L’Ue pronta a reagire ai dazi in arrivo

di Redazione ETI/Guy Birchall
10 Aprile 2025 9:37 Aggiornato: 10 Aprile 2025 9:37

La Commissione europea, responsabile della politica commerciale dell’Unione, presenterà all’inizio della prossima settimana un piano d’azione per rispondere all’inasprimento dei dazi doganali deciso dagli Stati Uniti. I 27 Paesi dell’Ue si trovano ad affrontare dazi del 25% su acciaio, alluminio e automobili, oltre a nuovi dazi reciproci del 20% su quasi tutte le altre categorie di beni. Le misure sono parte della strategia del presidente Donald Trump, che punta a colpire le economie che ostacolano l’accesso delle merci statunitensi.

«All’inizio della prossima settimana illustreremo il nostro piano. Spiegheremo la nostra tabella di marcia, poi ci confronteremo con gli Stati membri e con le industrie interessate, prima di definire le misure definitive da sottoporre al voto dei governi», ha dichiarato Olof Gill, portavoce della Commissione per la sicurezza economica, il commercio e i servizi finanziari, durante una conferenza stampa a Bruxelles.

«La situazione è complessa e continua a peggiorare. Da parte nostra c’è la volontà di avviare un dialogo serio con gli Stati Uniti per trovare una soluzione. Non siamo stati noi a innescare questa crisi e stiamo cercando di rimediare. Ora attendiamo un segnale di apertura anche da Washington», ha aggiunto.

Intanto, il 7 aprile, la Commissione ha proposto nuovi dazi, in gran parte del 25%, su un ampio ventaglio di beni americani, in risposta ai dazi statunitensi sui metalli. La proposta sarà sottoposta al voto di un comitato tecnico composto da esperti commerciali dei 27 Stati membri. Sarà respinta solo se una maggioranza qualificata — almeno 15 Paesi che rappresentino il 65% della popolazione dell’Ue — voterà contro.

Tra i prodotti che potrebbero essere colpiti figurano motociclette, pollame, frutta, legname, abbigliamento e persino il filo interdentale. Anche le bevande alcoliche erano state inserite nella lista, ma la proposta ha incontrato l’opposizione di Francia e Italia, tra i principali esportatori di vino, soprattutto dopo che Trump ha minacciato di introdurre dazi del 200% su vini e liquori europei se Bruxelles porterà avanti la sua idea di un dazio del 50% sul whiskey americano.

La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha aperto nei giorni scorsi a un possibile accordo con Washington: «Siamo pronti a negoziare con gli Stati Uniti. Abbiamo già proposto l’azzeramento dei dazi su determinati beni industriali, come abbiamo fatto con successo con altri partner commerciali», ha dichiarato il 7 aprile.

Ma Trump ha bocciato l’offerta lo stesso giorno, definendola «insufficiente». Durante un incontro alla Casa Bianca con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, il presidente ha rilanciato, esortando i Paesi europei ad aumentare le importazioni di energia dagli Stati Uniti.

D’altro canto, l’effetto dei dazi si è già fatto sentire: il 9 aprile le Borse europee hanno aperto in netto calo. Lo Stoxx 600, l’indice di riferimento paneuropeo, ha perso il 2,5%, cancellando i guadagni della seduta precedente. Francoforte ha segnato un ribasso del 2,1% in apertura.

Il ministro delle Finanze tedesco, Jorg Kukies, ha avvertito che l’escalation potrebbe far scivolare la Germania in una nuova recessione: «Un conflitto commerciale accresce il rischio di una recessione. Non ci sono dubbi», ha dichiarato all’emittente Deutschlandfunk.

La Banca centrale europea, nel frattempo, si dice pronta a intervenire per garantire la stabilità finanziaria e sostenere l’economia dell’eurozona. Secondo François Villeroy de Galhau, governatore della Banca di Francia e membro del consiglio direttivo della Bce, particolare attenzione va rivolta ai fondi speculativi altamente indebitati, esposti a possibili crisi di liquidità.

«In questo contesto, la Banca di Francia e la Banca centrale europea sono pienamente mobilitate per assicurare un regolare finanziamento dell’economia e tutelare la stabilità finanziaria», ha scritto Villeroy nella sua lettera annuale al presidente Emmanuel Macron. «Monitoriamo attentamente il sistema per garantire che la liquidità resti sufficiente, anche in condizioni di tensione sui mercati».

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