Il “messaggio” che Trump ha inviato a Camere riunite al Pcc

9 Marzo 2025 12:03 Aggiornato: 9 Marzo 2025 19:38
Durante il suo primo discorso a Camere riunite il 4 marzo, Donald Trump, ha delineato una serie di azioni intraprese nelle prime sei settimane del suo secondo mandato. Uno dei temi principali è la minaccia della Cina comunista.

Trump ha attaccato gli alti dazi del regime cinese sulle importazioni dagli Usa e ha espresso il desiderio di rilanciare la cantieristica navale americana per ridurre la dipendenza dell’America dalla Cina, oltre ad aver annunciato che la sua Amministrazione ha iniziato l’operazione per recuperare il Canale di Panama dall’influenza cinese.

I DAZI E IL FENTANILE

«Altri Paesi hanno usato dazi contro di noi per decenni, e ora tocca a noi iniziare a usarli contro quegli stessi Paesi» ha detto Trump, «in media, l’Unione Europea, la Cina, il Brasile, l’India, il Messico e il Canada […] e molte altre nazioni ci impongono dazi tremendamente più alti di quelli che noi imponiamo a loro. È molto ingiusto».
Trump ha poi evidenziato i numeri: «L’India ci impone dazi sulle auto superiori al 100 percento. Il dazio medio della Cina sui nostri prodotti è il doppio di quello che noi imponiamo a loro. E il dazio medio della Corea del Sud è quattro volte più alto».

Il presidente ha fatto queste dichiarazioni poche ore dopo l’entrata in vigore di un ulteriore dazio del 10 percento su tutte le importazioni cinesi. I nuovi dazi, che si aggiungono ai dazi iniziali del 10 percento già entrati in vigore il 4 febbraio, sono una risposta diretta ai continui flussi di fentanyl dalla Cina verso gli Stati Uniti.
Trump ha anche imposto dazi del 25 percento sui beni provenienti da Canada e Messico, entrati in vigore lo stesso giorno, sempre per problemi legati al traffico di oppiacei. Il presidente ha successivamente concesso un’esenzione di quasi un mese per alcuni beni provenienti da Messico e Canada, ma ha scelto di non fare lo stesso per le importazioni dalla Cina. Pechino ha reagito subito imponendo dazi dal 10 al 15 percento su una vasta gamma di prodotti agricoli Usa e aggiungendo decine di aziende Usa alle sue “liste nere” delle esportazioni o delle transazioni commerciali. Misure che vanno ad aggiungersi alla risposta ai primi dazi di Trump di un mese fa, che includevano il 15 percento su gas naturale e carbone, il 10 percento sul petrolio greggio, attrezzature agricole e camion pesanti, e restrizioni sui minerali di terre rare e materie con applicazioni militari.

Xi Jinping non ha segnalato alcuna intenzione di confrontarsi con Trump, a differenza dei capi di Stato di Messico e Canada, di fronte all’imminente aumento dei dazi. Al contrario, i diplomatici del Partito Comunista Cinese hanno adottato una linea dura, ribadendo che la crisi del fentanile è affare solo degli Stati Uniti. 

Ma un rapporto dell’aprile 2024 della Commissione della Camera per il Pcc ha rilevato che il regime cinese finanzia la produzione di oppiacei mediante sussidi fiscali e finanziamenti alle aziende che producono ed esportano di tali droghe verso le Americhe, benché siano formalmente illegali in Cina. Il Partito comunista cinese detiene perfino partecipazioni in alcune delle aziende che esportano precursori del fentanyl.

 

RILANCIO DELLA CANTIERISTICA NAVALE USA

«Per rafforzare la nostra base industriale di difesa, faremo anche risorgere l’industria cantieristica americana, inclusa la cantieristica commerciale e militare» ha poi detto Trump, «e a questo fine, annuncio qui che creeremo un nuovo ufficio per la cantieristica navale alla Casa Bianca che offrirà incentivi fiscali speciali per riportare questa industria a casa, in America».

Nel 2023, un rapporto trapelato dell’Ufficio di intelligence navale Usa ha mostrato che la capacità cantieristica della Cina è più di 200 volte maggiore di quella degli Stati Uniti. Nell’aprile 2024, l’Ufficio del rappresentante commerciale Usa ha avviato un’indagine sull’industria cantieristica cinese in risposta a una richiesta sindacale.
L’Ufficio ha determinato che il dominio della Cina nell’industria marittima sia «irragionevole» e che «limiti il commercio degli Usa», e che il dominio strategico della Cina nei settori della cantieristica, marittimo e logistico a livello mondiale è “attaccabile” ai sensi delle leggi americane. 

La promessa di Trump di rilanciare la cantieristica Usa coincide con un accordo esistente tra gli Stati Uniti e la Corea del Sud per riparare navi della marina militare Usa.

LA QUESTIONE  DEL CANALE DI PANAMA

«Per migliorare ulteriormente la nostra sicurezza nazionale, la mia amministrazione reclamerà il controllo del Canale di Panama. Cosa che abbiamo già iniziato a fare» ha annunciato al Congresso Trump, «proprio oggi, una grande azienda americana ha dichiarato che sta acquistando entrambi i porti intorno al Canale di Panama e molte altre cose che hanno a che fare con il Canale di Panama e un paio di altri canali» ha detto il presidente riferendosi all’accordo raggiunto tra un consorzio guidato da BlackRock e la CK Hutchison Holdings Ltd di Hong Kong.

Il Canale di Panama «è stato costruito dagli americani per gli americani, non per altri» ha puntualizzato Trump «ma potevano usarlo tutti». 
Trump ha  poi sottolineato che «38 mila operai sono morti costruendo il Canale di Panama», descrivendo il processo di costruzione come un «tremendo costo di sangue e denaro americani» ha ricordato Trump «morivano di malaria, di morsi di serpente e di punture zanzare. Non era un bel posto dove lavorare».

Nel 1999, Panama ha preso il pieno controllo del canale, che è uno dei corridoi marittimi più trafficati al mondo e collega l’Oceano Pacifico e il Mar dei Caraibi. Il trasferimento di proprietà è avvenuto in base a un accordo del 1977 firmato dall’allora presidente Jimmy Carter, che comprende il Trattato di Neutralità e il Trattato del Canale di Panama.
«Ma quell’accordo è stato violato molto gravemente» ha detto Trump «noi non lo abbiamo dato alla Cina. Noi lo avevamo dato a Panama. E ora ce lo stiamo riprendendo».
Il presidente panamense José Raúl Mulino ha annunciato il 2 febbraio che il suo Paese non rinnoverà la partecipazione alla Nuova via della Seta del regime cinese.

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