Il presidente francese Emmanuel Macron ha convocato lunedì un vertice d’emergenza all’Eliseo con i leader delle nazioni dell’Unione Europea e del Regno Unito per discutere delle richieste della nuova amministrazione statunitense, della guerra tra Russia e Ucraina e della sicurezza del continente.
L’incontro di Parigi segue una spinta diplomatica dell’amministrazione Trump che ha bypassato gli europei, trattando direttamente con il Cremlino per avviare colloqui finalizzati a porre fine alla guerra in Ucraina.
Durante la campagna elettorale, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva dichiarato che avrebbe lavorato per concludere rapidamente il conflitto tra i due ex stati sovietici, ma la sua telefonata con il presidente russo Vladimir Putin ha colto di sorpresa il resto della Nato e gli stessi ucraini.
I discorsi del vicepresidente JD Vance e del ministro della Difesa Usa Pete Hegseth, durante le loro visite in Europa la scorsa settimana, hanno messo in discussione l’impegno del continente per la propria sicurezza, la democrazia e la libertà di espressione.
La scorsa settimana, Macron ha definito le loro dichiarazioni e critiche un «elettroshock» per il sistema europeo. I leader di Francia, Germania, Regno Unito, Italia, Polonia, Spagna, Paesi Bassi, Danimarca e Unione Europea si riuniranno per discutere di come affrontare il futuro della sicurezza in Europa. Parteciperà anche il segretario generale della Nato Mark Rutte.
Funzionari francesi e tedeschi hanno già dichiarato che non ci si aspettano decisioni concrete, se non una dimostrazione di unità da parte dei leader: «C’è un vento di unità che soffia sull’Europa, come forse non si avvertiva dal periodo della pandemia di Covid», ha dichiarato il ministro degli Esteri di Macron, Jean-Noël Barrot. I Paesi dell’Unione Europea e il Regno Unito hanno ribadito il loro pieno sostegno al governo guidato da Volodymyr Zelensky a Kiev.
Il primo ministro britannico Keir Starmer, che la prossima settimana dovrebbe incontrare Trump negli Stati Uniti, ha affermato domenica che il continente sta affrontando un «momento unico nella generazione» per la sua sicurezza collettiva e che è essenziale collaborare strettamente con Washington per raggiungere questo obiettivo. Ha inoltre dichiarato che il Regno Unito è pronto a svolgere un ruolo guida nel garantire la sicurezza dell’Ucraina, inclusa la disponibilità a schierare «truppe sul terreno, se necessario».
«La fine di questa guerra, quando arriverà, non potrà essere solo una pausa temporanea prima che Putin attacchi di nuovo», ha scritto in un editoriale pubblicato dal quotidiano Daily Telegraph di Londra.
Alcuni paesi dell’Ue, tra cui la Francia, stanno spingendo per un accordo sul finanziamento comune di progetti di difesa su larga scala, mentre altri insistono sul fatto che prima di ogni iniziativa congiunta siano i paesi meno virtuosi ad aumentare il proprio bilancio per la difesa fino alla soglia minima del 2% del Pil. Anche questa questione sarà discussa a Parigi.
A dimostrazione della volontà dell’Ue di aumentare le spese per la difesa, il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha proposto di escludere le spese militari dai limiti di spesa imposti dall’Unione ai bilanci pubblici. La Von der Leyen ha spiegato che l’allentamento delle restrizioni sulla spesa per la difesa avverrebbe con lo stesso meccanismo con cui i vincoli di bilancio furono sospesi durante la pandemia di Covid-19: «Ritengo che ci troviamo in un altro periodo di crisi che giustifica un approccio simile. Per questo posso annunciare che proporrò l’attivazione della clausola di deroga per gli investimenti nella difesa», ha dichiarato durante la Conferenza sulla sicurezza di Monaco di venerdì. La Von der Leyen ha inoltre sottolineato che i paesi dell’UE stanno spendendo in media circa il 2% del Pil per la difesa, ma che dovrebbero aumentare questa quota oltre il 3%. Tale livello di spesa rimarrebbe comunque ben al di sotto della soglia del 5% richiesta da Trump per i Paesi della Nato.
All’interno dell’Unione vi sono però grandi disparità nella spesa per la difesa: la Polonia, ad esempio, investe il 4,12% del Pil, mentre lo scorso anno la Spagna ha destinato solo l’1,28%.
Domenica, nel tentativo di rassicurare gli alleati europei, il ministro degli Esteri degli Stati Uniti Marco Rubio ha dichiarato che il processo negoziale per la fine della guerra in Ucraina non è ancora iniziato concretamente e che, se i colloqui avanzeranno, Kiev e gli altri Paesi europei verranno coinvolti. In un’intervista alla Cbs, Rubio ha poi affermato che l’Ucraina e l’Europa saranno parte di qualsiasi «negoziato reale» per porre fine alla guerra iniziata da Putin.
Il Cremlino ha dichiarato domenica che l’importanza della telefonata tra Putin e Trump risiede nel fatto che, d’ora in avanti, Russia e Stati Uniti parleranno di pace anziché di guerra. I colloqui tra funzionari di Washington e rappresentanti del Cremlino dovrebbero iniziare questa settimana in Arabia Saudita.