La Commissione vuole favorire l’acciaio europeo

di Redazione ETI/Guy Birchall
21 Marzo 2025 7:50 Aggiornato: 21 Marzo 2025 12:25

La Commissione Europea ha pubblicato il piano d’azione European Steel and Metals Action Plan per blindare l’import di acciaio da aprile e «salvaguardare e potenziare le capacità industriali dell’acciaio e dei metalli». Fondamentale per economia, difesa, tecnologia e automotive, il settore affronta «pratiche sleali che alterano il mercato, tra cui sussidi illeciti alle eccedenze mondiali e dazi immotivati su acciaio e alluminio europei».

«In un momento in cui nessuno rispetta le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio e tutti invocano la sicurezza nazionale, l’Ue non può essere l’unico continente a lasciare crollare la sua industria» ha dichiarato a Reuters il vicepresidente esecutivo della Commissione Stephane Sejourne. Bruxelles reagisce ai nuovi dazi statunitensi del 25% imposti questo mese da Donald Trump, che rischiano di dirottare l’acciaio a buon mercato da Canada, India e Cina verso l’Europa, ora che il mercato americano è meno appetibile.
I produttori europei, già alle prese con costi energetici ben più alti rispetto ai concorrenti esteri, temono un’ondata di importazioni. Sejourne, responsabile della strategia industriale, annuncia un primo taglio del 15% alle quote d’importazione – le cosiddette “salvaguardie” – su diverse qualità di acciaio da inizio aprile. Le importazioni entro le quote basate su flussi commerciali storici restano esenti da dazi, altrimenti scatta il 25%. Dal 2019 le quote sono salite di oltre un quarto per rispettare le norme dell’Omc, con 60 milioni di tonnellate importate nel 2024, di cui 30 milioni senza dazi.
Nel terzo trimestre dell’anno, la Commissione svelerà nuove misure per sostituire le salvaguardie rafforzate, che per regole UE e OMS scadono il 30 giugno 2026 dopo otto anni. Sejourne promette un sistema più rigido su richiesta del settore, ma i dettagli sono ancora da definire. Nel 2026 gli appalti pubblici punteranno sull’acciaio europeo, con l’idea di una norma “fuso e colato” che impedisca di spacciare per prodotto in Europa un acciaio importato e poi sottoposto a trasformazioni minime nel territorio della Ue. «Il provvedimento mira al Paese dove l’acciaio è stato fuso, a prescindere da successive lavorazioni» chiarisce il piano.
La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha dichiarato: «L’industria dell’acciaio è un motore chiave della prosperità europea. Per restare competitivi, dobbiamo abbattere i costi energetici e spingere tecnologie innovative a basse emissioni».
 
Aditya Mittal, Ad di ArcelorMittal, ringrazia: «il piano coglie l’urgenza e affronta questioni strutturali come difesa commerciale, lacune nel Carbon Border Adjustment Mechanism e la mancanza di regole per la domanda di acciaio a basso impatto» serve però «un’azione rapida contro commercio sleale e dumping».
Il colosso tedesco ThyssenKrupp definisce il piano «una svolta per competitività e decarbonizzazione» e commenta: «La priorità alla protezione commerciale è cruciale per salvare posti di lavoro e garantire parità di condizioni contro sovracapacità mondiali e pratiche sleali».

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