Tregua molto parziale e purtroppo altrettanto traballante, quella tra Ucraina e Russia, con i rispettivi presidenti che iniziano ad accusarsi a vicenda di non rispettarla fin dal primo giorno.
Donald Trump e Volodymyr Zelensky hanno parlato al telefono questa mattina, mercoledì 19, nell’ambito della mediazione statunitense per porre fine alla guerra Ucraina e Russia. La chiamata è arrivata un giorno dopo la conversazione telefonica fra Trump e Putin, in cui si era discussa una sorta di “tregua” di 30 giorni in cui Russia e Ucraina dovrebbero evitare di attaccare perlomeno i rispettivi impianti di produzione energetica.
Dopo il colloquio di martedì 18, il Cremlino aveva annunciato che Putin ha ordinato immediatamente di evitare ogni nuovo attacco russo alle centrali ucraine. Poche ore prima della chiamata di oggi con Trump, però, Zelensky ha accusato le forze armate russe di aver già violato l’accordo.
ACCUSE E CONTRACCUSE
Parlando a una conferenza stampa in Finlandia, il presidente ucraino Zelensky ha infatti accusato le forze russe di aver lanciato un attacco di circa 150 droni verso l’Ucraina, proprio nelle ore successive alla fine della chiamata tra Trump e Putin. Zelensky ha inoltre precisato che quei droni russi hanno preso di mira proprio siti energetici, sistemi di trasporto e ospedali ucraini.
Di rimando, i funzionari russi hanno ribattuto che l’esercito ucraino ha colpito oggi, mercoledì 19 marzo, un sito petrolifero nella regione russa di Krasnodar, facendo esplodere una cisterna di petrolio.
TRUMP INSISTE A LAVORARE PER LA PACE
La settimana scorsa Zelensky aveva approvato la proposta dell’amministrazione Trump di una vera tregua totale della durata di 30 giorni. Putin aveva poi mostrato disponibilità, ma sollevando dubbi sulle modalità di monitoraggio e di rispetto della tregua.
Dopo la chiamata di martedì tra Trump e Putin, la Casa Bianca ha dichiarato che il prossimo giro di negoziati riguarderà una tregua in mare e poi una tregua più completa, fino a una pace permanente. «Questi negoziati inizieranno subito in Medio Oriente» ha dichiarato la Casa Bianca martedì.