Kennedy è il nuovo ministro della Sanità Usa

di Redazione ETI/Jeff Louderback
13 Febbraio 2025 19:07 Aggiornato: 13 Febbraio 2025 19:14

Grande vittoria per il presidente Trump. Il “controverso” Robert Francis Kennedy Jr è stato confermato dal Senato degli Stati Uniti come ministro della Sanità con una votazione di 52-48. Il senatore Mitch McConnell, ex capogruppo repubblicano al Senato e in passato spesso definito “Rino” (republican in name only) da Donald Trump, è stato l’unico repubblicano a esprimere un voto contrario. McConnel aveva anche votato contro le conferme di Tulsi Gabbard a Direttore nazionale dell’intelligence e di Pete Hegseth a ministro della Difesa.

Quale ministro della Sanità, il figlio di Bob Kennedy (e nipote di John Kennedy) avrà il potere anche su 13 agenzie, tra cui i Centers for Disease Control and Prevention (i famosi Cdc), i National Institutes of Health (Nih) e la Food and Drug Administration (Fda).

Kennedy ha promesso di rivoluzionare la Sanità americana. Nell’ambito della sua campagna “Make America Healthy Again” (rendiamo l’America di nuovo sana) Kennedy mira a limitare quella che definisce «l’epidemia» di malattie croniche affrontando i conflitti di interesse della commistione pubblico-privato a livello sanitario e proibendo le sostanze chimiche tossiche negli alimenti.

Kennedy si era candidato alla presidenza prima come democratico (ma il “suo” partito lo aveva rifiutato) e poi come indipendente, prima di abbandonare nell’agosto 2024 e sostenere Donald Trump, dichiarando che si trattava di una «decisione straziante» ma di un passo necessario per compiere la sua missione di salvare gli americani dall’epidemia di malattie croniche debilitanti. «La prima cosa che ho fatto ogni mattina negli ultimi 20 anni è stata inginocchiarmi e pregare Dio affinché mi mettesse nella posizione di porre fine all’epidemia di malattie croniche e di aiutare i bambini americani», ha detto Kennedy nell’agosto 2024, quando ha deciso di sostenere Trump.
Combattere le malattie croniche, migliorare la salute dei bambini e affrontare l’influenza del settore privato sulle agenzie pubbliche erano infatti i punti essenziali della campagna presidenziale di Kennedy, che è il fondatore di Children’s Health Defense, un’associazione no profit in difesa della salute dei bambini.

RFK Jr. ha anche chiesto a Trump di vietare la pubblicità farmaceutica in Tv e chiede l’eliminazione degli “scudi” che di fatto azzerano le responsabilità delle Case farmaceutiche. Kennedy ha poi dichiarato l’intenzione di ordinare all’Nih di concentrarsi sulle cause dell’autismo, delle malattie autoimmuni e delle malattie dello sviluppo neurologico, invece di sviluppare farmaci e di fungere da “incubatore” per prodotti farmaceutici.

Il senatore repubblicano Bill Cassidy, medico, ha detto di aver «faticato» a sostenere Kennedy durante l’udienza di conferma per le sue opinioni sui vaccini (RFK Jr. è definito da molti un “no vax”). Kennedy è stato sommerso dalle critiche per le sue posizioni sui vaccini e il capogruppo democratico al Senato Chuck Schumer lo ha definito un «complottista totalmente non qualificato». Kennedy in realtà ha sempre affermato di non essere contrario ai vaccini in se stessi, specificando di essere un sostenitore della sicurezza dei vaccini, del consenso informato e degli studi imparziali sull’efficacia dei vaccini stessi: «io non sono mai stato contrario ai vaccini» ha detto Kennedy a The Epoch Times nel settembre 2024, solo che «le persone hanno diritto di scegliere. E questa scelta dovrebbe essere informata con le migliori informazioni possibili. Io farò in modo che siano disponibili studi sulla sicurezza basati sulla scienza, e che le persone possano fare le proprie valutazioni sulla bontà o meno di un vaccino».

Prima della conferma da parte del Senato, il presidente Trump ha detto che darà a Kennedy la libertà di indagare sull’eventualità che esista un collegamento tra vaccini e autismo. Kennedy ha denunciato per anni il fatto che lui ritiene che l’autismo in alcuni bambini sia probabilmente legato ai vaccini infantili, che alcuni Stati impongono obbligatoriamente a tutti i bambini in età scolare. In merito, i dati dei Cdc dicono che oggi circa 1 bambino americano su 36 ha una diagnosi di autismo. Nel 2000 erano 1 su 150.

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