Libyan Express: Abdul Ghani al Kikli alleato strategico dell’Italia

di Agenzia Nova
24 Marzo 2025 11:35 Aggiornato: 24 Marzo 2025 13:36

L’Italia e gli altri paesi europei del Mediterraneo dovrebbero incrementare la cooperazione e il sostegno tecnico-operativo all’Autorità di supporto alla stabilità (Ssa) libica, guidata da Abdul Ghani al Kikli.

Lo afferma un articolo pubblicato dal quotidiano Libyan Express, che cita il giornalista indipendente Sami Redwan, secondo cui l’apparato libico rappresenta oggi un alleato strategico nel contrastare l’immigrazione irregolare e il crimine organizzato. Nell’articolo, Redwan sottolinea che la Ssa è un organo legittimamente istituito con decreto presidenziale del 17 gennaio 2021, firmato dall’allora presidente del Consiglio presidenziale Fayez al Sarraj, e che sotto la direzione di Al Kikli si è distinta per l’efficacia nella lotta ai narcotrafficanti e nella repressione delle reti di immigrazione clandestina attraverso la Libia. Le operazioni condotte, secondo quanto riportato dal Libyan Express, sarebbero documentate attraverso video e foto diffuse dal suo ufficio stampa.

Alla luce di queste attività, Redwan invita le autorità italiane ed europee a fornire alla Ssa tecnologie avanzate e risorse adeguate per rafforzare la sua capacità di agire sul terreno. Secondo il giornalista, questo tipo di supporto contribuirebbe a contenere i flussi migratori direttamente nei Paesi di transito, a vantaggio della sicurezza comune. L’articolo fa riferimento anche alla recente visita a Roma di Al Kikli, descritto come alto funzionario governativo, per visitare il ministro di Stato Adel Jumaa, ricoverato presso l’Ospedale europeo in seguito a un attentato subito a Tripoli. Secondo il Libyan Express, Al Kikli è entrato in Italia con passaporto diplomatico e visto Schengen regolarmente rilasciato da Malta, che – si precisa – implica l’approvazione da parte di tutti i Paesi dello spazio Schengen e, secondo fonti qualificate di Nova, è stato autorizzato anche tramite un coordinamento con Bruxelles.

La visita, non ufficialmente annunciata, è avvenuta in un momento di particolare sensibilità mediatica, dopo le recenti polemiche legate al caso Osama al Najem, noto anche come Al Masri, arrestato e poi rilasciato in Italia nonostante un mandato di cattura emesso dalla Corte penale internazionale. Per quanto riguarda Al Kikli, al momento non risultano provvedimenti simili a suo carico. Noto come Gheniwa, il leader dell’Autorità di supporto alla stabilità è menzionato 21 volte nel rapporto del Panel di esperti delle Nazioni Unite sulla Libia (documento S/2024/914), che lo collega a una rete di presunte condotte illecite che vanno dall’abuso d’influenza istituzionale alla corruzione sistemica, fino all’intimidazione armata ai danni di enti pubblici. Il rapporto, trasmesso al Consiglio di sicurezza nel novembre 2024, non formula accuse esplicite di crimini contro l’umanità a carico di Al Kikli, ma evidenzia un quadro di potere informale esercitato con modalità considerate incompatibili con i principi di governance democratica e con il diritto internazionale. Gheniwa, da parte sua, ha negato ogni addebito, sostenendo tramite un portavoce che le affermazioni sono prive di fondamento.

Al Kikli è uno dei miliziani più potenti e noti in Libia. In passato ha guidato la Forza di sicurezza centrale di Abu Salim, una milizia formata dopo il 2011 in uno dei quartieri più popolosi di Tripoli. Nel corso degli anni, Al Kikli è stato oggetto di numerose accuse da parte di organizzazioni internazionali per gravi violazioni dei diritti umani. Amnesty International, in particolare, ha denunciato nel 2022 casi di omicidi, detenzioni arbitrarie, torture e altre gravi violazioni attribuite alle forze sotto il suo comando. Al Kikli era già venuto a Roma nel luglio scorso per assistere alle finali del campionato di calcio del suo Paese nell’ambito di un accordo con il governo italiano e il ministero dello Sport.

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