La von der Leyen lancia il piano di difesa ReArm Europe

di Redazione ETI/Chris Summers
4 Marzo 2025 15:38 Aggiornato: 4 Marzo 2025 15:39

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha delineato un piano in cinque punti denominato ReArm Europe, che dovrebbe incrementare la spesa per la difesa dell’Unione europea di 800 miliardi di euro. Intervenendo martedì, von der Leyen ha dichiarato che l’Europa deve «fare un passo avanti» e affrontare la sfida che ha di fronte. Il suo annuncio, che sarà discusso dai leader dell’Ue in un vertice straordinario giovedì, è arrivato solo poche ore dopo che il governo degli Stati Uniti ha sospeso tutti gli aiuti militari all’Ucraina.

A partire dall’inizio del conflitto tra Russia e Ucraina nel 2022, gli Stati Uniti hanno inviato almeno 175 miliardi di dollari in aiuti, comprendenti fondi e attrezzature militari, per sostenere gli sforzi difensivi ucraini. Dopo il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca nel gennaio 2025, il presidente Usa ha sottolineato la necessità che l’Europa aumenti la propria spesa per la difesa e si assuma una quota maggiore della responsabilità della sicurezza del continente, dopo decenni di dipendenza dalla protezione di Washington. Protezione a volte considerata emblematica di un invadente “imperialismo americano”.

«La vera domanda che abbiamo di fronte è se l’Europa sia pronta ad agire con la determinazione che la situazione impone e se sia capace di operare con la rapidità e l’ambizione necessarie» dice la Von der Leyen, «nei vari incontri delle ultime settimane, più recentemente due giorni fa a Londra, la risposta delle capitali europee è stata tanto chiara quanto inequivocabile».

«Siamo nell’era del riarmo, e l’Europa è pronta ad aumentare massicciamente la sua spesa, sia per rispondere all’urgenza immediata di agire e sostenere l’Ucraina, sia per investire nel lungo termine e assumersi maggiore responsabilità per la nostra sicurezza europea» ha poi aggiunto.

ERA DEL RIARMO

L’Unione europea è composta da 27 Stati membri e non include Regno Unito, Norvegia, Turchia o Islanda, che però fanno parte della Nato. Il 25 febbraio, il primo ministro britannico Keir Starmer ha annunciato che il Regno Unito si impegnerà a destinare il 2,5% del proprio prodotto interno lordo  alla spesa per la difesa entro il 2027, con l’obiettivo di raggiungere il 3% del Pil entro il decennio.

Il piano ReArm Europe, dice la von der Leyen, prevede l’attivazione della clausola di salvaguardia nazionale del Patto di stabilità e crescita dell’Ue  permettendo a ogni membro dell’Ue di aumentare la propria spesa per la difesa dell’1,5% del Pil per 650 miliardi di euro nei prossimi quattro anni. Il piano includerebbe anche la creazione di un nuovo strumento finanziario che consentirebbe agli Stati  dell’Ue di prendere in prestito 150 miliardi di euro per investimenti nella difesa.

La von der Leyen ha inoltre dichiarato che gli ultimi due aspetti del piano quinquennale mirano a mobilitare capitali privati accelerando il risparmio e gli investimenti: «L’Europa è pronta ad accettare le proprie responsabilità. Mobiliteremo 800 miliardi di euro di spesa per la difesa per garantire un’Europa sicura e resiliente. Continueremo naturalmente a lavorare a stretto contatto con i nostri partner nella Nato». Il 15 febbraio, la von der Leyen aveva dichiarato che, in media, le nazioni dell’Unione europea stanno spendendo circa il 2% del loro Pil, ma ha sottolineato la necessità di aumentare questa percentuale al di sopra del 3%.

GLI OBIETTIVI DELLA NATO

Tutto questo è comunque ben al di sotto del 5% che Trump ha chiesto ai Paesi della Nato di destinare alla difesa, ma il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz ha dichiarato lunedì: «Accogliamo con favore l’impegno degli europei».

Domenica, anche il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato a Le Figaro che la Francia e altre nazioni europee devono aumentare la spesa per la difesa, ventilando un incremento compreso tra il 3% e il 3,5% del Pil. Macron ha inoltre sottolineato che la Commissione europea deve essere più innovativa nella gestione della spesa per la difesa: «Probabilmente abbiamo bisogno inizialmente di 200 miliardi di euro di investimenti».

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