Israele interrompe le forniture a Gaza dopo che Hamas rifiuta il cessate il fuoco

di Reuters and The Associated Press
5 Marzo 2025 15:48 Aggiornato: 5 Marzo 2025 15:48

Israele ha fermato l’ingresso di beni e rifornimenti nella Striscia di Gaza dopo che Hamas ha rifiutato il cessate il fuoco. Il 19 gennaio era iniziato un periodo di tregua di sei settimane tra Israele e Hamas, il cui l’organizzazione terroristica ha liberato 25 ostaggi e otto corpi. In cambio, Israele ha liberato quasi 2 mila prigionieri palestinesi. La prima fase del cessate il fuoco è terminata il 1° marzo. In quella data, Hamas ha dichiarato di aver rifiutato la proposta di Israele di estendere la prima fase.

«Con la conclusione della prima fase dell’accordo sugli ostaggi e alla luce del rifiuto di Hamas di accettare il Quadro Witkoff per la continuazione dei colloqui, al quale Israele aveva acconsentito, il primo ministro Netanyahu ha deciso che a partire da questa mattina, l’ingresso di tutti i beni e rifornimenti nella Striscia di Gaza sarà sospeso» ha scritto l’ufficio del primo ministro israeliano in un post il 2 marzo sul X «Israele non consentirà un cessate il fuoco senza il rilascio dei nostri ostaggi. Se Hamas persiste nel suo rifiuto, ci saranno ulteriori conseguenze».

Si stima che Hamas detenga altri 25 ostaggi e i corpi di 30 persone. Il «Quadro Witkoff» si riferisce a una proposta avanzata dall’inviato presidenziale Usa Steve Witkoff per un cessate il fuoco temporaneo durante il Ramadan e la Pasqua ebraica. Il Ramadan dovrebbe terminare il 30 marzo, e la Pasqua ebraica il 20 aprile. Secondo la proposta, Hamas dovrebbe restituire metà degli ostaggi, in vita e non, il primo giorno del Quadro. Se viene raggiunto un accordo per un cessate il fuoco permanente, Hamas deve liberare gli ostaggi e consegnare i corpi rimanenti.

«Mentre Israele ha accettato il Quadro Witkoff per riportare a casa i nostri ostaggi, Hamas finora ha mantenuto il rifiuto di esso. Se cambia posizione, Israele entrerà immediatamente nei negoziati sui dettagli complessivi del Quadro Witkoff» ha detto il primo ministro «Steve Witkoff ha proposto il quadro per estendere il cessate il fuoco dopo aver avuto l’impressione che, al momento, non ci fosse possibilità di un ponte tra le posizioni delle parti sulla fine della guerra, e che fosse necessario più tempo per i colloqui su un cessate il fuoco permanente».

IL NEGOZIATO

Il ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar ha detto che Israele è pronto a negoziare sulla fase successiva, ma devono essere liberati altri ostaggi durante i colloqui. Ha aggiunto che Israele ha ricevuto una lettera separata dall’amministrazione Biden, che affermava che non c’era una transizione automatica tra le fasi della tregua: «noi abbiamo adempiuto a tutti i nostri impegni [sotto la Fase 1] fino all’ultimo giorno, che è stato ieri» ha dichiarato Saar durante una conferenza stampa «La nostra posizione è che durante i negoziati, gli ostaggi devono essere liberati».

Hamas ha avvertito che qualsiasi tentativo di ritardare o cancellare l’accordo sul cessate il fuoco avrà «conseguenze umanitarie» per gli ostaggi e ha ribadito che l’unico modo per liberarli è attuare l’accordo esistente, che non specificava una tempistica per liberare gli ostaggi rimanenti. Ha dichiarato inoltre di essere disposto a liberare tutti gli ostaggi contemporaneamente nella Fase 2, ma solo in cambio della liberazione di altri prigionieri palestinesi, di un cessate il fuoco permanente e del ritiro delle forze israeliane.

Israele è esitante a ritirarsi dal Corridoio di Filadelfia, la sua zona cuscinetto tra l’Egitto e Gaza: avrebbe dovuto ridurre la propria presenza nel Corridoio durante la prima fase del cessate il fuoco e ritirarsi completamente nella seconda fase. Tuttavia, un ufficiale israeliano ha detto questa settimana che Israele rimarrà nell’area per impedire a Hamas di contrabbandare armi a Gaza.

Nel frattempo, l’esercito israeliano continua le sue operazioni contro i gruppi terroristici palestinesi. Sta espellendo gli abitanti dei campi profughi in Samaria, nella parte settentrionale della Cisgiordania, come parte dell’iniziativa. In precedenza, il ministro della Difesa israeliano Israel Katz aveva dichiarato di aver ordinato alle Forze armate di ampliare le operazioni nei campi profughi di Nur al-Shams, Jenin e Tulkarem. Il 23 febbraio Israele ha inviato i carri armati in Cisgiordania per la prima in oltre vent’anni.

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