Dragon Springs è una località tra le colline a nord di New York, sede di Shen Yun Performing Arts. Fondata nel 2006 da un piccolo gruppo di artisti, Shen Yun ora è una compagnia di altissimo livello, prima al mondo nel proporre la millenaria danza classica cinese, che si esibisce davanti a milioni di spettatori in tutto il mondo. La forza che anima questi artisti è la fede nel Falun Gong.
Il Falun Gong è una pratica spirituale diffusa in Cina dal Maestro Li Hongzhi a partire dal 1992, ma la popolarità raggiunta in poco tempo ha spinto il regime comunista a lanciare nel 1999 una cruenta persecuzione per annientarlo. Nel corso degli anni, i praticanti del Falun Gong hanno continuato senza sosta a sensibilizzare, in Cina e all’estero, l’opinione pubblica sulla persecuzione, anche attraverso organizzazioni culturali e spirituali come Shen Yun.
Li Hongzhi è il direttore artistico di Shen Yun, disegna i costumi, scrive i testi, compone le musiche per far rivivere i 5 mila anni di cultura tradizionale cinese, ormai quasi perduta in Cina. Ma Shen Yun porta in scena anche la brutalità del regime comunista di oggi.

Dal 1999 Li Hongzhi è stato oggetto di numerose campagne diffamatorie ad opera del regime comunista, mirate a screditarlo presso l’opinione pubblica, attività che ultimamente il regime ha esteso anche negli Stati Uniti – dove lui e molti praticanti del Falun Gong hanno trovato rifugio.
Negli ultimi mesi il New York Times ha attaccato il Falun Gong e Shen Yun, insinuando, senza alcuna prova, che Li Hongzhi tragga profitti dalla liquidità della cassa di Shen Yun, che ammonta a circa 266 milioni di dollari. In una rara intervista rilasciata a Sound of Hope Radio – un’emittente radiofonica no profit in lingua cinese – Li Hongzhi ha dichiarato: «Nessuno mi dà un centesimo, non sono pagato».
Ha spiegato che il suo lavoro si concentra sull’elevazione spirituale di tutti i praticanti del Falun Gong, compresi quelli che negli Stati Uniti hanno creato imprese per denunciare e fermare la persecuzione: la testata giornalistica The Epoch Times, l’emittente televisiva NTD News, la rete radiofonica Sound of Hope, siti web, strumenti per aggirare la censura cinese su internet e scuole. I fondatori di queste realtà sono praticanti del Falun Gong, ma Li Hongzhi afferma di non intervenire nella loro gestione, se non per incoraggiarli a migliorare il proprio carattere attraverso la pratica spirituale: «Le questioni finanziarie, il personale e le attività relative non sono ambiti di cui mi occupo, quindi non so davvero come siano gestite». E ha aggiunto: «Devo permettere loro di percorrere la propria strada, fa parte del loro cammino spirituale. Se continuassi a intervenire, sarebbe come distruggere i ponti e le strade lungo il loro percorso. Quindi non mi occupo di queste cose, mi concentro esclusivamente sull’aspetto spirituale dei praticanti».

Il Maestro Li Hongzhi ha sottolineato l’importanza della frugalità, una virtù che ha permesso a Shen Yun di crescere negli anni più difficili fino a raggiungere una rilevanza di livello mondiale. Meno visibile è l’onere finanziario della compagnia: la formazione dei talenti, l’acquisto di costose attrezzature sceniche, la realizzazione di nuovi costumi ogni anno e il pagamento degli stipendi. Questi costi elevati sono uno dei motivi per cui Shen Yun mantiene delle riserve di liquidità, ha spiegato Zhou Yu, presidente della compagnia.
La pandemia di Covid-19 ha insegnato loro l’importanza di essere finanziariamente preparati per le emergenze: sono riusciti ad andare avanti e a mantenere tutto il personale nonostante l’interruzione delle esibizioni durata un anno e mezzo. E dichiarano di avere «tutta l’intenzione» di fare lo stesso anche in futuro. Ma queste “riserve” sono destinate a qualcosa di fondamentale: «Prepararsi al momento in cui Shen Yun potrà andare in Cina, quando nel Paese avverrà un cambiamento» ha detto Zhou, «ci stiamo preparando per quelle esibizioni coltivando talenti e accumulando risorse finanziarie».
Nonostante la Cina comunista sia ostile a Shen Yun, il sogno della compagnia è riportare i 5.000 anni di cultura tradizionale cinese nella terra d’origine.

GLI INIZI
Quando nel 1992 il Maestro Li Hongzhi rese pubblico il Falun Gong, la Cina attraversava una fase di grandi cambiamenti. L’ideologia atea comunista e una serie di campagne politiche sanguinarie – dalla decennale Rivoluzione culturale al massacro di piazza Tiananmen – avevano scosso profondamente il popolo cinese, creando un vuoto spirituale. Iniziò quindi a diffondersi il qigong – serie di pratiche che integrano attività fisiche e mentali – in una popolazione che per migliaia di anni aveva fondato le proprie credenze sul buddismo, il taoismo e il confucianesimo.
Nel maggio del 1992, nella città di Changchun, il quarantenne Li Hongzhi impressionò il pubblico, spiegando in modo semplice concetti spirituali che a lungo avevano confuso anche i più esperti di qigong. I partecipanti stessi iniziarono ad affittare le sale, desiderosi di ascoltarlo in modo più approfondito e ufficiale.
Nei due anni successivi, il Maestro tenne in tutto il Paese 54 seminari di nove giorni ciascuno, si stima che vi abbiano partecipato 60.000 persone. La pratica veniva poi trasmessa verbalmente ad amici e familiari, che a loro volta la diffondevano, arrivando ben presto alla notorietà in tutta la Cina.

Verità, Compassione e Tolleranza sono i principi guida del Falun Gong, che comprende anche una serie di esercizi meditativi: i praticanti vengono incoraggiati ad applicarli in ogni aspetto della loro vita come miglioramento personale. Questo processo è definito coltivazione.
Il praticante Jin Chengquan ha raccontato a The Epoch Times, che nel 1994, ancora ventenne, partecipò a un ciclo di conferenze a Jilin, e ha ricordato di essere rimasto colpito dalle parole del Maestro Li Hongzhi: «Materia e mente sono una cosa sola». Ebbe subito coscienza che migliorare il proprio io interiore portava a un beneficio fisico: «È stato come aprire una porta su un mondo nuovo».
«LA TUA INFLUENZA IN CINA È TROPPO GRANDE»
Discreto, puntuale, paziente: con queste parole diversi partecipanti ai primi seminari hanno descritto Li Hongzhi a The Epoch Times. Viaggiare in tutta la Cina per tenere conferenze non era di certo una vita lussuosa. Mi Ruijing, assistente volontario da lungo tempo del Maestro, ricorda che i suoi vestiti e le scarpe erano segnati dall’usura. Ye Hao, ex alto funzionario della polizia cinese che viaggiava con lui, racconta che lavava i suoi vestiti a mano ogni sera e li appendeva ad asciugare, e che spesso i pasti consistevano in ramen con salsicce economiche.
Le conferenze registravano rapidamente il tutto esaurito e, in alcuni casi, gli stadi dovevano aprire altri spazi per accogliere più persone. Nonostante il grande successo, i biglietti costavano poche decine di yuan, (meno di 10 dollari per i nuovi studenti, la metà per chi aveva già frequentato), appena sufficienti a coprire le spese. Infatti, lo scopo non era il profitto, ma insegnare come migliorare il proprio carattere. I partecipanti lo compresero subito e l’ambiente cambiò: dopo il primo giorno, molti smettevano di contendersi i posti in prima fila, alcuni cedevano i loro biglietti o i posti migliori ai nuovi arrivati, restituivano gli oggetti smarriti, anche di valore, agli organizzatori che rintracciavano i proprietari.

In seguito, le conferenze sono state raccolte in un libro, Zhuan Falun – Girare la Ruota della Legge, che è il testo principale della pratica ed è entrato più volte nelle classifiche dei bestseller cinesi.
Nel 1995, il Maestro Li Hongzhi fu invitato dall’ambasciata cinese in Francia e tenne a Parigi la sua prima conferenza all’estero, e i media statali cinesi pubblicizzarono nuovamente gli effetti benefici del Falun Gong sulla salute e l’impatto positivo sulla società.
Alla fine degli anni ’90, secondo le stime ufficiali, il numero di praticanti del Falun Gong in Cina era tra i 70 e i 100 milioni, ma i vertici del regime osservavano con inquietudine la sua crescente popolarità.

Nel 1996, una dirigente di dipartimento del Consiglio di Stato invitò a cena Li Hongzhi, che ricorda: «In quel tempo, venivo spesso invitato a mangiare da persone che speravano di essere guarite. Dopo esserci seduti, la dirigente fu molto diretta, dicendomi “Maestro Li, la tua influenza in Cina è diventata troppo grande. Devi lasciare il Paese”».
Conoscendo bene la storia del Pcc, Hongzhi capì la minaccia implicita, e che non aveva altra scelta se voleva proteggere i praticanti da un regime ateo e spietato. Richiesto un visto prioritario per “abilità straordinarie” nel 1998 è emigrato negli Stati Uniti.

L’anno successivo Jiang Zemin, allora capo del Partito comunista cinese, lanciò in tutto il Paese una feroce campagna di eliminazione del Falun Gong, rinchiudendo i praticanti nei campi di lavoro forzato, nelle strutture psichiatriche e nelle prigioni, per costringerli a rinunciare alla loro fede. Inoltre, inviò negli Stati Uniti delle spie per dare la caccia a Li Hongzhi, che per circa un anno visse spostandosi continuamente.
Infine, alcuni praticanti hanno acquistato una porzione di terreno nei pressi di New York, sul quale con grandi sforzi hanno costruito Dragon Springs, un complesso ispirato allo stile della dinastia Tang e sede di Shen Yun. Gradualmente, la comunità è cresciuta, diventando un rifugio per chi fuggiva dalla brutalità del regime comunista. Bambini che avevano perso i genitori, uccisi nella persecuzione, sono diventati alcuni tra i migliori artisti di Shen Yun.
Zhou spiega: «Noi praticanti del Falun Gong siamo in sostanza rifugiati negli Stati Uniti», mentre altri artisti possono contare su donazioni private o finanziamenti governativi, Shen Yun ha fatto affidamento solo sulle proprie risorse. E aggiunge: «Le grandi aziende americane temono Pechino, e non ci hanno mai sponsorizzato. Superiamo le difficoltà con le nostre sole forze».

Il regime cinese cerca ostinatamente di mettere a tacere il Falun Gong e di impedire a Shen Yun di esibirsi in tutto il mondo, minacciando e intimidendo teatri, sponsor, rappresentanti governativi e chiunque collabori con la compagnia. Gli autobus della compagnia sono stati manomessi, i teatri che la ospitano ricevono regolarmente minacce di morte, di bombe e avvertimenti di sparatorie di massa, che le autorità statunitensi hanno ricondotto alla Cina. La compagnia documenta questi episodi sul suo sito.
Nel 2022, il capo del regime cinese Xi Jinping ha elevato il livello di questa persecuzione con una massiccia propaganda di disinformazione sui media e sui social occidentali e tentando di manipolare il sistema giudiziario statunitense contro il Falun Gong. Yuan Hongbing, un giurista cinese esiliato in Australia in contatto coi vertici del regime cinese, ha rivelato particolari della riunione segreta del 2022, pubblicati da The Epoch Times a dicembre.
Nonostante gli attacchi e la repressione, Shen Yun resta fedele alla sua missione: «Mostrare la bellezza, la maestosità e la spiritualità della civiltà cinese antica di 5 mila anni». Shen Yun è impegnata nel «dare voce alle storie delle vittime» e a salvare le vite «amiamo l’America e siamo grati per la libertà che ci garantisce».