Di solito, una candela profumata non viene associata all’inquinamento, né tantomeno considerata dannosa come lo smog delle strade. Eppure, le wax melts – pezzi di cera profumata che si sciolgono in appositi bruciatori, senza stoppino né fiamma diretta – possono esporre a livelli di inquinamento simili a quelli del traffico e delle emissioni industriali.
Uno studio recente, pubblicato su Environmental Science & Technology Letters, mostra che questi prodotti generano concentrazioni di particelle paragonabili a quelle di candele tradizionali, fornelli a gas e motori diesel o a gas naturale. Se inalate, tali particelle sono legate a problemi di salute come asma e aterosclerosi.
Le wax melts, note anche come candele senza stoppino, sono piccoli pezzi di cera profumata che rilasciano fragranza quando riscaldati. A renderle pericolose sono i terpeni, composti volatili che producono nanoparticelle nocive nell’aria a un ritmo tre volte superiore rispetto alle fonti esterne.
Le wax melts profumate non sono candele comuni. Le candele tradizionali bruciano con una fiamma, mentre i wax melts emanano profumo sciogliendosi in un riscaldatore. Secondo i ricercatori, durante il loro uso attivo, possono depositarsi nei polmoni profondi circa 280 milioni di particelle al minuto: un tasso 14 volte più alto dell’esposizione tipica all’aria interna. I wax melts non profumati, invece, non rilasciano terpeni rilevanti né favoriscono la formazione di particelle.
NIENTE FUMO MA TANTE EMISSIONI
L’analisi sugli effetti delle wax melts profumate dimostra che, in sole due ore di uso interno, l’inquinamento supera quello di un’intera giornata di esposizione esterna alle nanoparticelle. All’esterno, infatti, l’inquinamento si disperde, mentre dentro, le particelle si accumulano, soprattutto in spazi poco ventilati.
Promossi come alternativa più pulita e sicura alle candele tradizionali, grazie all’assenza di fiamma, fumo o fuliggine visibile, le wax melts rilasciano comunque particelle pericolose più velocemente, costituendo un rischio per chi le respira. Il tipo di profumo influisce sul pericolo. Fragranze agli agrumi, floreali o alla lavanda producono particelle più abbondanti e persistenti, mentre aromi alla menta, come menta piperita o eucalipto, ne generano meno, reagendo debolmente con l’ozono.
I dati smentiscono l’idea che la cera profumata fusa sia innocua rispetto alle candele tradizionali, che emettono sostanze nocive bruciando. E quelle profumate risultano persino peggiori.
NANOPARTICELLE CHE ARRIVANO FINO AL CERVELLO
La formazione di particelle inizia pochi minuti dopo l’accensione del riscaldatore, con livelli che restano alti durante e dopo l’uso. Secondo lo studio, molte si fermano nel tratto respiratorio superiore, ma alcune penetrano nel sangue, raggiungendo organi come fegato e cervello.
Ricerche precedenti dello stesso team hanno rilevato nanoparticelle simili da prodotti profumati come diffusori di oli essenziali, deodoranti agli agrumi, detergenti, spray personali e persino dalla sbucciatura di agrumi. Un altro studio ha calcolato che 20 minuti di esposizione interna a questi prodotti eguagliano o superano i livelli di motori diesel e fornelli a propano.
«Queste particelle minuscole aggirano le difese naturali, entrando nel sangue dai polmoni e arrivando ovunque, cervello incluso. In forma di nanoparticelle, penetrano più facilmente», spiega Laura Markwardt, consulente ambientale di biologia edilizia presso Home Biome. Una volta nel corpo, possono infiammare, aumentando il rischio di aterosclerosi, peggiorando l’asma e modificando le reazioni agli allergeni.
Anche i terpeni naturali, reagendo con l’ozono, producono inquinanti secondari come la formaldeide, irritante per occhi e vie respiratorie. Anche i prodotti profumati per l’igiene personale possono essere rischiosi: uno studio sul d-limonene, un terpene agrumato presente in diversi deodoranti, conferma che genera particelle reagendo con l’ozono interno.
EVITARE LE FRAGRANZE
Limitare i prodotti profumati riduce l’esposizione ai terpeni e i relativi pericoli. «Mal di testa, crisi d’asma, vertigini, problemi di memoria, irritabilità e reazioni cutanee sono sintomi comuni dopo l’uso di questi prodotti», spiega la consulente ambientale Markwardt. C’è chi reagisce sia agli oli naturali sia ai sintetici. Per chi mostra sensibilità solo verso fragranze sintetiche, i terpeni naturali sono un’opzione. «Sbucciare un’arancia rilascia terpeni insieme a composti equilibranti. Le fragranze sintetiche, invece, usano terpeni concentrati o varianti artificiali, con ingredienti non dichiarati, creando esposizioni più rischiose».
Sia le fragranze sintetiche sia quelle naturali emettono composti volatili. Si consiglia di ridurre i prodotti profumati, soprattutto sintetici e controllare le etichette: evitare ftalati o acetato di benzile, cercare diciture come “senza ftalati”, “fragranza 100% naturale” o “con oli essenziali”. Alcuni metodi tradizionali hanno un impatto decisamente minore sull’aria interna. Far sobbollire rosmarino o cannella, o usare bucce di agrumi essiccate ed erbe in ciotole, generano un aroma leggero senza rischi chimici. Per le candele, invece, quelle in cera d’api non profumate rappresentano un’alternativa sicura.
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