La costruzione di centrali a carbone in Cina ha raggiunto il livello più alto degli ultimi dieci anni, secondo un nuovo rapporto. Spinta dagli interessi dell’industria, la Cina ha avviato la costruzione di 94,5 gigawatt di centrali a carbone nel 2024, il volume più alto di nuove costruzioni dal 2015, secondo un rapporto pubblicato il 13 febbraio dal Center for Research on Energy and Clean Air (CREA), con sede in Finlandia. «Se il carbone mantiene una quota elevata nel sistema energetico cinese per troppo tempo, sarà molto più difficile ottenere una rapida riduzione delle emissioni» ha dichiarato il ricercatore di CREA, Qi Qin. «L’attuale spinta della Cina verso nuove centrali a carbone è principalmente guidata dagli interessi industriali che promuovono l’espansione del carbone sotto la bandiera della sicurezza energetica».
Nel 2024, oltre il 75% della nuova capacità energetica a carbone approvata è stata sostenuta da compagnie minerarie del carbone o da gruppi energetici con operazioni minerarie di carbone. Il rapporto evidenzia inoltre che i nuovi investimenti nel carbone stanno limitando lo spazio per le energie rinnovabili nella rete elettrica.
Xi Jinping, in passato ha promesso che la Cina inizierà a ridurre gradualmente l’uso del carbone nel 2026 per tagliare le emissioni di gas serra. Durante il vertice sul clima guidato dagli Stati Uniti nel 2021, aveva dichiarato che il regime avrebbe «limitato rigorosamente l’aumento del consumo di carbone» nel periodo 2021-2025 e lo avrebbe «ridotto gradualmente» tra il 2026 e il 2030. In quell’occasione, Xi aveva affermato che il consumo di carbone della Cina, il più alto al mondo, avrebbe raggiunto il picco nel 2025 per poi iniziare a diminuire.
ESPANSIONE RAPIDA
La Cina è il paese più inquinante al mondo ed è il maggiore produttore di gas serra dal 2006. Le emissioni totali della Cina sono il doppio di quelle degli Stati Uniti e quasi un terzo delle emissioni globali. Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, la stragrande maggioranza delle emissioni di anidride carbonica nel settore energetico, pari al 79%, proviene dal carbone.
Un rapporto del governo Usa del 2020 sulle violazioni ambientali della Cina ha evidenziato che Pechino è il più grande emettitore mondiale di gas serra, la principale fonte di rifiuti marini, il maggiore responsabile della pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata e il più grande consumatore mondiale di fauna selvatica e legname di contrabbando. L’ex ministro degli Esteri Usa, Mike Pompeo, è citato nel rapporto con queste parole: «Troppa parte dell’economia del Partito Comunista Cinese si basa su una deliberata negligenza nei confronti della qualità dell’aria, della terra e dell’acqua. Il popolo cinese, e il mondo intero, meritano di meglio».
L’esperto di energia David Turver ha dichiarato a The Epoch Times che la crescente dipendenza della Cina dal carbone sorprende: «Basta guardare l’andamento del mix energetico cinese per vedere che stanno ancora espandendo rapidamente il loro uso del carbone», e la Cina non è l’unico Paese a muoversi in questa direzione, sottolineando che nel 2023 il consumo globale di carbone, petrolio e gas ha raggiunto livelli record, «questi dati sulla Cina dimostrano che l’uso del carbone continuerà a crescere». L’esperto ha inoltre affermato la Cina con le sue emissioni azzera gli sforzi di una nazione come, ad esempio, il Regno Unito.
OBIETTIVO ZERO EMISSIONI
Kathryn Porter, consulente energetica di Watt-Logic, sostiene che se la Cina ha bisogno di capacità energetica, costruirà e utilizzerà tutto quello che può, incluse le centrali a carbone: «Ironia della sorte, le politiche net zero in Europa stanno spingendo le industrie a trasferirsi in Cina». E questo aumento della produzione in Cina peggiora le emissioni globali in due modi: primo perché la Cina utilizza fonti energetiche più inquinanti e secondo i prodotti devono essere spediti in Europa.
Redazione Eti/Owen Evans