noi stiamo cercando di porre fine a questo conflitto, che è insostenibile».

Infine, Rubio ha mandato anche un messaggio «all’Europa», che si è schierata in blocco con Zelensky e che ha detto che «l’Occidente ora ha bisogno di un nuovo leader»: in tre anni di guerra, al di là delle bordate politiche e dei facili proclami dati in pasto alla stampa, nessun leader europeo è stato capace di concludere niente. «Se esiste una sola possibilità» al mondo di arrivare a una pace in Ucraina, l’unico a poterla concretizzare in questo momento è Donald Trump.

 

 

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