L’aspartame è meno sicuro di come si crede

di Gabriele Terenzani
28 Febbraio 2025 14:57 Aggiornato: 28 Febbraio 2025 14:57

L’etichetta “light” o “senza zucchero” è spesso associata a scelte alimentari più salutari, ma alcuni prodotti potrebbero nascondere insidie inaspettate. Tra questi, l’aspartame, un dolcificante artificiale progettato per imitare la dolcezza dello zucchero ma senza calorie. È incredibilmente potente: basta una piccolissima quantità per dolcificare i prodotti. Lo si trova ovunque, dalle bibite dietetiche ai dolcificanti da tavola, passando per gomme da masticare e yogurt a basso contenuto calorico. Recenti studi scientifici stanno sollevando preoccupanti interrogativi in relazione al suo impatto sulla salute cardiovascolare.

Un recente studio, pubblicato pochi gironi fa su Cell Metabolism, ha acceso un campanello d’allarme. I ricercatori hanno esaminato gli effetti dell’aspartame su modelli animali, nello specifico topi e scimmie, per superare i limiti degli studi epidemiologici umani che faticano a stabilire un rapporto causa-effetto definitivo.

Esperimenti sui topi: I topi alimentati con aspartame hanno mostrato un’accelerazione nello sviluppo di placche arteriosclerotiche, ovvero l’arteriosclerosi, una condizione in cui le arterie si induriscono e si restringono. Questo è avvenuto senza un aumento del colesterolo totale o LDL (il colesterolo “cattivo”). Le placche presentavano anche un numero maggiore di cellule infiammatorie. La dose di aspartame utilizzata era dello 0,15%, che l’autore dello studio equipara a circa 3 Diet Coke al giorno per un umano.

Il ruolo del nervo vago: I ricercatori hanno scoperto che l’aspartame innesca il rilascio di insulina stimolando il nervo vago, un nervo che contiene recettori per il sapore dolce. Bloccando il nervo vago, i topi sono stati protetti dallo sviluppo di placche indotto dall’aspartame.

ASPARTAME E METABOLISMO

Un altro aspetto emerso dallo studio riguarda l’impatto dell’aspartame sulla regolazione dell’insulina e sull’infiammazione. L’aspartame ha infatti causato un aumento dei livelli di insulina nei topi, portando a resistenza all’insulina, un fattore di rischio per il diabete. Sorprendentemente, l’effetto di insulino-resistenza è risultato persino superiore a quello del saccarosio, cioè il comune zucchero da tavola. Risultati simili sono stati osservati anche nelle scimmie. L’aumento dell’insulina causato dall’aspartame porta a un incremento dei livelli di una particolare molecola chiamata CX3CL1, una molecola di adesione che facilita l’ingresso di cellule immunitarie nelle pareti arteriose, accelerando la formazione di placche.

Ma cosa significa tutto questo per noi esseri umani? Qui le cose si fanno più complesse. I dati sull’effetto acuto dell’aspartame sull’insulina negli esseri umani negli esseri umani sono discordanti. Tuttavia, studi sull’uso cronico di dolcificanti artificiali suggeriscono un possibile aumento della resistenza all’insulina in alcuni individui. Quindi, un approccio prudente potrebbe essere quello di limitare il più possibile il consumo di aspartame, preferendo alternative naturali come sciroppo d’acero, miele o frutta che, oltre a dolcificare, apportano anche numerosi nutrienti benefici.

 

Le informazioni e le opinioni contenute in questo articolo non costituiscono parere medico. Si consiglia di confrontarsi sul tema col proprio medico curante e/o con specialisti qualificati.

Consigliati