La spesa militare internazionale ha raggiunto i 2 mila miliardi e 690 milioni di euro nel 2024, in aumento per il decimo anno consecutivo. Gli Stati Uniti hanno speso quasi mille miliardi, secondo uno studio dell’Istituto Internazionale di Ricerca sulla Pace di Stoccolma.
Secondo lo studio, la spesa mondiale è cresciuta del 9,4% rispetto al 2023, registrando l’incremento annuale più marcato dalla fine della Guerra Fredda. «I 15 maggiori investitori mondiali hanno tutti aumentato la spesa militare. Il Pil versato alla difesa, è salito al 2,5% nel 2024».
Gli Stati Uniti hanno incrementato la spesa militare del 5,7% rispetto al 2023, raggiungendo i 997 miliardi di dollari. «Una parte significativa del budget statunitense per il 2024 è stata destinata alla modernizzazione delle capacità militari e dell’arsenale nucleare, al fine di mantenere un vantaggio su Russia e Cina», ha spiegato il l’Istituto di Ricerca.
La spesa militare americana ha rappresentato il 66% del totale della quota Nato nel 2024. I membri europei della Nato hanno speso, invece, 454 miliardi di dollari, pari al 30% del bilancio dell’alleanza. Solo 18 dei 32 Paesi Nato hanno raggiunto l’obiettivo fissato al 2% del Pil per la difesa, stabilito nel 2014.
Trump sta spingendo la Nato a superare questa soglia. Il 23 gennaio il Presidente ha chiesto a tutti i membri Nato di portare la spesa per la difesa al 5% del Pil. «In realtà, questo sarebbe dovuto essere lo standard già anni fa. L’obiettivo era solo il 2%, e molti Paesi non lo hanno nemmeno raggiunto finché non sono arrivato io. Ho insistito e, alla fine, hanno pagato», ha dichiarato. Il segretario generale della Nato Mark Rutte ha sostenuto che Trump ha ragione a chiedere un aumento della spesa al 5%.
In Europa, la spesa militare è schizzata al 17% nel 2024, raggiungendo i 693 miliardi di dollari. L’Istituto di Ricerca ha indicato inoltre l’Europa come il «principale contribuente» all’aumento della spesa militare a livello internazionale.
Lorenzo Scarazzato, ricercatore del programma Spesa Militare e Produzione di Armamenti dell’Istituto di Ricerca, ha osservato che «per la prima volta dalla sua riunificazione, la Germania è diventata il maggiore investitore militare dell’Europa occidentale, grazie al fondo speciale per la difesa da 100 miliardi di euro, annunciato nel 2022».
«Le ultime politiche adottate in Germania e in molti altri Paesi europei suggeriscono che l’Europa è entrata in una fase di spesa militare elevata e in crescita, che probabilmente proseguirà nel prossimo futuro».
LA SPESA MILITARE DEL REGIME CINESE
La spesa militare della Cina è aumentata del 7% nel 2024, raggiungendo i 314 miliardi di dollari, e posizionandola come il secondo maggiore investitore mondiale. Secondo l’Istituto di Ricerca «la Cina ha rappresentato il 50% della spesa militare in Asia e Oceania, investendo nella modernizzazione delle forze armate, nell’espansione della guerra informatica e nell’arsenale nucleare».
Anche i vicini della Cina hanno incrementato le spese militari: il Giappone ha registrato un aumento del 21%, il più alto dal 1952, mentre Taiwan ha speso l’1,8% in più e l’India l’1,6%. Nan Tian, direttore del programma Spesa Militare e Produzione di Armamenti, ha affermato: «I principali investitori nella regione Asia-Pacifico stanno destinando sempre più risorse a capacità militari avanzate. Con diverse dispute irrisolte, e tensioni sempre più in crescita, questi investimenti rischiano di innescare una pericolosa corsa agli armamenti».
Pechino continua ad aumentare significativamente la spesa militare nel 2025. Secondo la bozza di bilancio presentata il 5 marzo dal regime, la Cina intende incrementare la spesa per la difesa del 7,2% quest’anno, in aumento rispetto all’obiettivo di crescita economica del 5%.
L’analista economico Antonio Graceffo ha osservato che, sebbene la spesa militare annuale di Pechino sembri inferiore a quella degli Stati Uniti, il divario si riduce considerando la parità di potere d’acquisto. «Ad esempio, se lo stipendio medio in Cina, inteso in termini di potere di acquisto, è di circa mille dollari al mese, contro i 7 mila negli Stati Uniti, significa che, spendendo lo stesso tanto, la Cina può assumere sette lavoratori in più, rendendo i suoi investimenti per la difesa molto più efficienti, pur essendo inferiori in termini assoluti», ha scritto Graceffo.
«A parità di potere d’acquisto, la spesa per la difesa della Cina appare grosso modo equivalente a quella degli Stati Uniti». Tuttavia, Pechino deve affrontare svantaggi di costo, ha aggiunto. Ad esempio, tecnologie, componenti e materie prime importate devono essere pagate in dollari, rendendo questi beni «significativamente più costosi» per la Cina rispetto agli Usa.