La Passione di Cristo

di Bob Kirchman
22 Marzo 2025 15:38 Aggiornato: 22 Marzo 2025 15:38
Antonio Ciseri, Ecce Homo, dipinto tra il 1871 e il 1891. Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti, Firenze. Pubblico dominio

Duemila anni fa, un giorno che oggi la comunità cristiana celebra come Venerdì Santo, Gesù fu portato davanti al governatore romano della Giudea Ponzio Pilato. Accusato di aver sovvertito la legge e di essersi dichiarato re, Gesù fu ritenuto innocente da Pilato, che decise di farlo frustare e rilasciare. Insoddisfatti, i capi ebrei chiesero invece la sua morte. Antonio Ciseri nel famoso dipinto Ecce Homo si sofferma sul momento in cui Pilato presenta Gesù alla folla ostile, dando loro la possibilità di scegliere se salvare il criminale Barabba o Gesù. Il governatore, per evitare una sommossa, consegnò Gesù per la crocifissione. 

Questo episodio evangelico è stata una narrazione popolare tra gli artisti fin dal Rinascimento. L’artista barocco Caravaggio dipinse un Ecce Homo nel 1605. Tuttavia, la rappresentazione di Ciseri è diventata la scena iconica più ricordata (e riprodotta) tra quelle della Passione di Gesù.

UN MAESTRO ITALIANO DI UN ALTRO SECOLO

Antonio Ciseri, Ecce Homo tra il 1871 e il 1891. Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti, Firenze. Pubblico dominio

Antonio Ciseri (1821-1891) nasce a Ronco sopra Ascona, in Svizzera. Nel 1833 si reca a Firenze per studiare disegno da Ernesto Bonaiuti. Meno di un anno dopo, studia all’Accademia di Belle Arti di Firenze sotto la guida di Nicola e Pietro Benvenuti. Tuttavia, la prima carriera artistica di Ciseri fu fortemente influenzata dagli insegnamenti dell’artista neoclassico fiorentino Giuseppe Bezzuoli. Nel 1849, Ciseri insegnava ai propri apprendisti, tra cui il pittore realista italiano Silvestro Lega.

L’arte di Ciseri è magistrale: la sua pennellata è precisa, quasi fotografica, e i suoi tessuti sono resi in modo brillante. Era un abile ritrattista del suo tempo, ma le sue commissioni religiose dimostrano che attingeva liberamente dai grandi maestri dell’Alto Rinascimento: la prospettiva, l’illuminazione e la composizione dell’Ecce Homo riecheggiano l’arte di Raffaello.

Il titolo latino del dipinto, tradotto con Ecco l’uomo!, si riferisce alle parole pronunciate da Pilato, quando presentò il Cristo flagellato, coronato di spine, alle folle poco prima della crocifissione.

La prospettiva data da Ciseri è inedita. Lo spettatore si trova alle spalle di Pilato, delle guardie, del segretario e della moglie: nel riprodurre un’immagine quasi fotografica del processo dalle “quinte”, si possono osservare i protagonisti dal fondo della scena. Attenuato dal controluce della veste bianca, Pilato sta al centro della composizione mentre si rivolge alla folla e attraverso una ringhiera e sfocati dalla prospettiva aerea appaiono i volti della folla esaltata.

Il governatore si sporge in avanti e gesticola drammaticamente verso la figura di Gesù. La forza di Cristo risalta dalla sua posizione: è in catene, è stato appena flagellato, eppure sta ritto in piedi. Interrogato riguardo all’accusa, quando Pilato gli chiede: «Sei un re?» Cristo risponde che il suo regno non è di questo mondo.

Secondo un video delle Gallerie degli Uffizi di Firenze, il dipinto propone «una vera e propria regia, con riferimenti alla grande drammaturgia italiana» del XIX secolo. Si rifà inoltre al lavoro di maestri come Leonardo da Vinci, la cui Ultima Cena si allontanava dalla tradizionale rappresentazione dell’Eucaristia per creare un'”istantanea” del momento in cui Gesù annuncia ai discepoli: «Uno di voi mi tradirà» (Giovanni 13:21). E come nella Scuola di Atene di Raffaello, in cui una prospettiva accuratamente costruita inquadra la storia. Ciseri ha anche preso a prestito tecniche fotografiche e ha fatto riferimento all’opera letteraria di Ernest Renan, Vita di Gesù.

Antonio Ciseri, Ecce Homo, particolare. Pubblico dominio

Tutte le figure del dipinto di Ciseri sono rappresentate di spalle o di profilo, tranne la moglie di Pilato. Quella mattina la donna aveva visto Gesù in sogno e aveva avvertito Pilato di «non avere nulla a che fare con quest’uomo giusto» (Matteo 27:19). L’artista coglie un gesto di intimità tra la moglie di Pilato e la sua ancella: con espressione turbata Claudia Procula distoglie lo sguardo dalla scena e appoggia dolorosamente la mano sulla spalla dell’ancella, esprimendo pacatamente la propria convinzione dell’innocenza di Cristo.

LA SEPOLTURA DI CRISTO

Antonio Ciseri, Il trasporto di Cristo al sepolcro. Pubblico dominio

Nello stesso periodo in cui dipinse Ecce Homo, Ciseri dipinse un’altra famosa tela, Il trasporto di Cristo al sepolcro (noto anche come La sepoltura), dipinto nel 1883. Si ritiene che uno degli uomini nel dipinto sia Giuseppe d’Arimatea, un discepolo che utilizzò la tomba preparata per se stesso per seppellire Gesù.
La Vergine, madre di Cristo, nel suo dolore guarda verso il cielo. Accanto a lei la donna col volto nascosto dai capelli è Maria Maddalena, da cui Gesù scacciò sette demoni, e che divenne sua discepola. Fu questa Maria a ungere i piedi di Gesù con il nardo (un prezioso profumo usato nell’antichità) e ad asciugarli con i suoi capelli.

UN UOMO DEL RINASCIMENTO NELL’ERA DELLA FOTOGRAFIA

Antonio Ciseri, Autoritratto, 1885. Pubblico dominio

Abile nella composizione e nel colore, secondo la scuola dei grandi maestri del Rinascimento, Ciseri era comunque un uomo con i piedi ben piantati nel XIX secolo. Da eccellente disegnatore, trovò un proprio utilizzo nel mezzo fotografico appena inventato. A differenza degli impressionisti, che ritenevano che la fotografia riproducesse la realtà meglio degli artisti e sentendosi così motivati ad allontanarsi dalla pittura realistica, Ciseri utilizzò le immagini fotografiche per ampliare il proprio potere di osservazione.

Ciseri infondeva vita ai suoi dipinti unendo osservazione, schizzi e fotografia. Scoprì i vantaggi della nuova tecnologia, ma ne vedeva i limiti: affidarsi a riferimenti fotografici spesso portava gli artisti a ritrarre figure rigide, prive di emozioni. Nei suoi ritratti, riuscì a evitare questa tendenza e a cogliere con tenerezza le sottili espressioni facciali.

Fino alla sua morte, nel 1891, Ciseri restò attivo nella comunità artistica, come artista e insegnante. La sua capacità di ritrarre la spiritualità e le sfumature emotive con tanto realismo rimane un’importante testimonianza dell’arte del XIX secolo, segnando il passaggio dal Neoclassicismo al Romanticismo. I suoi allievi sono diventati alcuni dei migliori pittori del periodo romantico.

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