Lollobrigida: sui dazi noi dobbiamo difendere l’interesse nazionale

di Agenzia Nova
18 Marzo 2025 12:08 Aggiornato: 18 Marzo 2025 12:08

Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, in una intervista al Foglio ammette che «i numeri dei dazi annunciati da Trump, semplicemente, per l’Italia non sono sostenibili». Dice che «la guerra commerciale latente è un danno per un paese come il nostro».

Si augura naturalmente che le schermaglie restino tali, e che «l’Europa sappia trovare un modo per reagire non facendo salire la tensione, ovvero portando avanti la politica dei dazi contro dazi» ma difendendo l’interesse nazionale in modo compatto. «I paesi che esportano valori democratici devono fare squadra, devono restare uniti, non devono disunirsi, devono rispondere con intelligenza, non con maggiore protezionismo», osserva il ministro.

Per paradosso, aggiunge, finora l’effetto annuncio ha prodotto risultati. Per esempio, le esportazioni di vino italiano negli Stati Uniti, vista la paura dei dazi, «hanno registrato un incremento significativo nell’ultimo trimestre del 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023 e il volume complessivo esportato ha superato i 992 mila ettolitri, con una crescita del 12,8 per cento, mentre il valore ha raggiunto i 529,5 milioni di euro, segnando un aumento del 15,3 per cento». I vini spumanti, trainati dal Prosecco, «hanno mostrato una crescita rispettivamente del 18,8 per cento e 16,3 per cento in valore, con il Prosecco in particolare che ha registrato un aumento del 19,3 per cento nei volumi e del 15,8 nei ricavi».

Lollobrigida sa di giocare sul filo del paradosso, sa che quel che l’Italia ha guadagnato in questi mesi rischia di essere perduto nei prossimi mesi, e per questo spiega in che modo l’Italia dovrà difendersi da quella che non fa fatica a definire «una minaccia». Punto numero uno: seguire il modello Draghi sulla competitività «e fare in Europa i passi necessari per rendere la nostra Unione più concorrenziale rispetto a come è oggi». Secondo punto: non cedere alla tentazione trumpiana, di dividere l’Europa, «e ricordarsi che sulle tariffe, e sui dazi, occorre rispondere in modo unitario, senza accordi bilaterali, mai».

Punto numero tre: quando si dice, e quando diciamo, che non occorre rispondere a brigante con brigante e mezzo, per così dire, vuol dire anche scommettere, «come vuole fare d’altronde il presidente Meloni» su un’Europa che punta non su maggiori dazi ma su maggiori accordi commerciali, «per promuovere un mercato più aperto non più chiuso». E in questi accordi commerciali il ministro ammette che potrebbe entrarci anche un accordo importante, forse il più importante tra quelli di cui sta discutendo l’Europa: il Mercosur, il famoso trattato di libero scambio tra Unione europea e Mercosur. In questo accordo, come è noto, l’Italia è l’ago della bilancia per una questione matematica: «Nulla è da escludere – conclude Lollobrigida – Si può trovare una soluzione».

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