L’Europa approva il riarmo

di Redazione ETI
7 Marzo 2025 7:27 Aggiornato: 7 Marzo 2025 10:27

I capi di Stato e di governo dell’Unione Europea si sono riuniti il 6 marzo in un Consiglio straordinario a Bruxelles. Sul tavolo, due priorità: il sostegno all’Ucraina, alle prese con la guerra e i negoziati tra Donald Trump e Vladimir Putin, e un piano per rafforzare la difesa comune europea. Ospite speciale il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Il vertice ha prodotto conclusioni nette sul conflitto ucraino, approvate da 26 dei 27 leader. Solo l’Ungheria di Viktor Orbán, sempre più vicina alla linea di Trump, si è astenuta.

L’Ue ha ribadito il suo impegno per una «pace giusta e duratura», fondata sul diritto internazionale e sulla Carta dell’Onu, e ha chiarito che non accetterà negoziati sulla sicurezza europea senza un suo ruolo centrale. Zelensky, accolto dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen e dal presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa, ha annunciato due incontri cruciali per la prossima settimana: uno con gli Stati Uniti in Arabia Saudita e un summit con Francia e altri Paesi per una coalizione di sicurezza a favore di Kiev. «Sentiamo di non essere soli», ha detto Zelensky lasciando intravedere un cauto ottimismo.

Il dibattito si è acceso sulle garanzie di sicurezza da offrire all’Ucraina in vista di un possibile accordo di pace. Con Trump che preme per una soluzione rapida, l’Europa cerca di posizionarsi come attore indispensabile, evitando di essere scavalcata.

IL RIARMO

Il secondo pilastro del vertice è stato il piano “ReArm Europe”, presentato dalla von der Leyen: «Viviamo in tempi pericolosi, la sicurezza dell’Europa è minacciata in modo serio». I 27 leader hanno trovato un’unanimità rara sul tema della difesa, approvando un aumento della spesa militare nazionale e l’uso di strumenti finanziari congiunti. La Banca Europea per gli Investimenti sarà coinvolta come garante, mentre si valuta uno «discostamento» dal Patto di Stabilità per favorire investimenti nel settore. Tra le proposte più audaci, quella di Emmanuel Macron sulla deterrenza nucleare europea ha guadagnato consensi, con il premier polacco Donald Tusk tra i sostenitori.

L’Italia, pur favorevole a un riarmo, ha detto no all’uso dei fondi di coesione e all’invio di truppe. La Von der Leyen ha ribadito: «La questione è se sapremo reagire con la rapidità necessaria».

LA SITUAZIONE EUROPEA

L’Ungheria si è isolata sul dossier ucraino, mentre Francia e Germania, alle prese con crisi politiche interne, faticano a guidare il processo. La bozza delle conclusioni, circolata prima del summit, riflette la volontà di “rispondere” al presidente amerircano Trump, ma i dettagli operativi restano vaghi. Il riarmo europeo è una necessità condivisa, ma il «come» arrivarci divide ancora le nazioni europee.

L’Ue mostra la volontà di ricoprire un ruolo di primo piano in un mondo sempre più instabile. La von der Leyen ha chiuso il summit con un monito: «Non possiamo permetterci di aspettare».

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