Il nuovo Re dei Re rivisita la vita di Gesù

di Redazione ETI/Michael Clark
12 Aprile 2025 11:12 Aggiornato: 12 Aprile 2025 11:12

Considerando che Gesù Cristo è la divinità più rappresentata nella storia del cinema e della televisione, si potrebbe pensare che non ci sia quasi nulla di nuovo che un regista possa aggiungere a quanto è già stato detto.

La maggior parte dei film e delle produzioni televisive proposti si sofferma sugli ultimi tre anni della vita di Cristo; sono relativamente poche le narrazioni che vanno dalla nascita fino alla sua morte. E di queste, solo un piccolo numero è consigliabile per la visione in famiglia, sia per problemi riguardanti la qualità che per contenuti violenti.

Scritto, diretto, montato e co-prodotto dal regista sudcoreano Seong-ho Jang (al suo debutto nel lungometraggio), il nuovo film d’animazione degli Angel Studios, The King of Kings (Kings), dà un tocco del tutto nuovo e apprezzabile alla «più grande storia mai raccontata».

In un tempo relativamente breve di 103 minuti, Seong-ho ripercorre quasi tutti gli avvenimenti principali della vita e degli insegnamenti di Cristo senza affrettare i tempi, condensarli o presentarli come un semplicistico  elenco di fatti. Non c’è una sola rappresentazione in Kings che non sia già stata presentata in altri lavori, ma quello che rende questo film così diverso, speciale e assolutamente godibile è la realizzazione del tutto originale.

L’ELEFANTE NELLA STANZA

Chiariamo subito una questione: la maggior parte degli adulti (cioè il 50% più uno) non guarda nessun film di animazione, indipendentemente dal contenuto; per loro, questi non sono altro che cartoni animati troppo incensati e troppo lunghi. Lo capisco. Pochi film d’animazione possono piacere al pubblico di ogni età. Ma pensiamo al primo Shrek, alla serie di Toy Story e al capolavoro dello scorso anno Flow.

Kings coinvolgerà intere famiglie non tanto per il notevole e commovente contenuto biblico, ma perché lo fa con uno stile che si può definire a “misura di bambino”.
Sebbene Seong-ho meriti un immenso riconoscimento per la gestione accattivante e non ortodossa dell’argomento, il film sicuramente non esisterebbe senza il libro La Vita di Nostro Signore [Lord], di Charles Dickens.

Una scena da Il Re dei Re. Angel Studios

DICKENS

Scritto all’incirca nello stesso periodo di David Copperfield (dal 1846 al 1849), Lord fu pubblicato solo nel 1934, l’anno successivo alla morte dell’ultimo figlio di Dickens. Questa clausola fu espressamente inserita dall’autore nel testamento, perché non scrisse quel libro a scopo di lucro, ma piuttosto per leggerlo ai suoi dieci figli ogni Natale.

Nel realizzare Kings, Seong-ho combina elementi della Bibbia con Lord creando un effetto sorprendente. Il film si apre con Dickens (Kenneth Branagh) che, mentre legge sul palcoscenico A Christmas Carol, viene interrotto dal suo secondo figlio Walter (Roman Griffin Davis). Walter, insieme alla sua gatta Willa, sta recitando alcune parti di Re Artù e i cavalieri della tavola rotonda e questo suscita l’ira di Dickens, che ammonisce severamente Walter e lo rispedisce a casa ferito e sconfortato.

Una scena da Il Re dei Re. Angel Studios

Su sollecitazione della moglie Catherine (Uma Thurman), Dickens cerca di rimediare alla sua sfuriata leggendo per la prima volta Lord a Walter. Ancora scosso, Walter mostra inizialmente scarso interesse, ma si rallegra quando Dickens lo informa che King Arthur è basato sulla vita del più grande Re di sempre, Gesù Cristo (Oscar Isaac). In pochi minuti, Walter è rapito dalla storia e inizia a pendere dalle sue labbra. Dickens e il figlio non escono mai fisicamente dalla scena, e quando lo scrittore inizia a descrivere meglio quello che accade nella storia, il ragazzo si ritrova a immaginare di essere presente agli avvenimenti. All’inizio la vede come una sorta di avventura, ma quando gli diventa chiaro che Cristo è il figlio di Dio, la sua percezione lentamente cambia.

TESTIMONI DIRETTI

Quello che avrebbe potuto essere solo un romanzo e una buona lezione di scuola domenicale si trasforma in qualcosa di assolutamente coinvolgente: invece di mostrare per tutto il tempo Dickens e Walter nella sala studio della loro famiglia, Seong-ho e i suoi disegnatori inseriscono Walter e Willa (e a volte Dickens) nella stessa inquadratura in cui è presente Cristo, come testimoni in prima persona dei Suoi atti e delle Sue azioni straordinarie.

A un certo punto, durante l’ammonimento di Gesù ai mercanti di trasformare il tempio in un mercato, Walter sembra inizialmente interagire con Cristo, ma grazie ad alcuni impressionanti giochi di prestigio, si rivela essere qualcos’altro, che non tenta di riscrivere o romanzare la storia.

Una scena da Il Re dei Re. Angel Studios

Il mio timore più grande, all’inizio del terzo atto, era come Seong-ho avrebbe gestito la rappresentazione della Crocifissione. Fortunatamente, la maggior parte di questo lungo passaggio è sottinteso e gestito per lo più fuori dallo schermo, ma è comunque in grado di ottenere l’impatto desiderato.

Il maggior successo (tra i tanti) di Seong-ho è quello di non aver fatto di Kings un film di carattere religioso. Al contrario, è una storia con radici nella moralità, nei miracoli, nelle lezioni di vita e nel fare sempre la cosa giusta: non propone dogmi, semmai dà l’esempio.

Il film è uscito nelle sale americane l’11 aprile.

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