Lo Stato italiano potrebbe tornare a essere azionista di riferimento nel settore nucleare attraverso la startup Newcleo. Secondo quanto riportato da MilanoFinanza News il 31 marzo 2025, i ministri Adolfo Urso (Sviluppo Economico) e Gilberto Pichetto Fratin (Transizione Ecologica) avrebbero discusso un investimento pubblico di circa 200 milioni di euro per sostenere questa azienda.
L’obiettivo, come emerge da una nota congiunta dei due ministeri ripresa da Ansa lo stesso giorno, sarebbe quello di creare una filiera italiana del nucleare di nuova generazione, con particolare attenzione ai progetti promossi da Newcleo, definita una «realtà italiana leader nella progettazione di reattori di terza generazione avanzata e quarta generazione».
Newcleo, secondo QuiFinanza, starebbe lavorando su reattori modulari avanzati, in particolare sugli Small Modular Reactors (o Smr), che sono reattori più piccoli rispetto a quelli tradizionali, trasportabili e combinabili per aumentare la produzione di energia. Anche Il Giornale, oggi sottolinea che questo settore potrebbe rivoluzionare l’approvvigionamento energetico nazionale, riducendo la dipendenza dalle importazioni di gas, con i ministri Urso e Pichetto Fratin che evidenziano l’importanza di garantire «sicurezza energetica, sostenibilità ambientale e competitività tecnologica del Paese».
Questo passo, se confermato, segnerebbe una svolta rispetto al referendum del 1987 che bandì il nucleare in Italia dopo il disastro di Chernobyl del 1986: il voto popolare portò alla chiusura di tutte le centrali attive entro il 1990. Nonostante l’importanza, questo tema finora è stato trattato solo marginalmente dai mass media italiani, forse per una volontà di affrontare questo progetto per gradi, abituando l’opinione pubblica all’idea che il nucleare è sicuro ed evitando un dibattito pubblico prematuro in un Paese storicamente diviso sull’argomento.
Il governo, secondo la nota riportata da ItaliaOggi.it avrebbe già adottato un provvedimento normativo per rilanciare la ricerca e lo sviluppo del nucleare di nuova generazione, con l’intento di «valorizzare le competenze già esistenti e creare nuove opportunità industriali e occupazionali». Newcleo potrebbe beneficiare di questo investimento statale per un aumento di capitale più ampio, con lo Stato che entrerebbe con una quota attorno al 10% tramite società finanziarie e industriali controllate.
Il consiglio di amministrazione di Newcleo, citato sempre da MilanoFinanza News, ha espresso «vivo apprezzamento per l’interesse strategico e il sostegno del governo italiano», sottolineando che la tecnologia dell’azienda «assicura un nucleare sostenibile che ricicla le scorie» e punta a un’Europa «energeticamente indipendente». Tuttavia, per ora non emergono dettagli ulteriori sull’avanzamento concreto del progetto né su eventuali tempistiche per la costruzione e messa in servizio dei nuovi reattori nucleari italiani.