
Vi è mai capitato di sentire la rabbia salire dalla bocca dello stomaco? Forse qualcuno ha fatto o detto qualcosa che vi ha fatto davvero arrabbiare e vi siete sentiti sul punto di fare qualcosa di cui un giorno avreste potuto pentirvi. Ma vi siete fermati.
Il dipinto L’ira di Achille del pittore francese Louis Edouard Fournier (1857-1917) può indicarci che c’è saggezza nel tipo di moderazione appena descritto.
ACHILLE E AGAMENNONE
Secondo la leggenda, Achille era un guerriero apparentemente invincibile che combatteva per la Grecia e per il suo re Agamennone nella guerra di Troia. Nel corso dei primi nove anni di guerra, grazie alla sua abilità nel combattimento, saccheggiò dodici città intorno a Troia. Tuttavia, Achille e Agamennone non sempre andavano d’accordo e in un particolare momento della mitologia greca, i due entrarono in conflitto.
Nel decimo anno di guerra, Agamennone prese come premio di guerra la figlia di un sacerdote apollineo, e quando il sacerdote chiese la restituzione della figlia Agamennone respinse la richiesta. In seguito al rifiuto, il sacerdote pregò Apollo di maledire i Greci con una pestilenza, ed effettivamente il popolo greco venne colpito dalla peste.
I Greci credevano che le calamità fossero di origine divina e che con la peste gli dei li stessero punendo. Achille, ispirato dalla dea Era, volendo conoscere che cosa avesse dato origine alla calamità, si rivolse a un veggente il quale gli disse che Apollo l’aveva scatenata perché Agamennone teneva prigioniera la figlia del sacerdote apollineo. Per fermare la peste, Agamennone avrebbe dovuto restituire la ragazza e compiere alcuni riti.
A questa rivelazione, Agamennone si arrabbiò e insultò il veggente. I greci però, sentendosi minacciati dalla malattia, chiesero ad Agamennone di restituire la ragazza al padre e il re accettò, ma solo se gli fosse stata concessa un’altra ragazza in sostituzione.
L’avidità di Agamennone fece arrabbiare Achille, che lo accusò e insultò pubblicamente e il re, in risposta, pretese in cambio proprio una delle schiave di Achille, il quale infuriato estrasse la spada per ucciderlo.
La dea Era, tuttavia, amando sia Achille che Agamennone, inviò la dea Atena da Achille per esortarlo a controllarsi: la dea gli promise che, se si fosse fermato, in futuro avrebbe ricevuto una grande ricompensa. Il guerriero accettò e abbassò la spada.
L’anziano saggio Nestore intervenne cercando di convincere i contendenti ad arrivare a un compromesso per il bene di tutta la Grecia, ma i due uomini erano troppo arrabbiati: Achille se ne andò e Agamennone in seguito gli inviò degli uomini perché gli fosse consegnata la nuova schiava, che gli fu effettivamente data ma, per un certo tempo, Achille non volle più combattere.
L’IRA DI ACHILLE
Nel dipinto L’ira di Achille, Fournier immagina il momento in cui Atena interviene tra il re e il guerriero.
Atena e Achille occupano il lato sinistro della composizione. Achille è piegato all’indietro coi muscoli tesi nell’atto di sguainare la spada, il nero del suo mantello contrasta con il bianco alabastro della pelle della dea. L’energia ansiosa e rabbiosa di Achille crea contrasto anche con il contegno calmo di Atena che appoggia delicatamente una mano sulla sua spalla e con l’altra gli tiene una ciocca di capelli, mentre lo incoraggia a contenersi.
Seduto sul lato destro, vestito di rosso e di bianco, c’è Agamennone. Il re – che non può vedere la dea – tiene in mano uno scettro come segno del suo status e si china verso Achille con sguardo attento.
Probabilmente, la figura al fianco di Agamennone è il saggio Nestore che con espressione preoccupata si accosta a lui come se lo stesse supplicando di scendere a compromessi. Alle spalle di Nestore c’è il veggente, in abiti sacerdotali, che osserva con calma Achille.

IL POTERE DELLA MODERAZIONE
C’è saggezza nella moderazione e credo che la rappresentazione di Fournier ci dia un esempio visivo di questa saggezza.
Fournier ha evidenziato ogni muscolo del corpo di Achille come in contrazione: possiamo percepire la tensione che lo attraversa, e sorprende che uno dei guerrieri più potenti della mitologia greca perda quasi il controllo di se stesso lasciando che la rabbia prenda il sopravvento su di lui.
Achille, tuttavia, non è l’unico ad essere sotto tensione. Sia Agamennone che Nestore appaiono quasi nello stesso stato: il re, stringe con forza lo scettro aggrappandosi alla sedia, e sembra incerto sulle intenzioni di Achille, mentre Nestore appare preoccupato per il violento conflitto esploso tra i due uomini.
Le due figure importanti della scena, Atena e il veggente, appaiono invece calme. Grazie alla capacità di comunicare con gli dei, il veggente sembra capire che qualunque cosa accada è volontà degli dei, quindi non mostra alcuna emozione o preoccupazione, ma si limita a osservare lo svolgersi della scena.
Atena sembra ottenere molto con poco sforzo: Fournier mostra sapientemente la sua presenza attraverso un sobrio contrasto con Achille. È difficile dire se Achille si stia piegando all’indietro per sguainare la spada di sua volontà o se il tocco della dea pieghi il suo corpo contro la sua volontà. Io propendo per la seconda ipotesi.
Con una mano delicatamente posata sulla spalla e con una ciocca di capelli tenuta tra l’indice e il pollice, Atena trattiene uno dei guerrieri più abili della mitologia greca. Sta dicendo ad Achille che la ricompensa per la moderazione sarà maggiore di quella per l’ira.

La presenza di Atena suggerisce che con la calma e la moderazione si ottiene molto di più che con la violenza dell’ira, che ci sarà un vantaggio futuro nel mantenere il controllo di sé, piuttosto che assecondare la rabbia e abbandonarsi a essa.