Kennedy contro il cibo spazzatura

di Redazione ETI/Lawrence Wilson
24 Aprile 2025 17:16 Aggiornato: 24 Aprile 2025 17:16

A Indianapolis, il ministro della Salute Robert F. Kennedy Jr. ha definito molti alimenti industriali «sostanze simili al cibo», ricchi di calorie ma privi di valore nutritivo. L’aroma di fragola, spiegava, altro non è che zucchero studiato per stimolare il desiderio di consumo, senza saziare né nutrire il corpo. Il ministro Kennedy, sostenitore della salute pubblica, ha fatto proprio l’appello del presidente Donald Trump per un approccio innovativo alla nutrizione nell’ambito dell’iniziativa “Make America Healthy Again”.

Durante la conferenza stampa del 15 aprile, ha salutato con favore i nove decreti esecutivi in materia di salute annunciati dal governatore dell’Indiana, Mike Braun, che prevedono di vietare l’uso dei fondi del Supplemental Nutrition Assistance Program (Snap) per l’acquisto di alimenti ad alto contenuto di zuccheri e scarso valore nutrizionale.

IL PROGRAMMA SNAP E LE SUE PROPOSTE DI RIFORMA

Lo Snap, il programma federale che fornisce buoni alimentari a circa 42 milioni di americani a basso reddito, è gestito dagli Stati su delega del ministero dell’Agricoltura. Per restringere la lista degli alimenti acquistabili con questi fondi è necessario un permesso speciale del ministero dell’Agricoltura: una deroga già richiesta da diversi Stati, tra cui l’Indiana. Chi sostiene la riforma ritiene che selezionare prodotti più nutrienti sia un passo essenziale per invertire l’onda dell’obesità dilagante; chi la considera simbolica dubita invece che possa tradursi in benefici tangibili. L’obiettivo dichiarato rimane quello di promuovere scelte alimentari più sane e di contrastare il progressivo aumento dei casi di obesità negli Stati Uniti.

LE ORIGINI DEL CIBO SPAZZATURA

Il predominio di alimenti estremamente gustosi ma privi di nutrienti nasce dall’ingresso, a partire dagli anni Sessanta, delle grandi compagnie del tabacco nel settore alimentare. Marchi come R.J. Reynolds e Philip Morris hanno acquisito produttori di bevande zuccherate – Hawaiian Punch, Kool-Aid, Capri-Sun, Tang – rivolgendole ai bambini con le stesse tecniche di marketing usate per le sigarette: colori accattivanti, aromi artificiali, promozioni mirate. Un memorandum interno di R.J. Reynolds del 1962 documenta test di gradimento condotti sui più giovani, accanto a esperimenti sull’aroma di fragola applicato al tabacco da masticare. Negli anni Ottanta questi colossi sono entrati in società come Kraft, General Foods e Nabisco, dove hanno ricreato alimenti definiti dai ricercatori dell’Università del Kansas iper-golosi, ossia ad alto contenuto di zuccheri e sale ma poveri di nutrienti. Secondo Tera Fazzino del Cofrin Logan Center for Addiction Research and Treatment, sono prodotti che spingono al consumo compulsivo, anche a stomaco pieno. Tra il 1988 e il 2001 questo modello si è consolidato e nel 2018 i cibi ricchi di grassi, zucchero e sale erano già diffusi a prescindere dalla proprietà aziendale.

Il risultato è un’emergenza obesità: «Persone obese ma malnutrite, perché gli alimenti mancano di densità nutrizionale», ha osservato il ministro Kennedy, sottolineando che il 74% dei giovani non è idoneo al servizio militare. Un indagine federale del 2023 indica che quasi il 70% degli adulti americani è in sovrappeso o obeso, con tassi di obesità triplicati negli ultimi 60 anni e un aumento di 10 volte dei casi di obesità grave. Il fenomeno riguarda anche l’Europa — dove oltre il 60% degli abitanti è in sovrappeso o obeso — e aumenta globalmente da decenni.

LE INIZIATIVE DEGLI STATI

Il 15 aprile Indiana e Arkansas sono diventati i primi Stati a richiedere deroghe al programma Snap per escludere bibite e dolciumi dagli acquisti con i buoni. Altri governi statali, come Nebraska, Idaho, Tennessee e Iowa, hanno annunciato intenti simili o hanno già approvato leggi analoghe, mentre alcuni progetti in West Virginia, Missouri e Montana sono rimasti bloccati o sono stati respinti. In Arizona la governatrice Katie Hobbs ha posto il veto a una deroga, ma ha firmato una norma che vieta i cibi ultra-processati nelle mense scolastiche.

SOSTEGNO E PERPLESSITÀ

Professionisti della salute pubblica come Christy Hope, che lavora in cliniche pediatriche e uffici Medicaid, ritengono sensata l’esclusione di bibite e dolci dagli acquisti Snap «dal punto di vista nutrizionale, economico e pratico». Il programma già esclude prodotti caldi, alcolici, integratori e articoli non alimentari. Bisakha Sen dell’Università dell’Alabama a Birmingham evidenzia un ampio consenso bipartisan sull’importanza di promuovere opzioni più sane, ma alcuni esperti – come Nikhil V. Dhurandhar della Texas Tech University – mettono in guardia: eliminare un prodotto zuccherato potrebbe spingere i consumatori verso altre alternative poco salutari. Richard Kahn della University of North Carolina definisce la misura un modo semplicistico per scaricare le responsabilità, osservando che i sussidi agricoli continuano a sostenere le bevande zuccherate.

VERSO UN APPROCCIO OLISTICO

Molti propongono un intervento complessivo che superi le singole restrizioni: tasse sulle bevande zuccherate, miglioramento della qualità nutrizionale nelle mense scolastiche, divieto di pubblicità di cibi malsani per i minori, come suggerito da Bernie Sanders. Nana Gletsu Miller dell’Indiana University privilegia l’educazione nutrizionale, finora più comprovata delle limitazioni delle scelte alimentari. Tamara S. Hannon, endocrinologa pediatrica alla Indiana University School of Medicine, individua nella carenza di alimenti sani e accessibili il vero nodo della questione. Il ministro Kennedy riconosce le criticità del sistema sanitario, ma resta ottimista: «È possibile riallineare le scelte mediche, individuali e istituzionali alla salute pubblica — ha affermato a Indianapolis, auspicando uno sforzo coordinato a livello federale, statale e locale — Il movimento nato in Indiana sta già guidando un cambiamento culturale».

 

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