L’Occidente a Kiev per l’inizio del terzo anno di guerra

di Redazione ETI/Adam Morrow
25 Febbraio 2025 9:10 Aggiornato: 25 Febbraio 2025 12:49

Diversi capi di Stato e di governo occidentali sono stati in visita ufficiale a Kiev il 24 febbraio per i tre anni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina orientale, in rappresentanza di Canada, Danimarca, Finlandia, Norvegia e Svezia, insieme alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e al presidente del Consiglio europeo Antonio Costa. Sono stati accolti alla stazione ferroviaria di Kiev dal ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiha e dal capo di gabinetto presidenziale Andrii Yermak.

«L’UCRAINA È EUROPA»

Poco prima del suo arrivo, la von der Leyen ha scritto sulla piattaforma X che l’Europa era a Kiev «perché l’Ucraina è in Europa» e che «in questa lotta per la sopravvivenza, non è solo il destino dell’Ucraina a essere in gioco […] è il destino dell’Europa». I leader occidentali hanno partecipato a diversi eventi per commemorare i tre anni dall’invio delle truppe russe in Ucraina orientale, quattro regioni della quale Mosca ha successivamente annesso. Hanno poi incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky per ribadire il sostegno dei loro Paesi agli sforzi bellici di Kiev.

AVANZATE RUSSE E NUOVA STRATEGIA USA

Nelle ultime settimane, le forze russe hanno continuato a guadagnare terreno nella regione del Donbass (che comprende Lugansk e Donetsk), conquistando diverse posizioni strategiche. I progressi russi sul campo di battaglia coincidono con un cambiamento di politica degli Stati Uniti sotto la presidenza di Donald Trump, appera tornato alla Casa Bianca.

La scorsa settimana, alti funzionari diplomatici statunitensi e russi hanno tenuto colloqui storici in Arabia Saudita. Rappresentanti europei e ucraini non sono stati invitati. Entrambe le parti hanno definito i colloqui costruttivi, con i funzionari statunitensi che hanno segnalato l’intenzione di ristabilire legami diplomatici con Mosca e riprendere la cooperazione bilaterale.

Il 22 febbraio, il ministero degli Esteri russo ha annunciato che sono in corso preparativi per un incontro faccia a faccia tra Trump e il presidente russo Vladimir Putin. Il giorno successivo, il viceministro degli Esteri russo Sergei Riabkov ha confermato: «la comunicazione viene mantenuta in vari ambiti», ha dichiarato Riabkov all’agenzia di stampa russa Tass il 23 febbraio, «e spesso non ci vuole molto per trovare un accordo.»

Diverse capitali europee hanno chiesto di essere coinvolte in eventuali negoziati sul futuro dell’Ucraina. Mentre i leader occidentali arrivavano a Kiev, la responsabile della politica estera dell’Ue, Kaja Kallas, ha infatti affermato che qualsiasi negoziato volto a porre fine al conflitto deve includere l’Ucraina e i suoi principali sostenitori europei.

LE CRITICHE UE A TRUMP

Parlando con i giornalisti a Bruxelles, la Kallas ha evidenziato quelle che ha definito posizioni filo-russe adottate dall’amministrazione Trump: «Se si osservano i messaggi provenienti dagli Stati Uniti, è chiaro come il punto di russa sia molto ben rappresentato». La scorsa settimana, d’altra parte, Trump aveva definito Zelensky, il cui mandato presidenziale è scaduto l’anno scorso, un impopolare «dittatore» e aveva esortato Kiev a indire nuove elezioni il prima possibile.

La Kallas, che questa settimana si recherà a Washington per colloqui con il ministro degli Esteri Usa Marco Rubio, ha affermato che Trump è libero di discutere di qualsiasi argomento con Putin, ma che «se si tratta dell’Europa o dell’Ucraina, allora anche l’Ucraina e l’Europa devono essere d’accordo su questo accordo».

 

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