Il Partito Comunista Cinese sta guadagnando terreno in termini di diplomazia e di influenza all’interno dell’America Latina. Attraverso la “cooperazione Sud-Sud”, Pechino vuole presentarsi come un partner commerciale e politico affidabile per l’America Latina, cercando di respingere la percezione secondo cui la regione sarebbe sotto l’influenza dominante degli Stati Uniti.
Gli investimenti cinesi in America del Sud su energia e infrastrutture sfidano il predominio americano. Il regime cinese ha sfruttato le minacce commerciali americane nei confronti del Brasile e del Messico, sfruttando queste tensioni per coltivare delle partnership e offrire una fonte alternativa di sostegno economico a queste nazioni.
Da quando ha assunto la carica nel 2013, Xi Jinping ha visitato l’America Latina almeno cinque volte, firmando numerosi accordi bilaterali con paesi come Argentina, Brasile, Cile, Ecuador, Messico, Perù e Venezuela. Nel 2021, il commercio tra Cina e America Latina ha raggiunto il record di 450 miliardi di dollari. La Cina è ora il principale partner commerciale del Sud America e il secondo per l’America Latina nel suo complesso, dopo gli Stati Uniti.
Le esportazioni latinoamericane verso la Cina consistono principalmente in materie prime come soia, rame e petrolio, mentre la regione importa beni manifatturieri di maggior valore. Questa dinamica è stata criticata per aver indebolito le industrie locali, esacerbato gli squilibri commerciali e aumentato il debito nei confronti della Cina. Sebbene questi investimenti offrano opportunità economiche, sono ci sono preoccupazioni sulle ambizioni geopolitiche di Pechino, in particolare sul suo sostegno ai regimi autoritari di Cuba e Venezuela, nonché sugli sforzi per isolare Taiwan. Dal 2013, diversi Paesi latinoamericani, sotto la bandiera della “Unica Cina” di Pechino, tra cui Panama, El Salvador, e la Repubblica Dominicana hanno cambiato voltato le spalle a Taiwan.
Trump vede le attività della Cina in America Latina come una minaccia diretta alla sicurezza e agli interessi economici degli Stati Uniti, in particolare la crescente influenza cinese sul Canale di Panama, attraverso il quale passa il 40% delle merci statunitensi. Ha persino minacciato di riprendere il controllo del canale se Panama non avesse ridotto l’influenza cinese.
Inoltre, Trump ha preso di mira le pratiche commerciali cinesi con dazi su acciaio e alluminio, accusando la Cina di sfruttare l’United States-Mexico-Canada Agreement per aggirare i dazi statunitensi attraverso il Messico. Di conseguenza, gli investimenti cinesi nella regione sono stati inquadrati come una sfida al dominio statunitense, rafforzando ulteriormente la linea politica America First.
Sebbene la Cina stia facendo progressi significativi in America Latina, gli Stati Uniti hanno ottenuto alcune vittorie chiave nella regione, con diversi Paesi che riconoscono i rischi di un’eccessiva vicinanza alla Cina. Ad esempio, il Brasile, uno dei partner regionali più importanti della Cina e membro dei Brics, ha scelto di non aderire alla Nuova Via della Seta.
Durante il vertice del Mercosur di dicembre, il Presidente uruguaiano Lacalle Pou ha chiesto trasparenza all’interno del blocco riguardo alle loro posizioni sulla Cina. Mentre il Brasile ha rinnovato i legami con la Cina, l’Argentina ha dichiarato pubblicamente la sua intenzione di allontanarsi dalla Cina e avvicinarsi agli Stati Uniti, sebbene il commercio con Pechino continui.
Trump è riuscito a mantenere l’influenza degli Stati Uniti in diversi Paesi latinoamericani nonostante la crescente presenza cinese. Pechino ha cercato di rafforzare i legami con Panama, ma il Presidente ha esercitato pressioni, portando Panama a non rinnovare la sua partecipazione alla Nuova Via della Seta. Anche il Venezuela e la Colombia si sono allineati alle politiche di Trump accettando il ritorno di immigrati clandestini, inclusi membri di bande criminali, e mostrano cautela nel rafforzare la propria relazione con Pechino.
Le crescenti preoccupazioni sui debiti e sulla natura unilaterale di molti accordi cinesi stanno portando alcune nazioni a riconsiderare le loro alleanze.
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