Il dazio del 104% di Trump imposto a Pechino entra in vigore da oggi. Il Presidente ha minacciato di aggiungere un ulteriore dazio del 50% al regime cinese se non annulla il controdazio del 34% sui beni statunitensi.
Ieri la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha confermato la vicenda: «È stato un errore per la Cina reagire. Quando l’America viene colpita, risponde ancora più duramente». Ha poi aggiunto: «Per questo motivo, da mezzanotte scatteranno i dazi del 104% nei confronti di Pechino».
Ha aggiunto inoltre che se Xi Jinping vorrà discutere dell’accaduto, Trump è aperto al dialogo. «Sarà generoso, ma farà ciò che è meglio per gli americani», ha precisato Leavitt, senza rivelare cosa Pechino dovrebbe fare per fermare i dazi.
Finora Trump ha imposto dazi del 20% sulla Cina per l’export di fentanyl insieme a un dazio reciproco del 34%. Leavitt ha osservato che Paesi come la Cina, che scelgono di reagire e «raddoppiare la posta, contribuendo a penalizzare i lavoratori americani, stanno commettendo un errore». Ha sottolineato che «Il Presidente Trump ha una volontà d’acciaio e non si piegherà: l’America non si piegherà».
GRAVE ERRORE
In un’intervista a Cnbc dell’8 aprile, il ministro del Tesoro Scott Bessent ha definito «un grave errore» l’escalation delle contromisure cinesi contro i dazi americani. «È stato un grosso errore da parte di Pechino», ha dichiarato Bessent.
Trump ha inoltre affermato di non essere interessato a un accordo con il regime cinese finché il divario commerciale da un miliardo di miliardi non sarà appianato. «Il deficit […] con la Cina arriva a un miliardo di miliardi» ha detto Trump, «io sono disposto a trattare con Pechino, ma prima deve colmare questo divario. Il deficit con la Cina è un problema colossale». Secondo i dati dell’Agenzia del Commercio Usa, il deficit statunitense con la Cina ha superato i 295 miliardi di dollari l’anno scorso, il più alto tra i partner commerciali, in aumento del 5,8% rispetto all’anno precedente. La prima economia mondiale ha importato quasi 440 miliardi di dollari in beni vari, tra cui iPhone, televisori, abbigliamento e altri prodotti dalla Cina. Al contrario, le esportazioni americane verso la Cina si sono attestate poco sotto i 200 miliardi, con servizi, petrolio e soia in cima alla lista.
Se alcuni economisti contestano l’affermazione di Trump secondo cui gli Stati Uniti perdono un miliardo di miliardi all’anno nel commercio con la Cina, altri esperti ritengono che la Casa Bianca possa riferirsi al transhipping (ossia la triangolazione delle importazioni da uno Stato terzo) e ad altre barriere commerciali non legate ai costi. Il regime cinese usa il transhipping come strategia per aggirare i dazi, affidandosi a destinazioni terze come Cambogia e Vietnam per le sue esportazioni. Gli Stati Uniti hanno chiuso il 2024 con un deficit commerciale di 1.200 miliardi di dollari.