Interrompere gli allenamenti non significa perdere del tutto i progressi raggiunti. Per la prima volta, la scienza ha confermato che la cosiddetta “memoria muscolare” ha una base biologica. Uno studio condotto in Finlandia e pubblicato su The Journal of Physiology ha rivelato che gli effetti positivi dell’allenamento di forza persistono a livello delle proteine muscolari anche dopo oltre due mesi di inattività. Il corpo, dunque, conserva parte dei benefici anche in assenza di esercizio fisico.
I BENEFICI MUSCOLARI DURANO DUE MESI DOPO L’ESERCIZIO
La memoria muscolare è la capacità dell’organismo di recuperare forza e massa muscolare in modo più rapido dopo una pausa, rispetto al tempo necessario per svilupparle inizialmente. Questo meccanismo facilita il ritorno a livelli di forma precedenti anche dopo periodi di inattività.
La ricerca ha coinvolto 42 partecipanti finlandesi, uomini e donne tra i 18 e i 40 anni, fisicamente attivi ma privi di esperienza in allenamenti di forza strutturati. Il protocollo prevedeva 10 settimane di esercizio, seguite da 10 settimane di pausa e da un’ulteriore fase di allenamento della stessa durata. Durante l’interruzione, i soggetti sono stati monitorati per assicurarsi che evitassero qualunque forma di esercizio di forza.
Dalle analisi delle proteine muscolari, effettuate al termine della prima fase, è emersa una doppia risposta: alcune proteine sono tornate ai livelli iniziali, mentre altre – in particolare quelle legate alla regolazione del calcio – hanno mantenuto le modifiche indotte dall’allenamento. Queste ultime sembrano rappresentare una forma di “memoria” biologica dell’attività fisica.
Le proteine leganti il calcio svolgono un ruolo chiave nella regolazione del calcio intracellulare, fondamentale per processi come la contrazione muscolare, la trasmissione nervosa e la segnalazione tra cellule.
«Per la prima volta, abbiamo dimostrato che i muscoli ‘ricordano’ l’allenamento di forza passato a livello proteico», ha spiegato il professor Juha Hulmi, autore principale dello studio. Secondo i dati raccolti, questa memoria si conserva per almeno due mesi e mezzo. Anche se, in assenza di esercizio, il muscolo può ridursi, la presenza di questa traccia rende più veloce la ripresa dei risultati alla ripartenza.
IMPLICAZIONI PER GLI APPASSIONATI DI FITNESS
La convinzione diffusa che i benefici dell’esercizio si perdano rapidamente può generare ansia e frustrazione. Tuttavia, lo studio suggerisce che le preoccupazioni legate a brevi interruzioni sono spesso infondate. I ricercatori hanno osservato che diverse proteine coinvolte nella contrazione, nella struttura muscolare e nella regolazione del calcio restano elevate anche dopo dieci settimane di pausa. Questo indica che l’allenamento di resistenza induce cambiamenti epigenetici che continuano a influenzare il comportamento delle cellule muscolari anche in assenza di stimoli.
«I nostri risultati suggeriscono che chi si allena non dovrebbe preoccuparsi troppo per pause di allenamento a breve termine nella vita quotidiana, quando si tratta di allenamento di forza a lungo termine», spiega il professor Hulmi. Ha però specificato che queste conclusioni non si applicano a pause dovute a malattie o infortuni.
IL PARERE DEGLI ESPERTI
Secondo il dottor Hooman Melamed, chirurgo ortopedico specializzato nella colonna vertebrale e nella medicina sportiva, i risultati dello studio permettono di integrare pause strategiche nei programmi di allenamento, senza timore di perdere massa muscolare. «Riconoscere l’esistenza della memoria muscolare consente di pianificare periodi di riposo, utili al recupero o per esigenze personali, mantenendo comunque la possibilità di riprendere rapidamente forza e volume muscolare».
I risultati di questo studio possono anche cambiare l’approccio dei trainer, che potrebbero rassicurare i clienti sull’efficacia degli allenamenti nel lungo termine, anche in presenza di interruzioni. I risultati, inoltre, potrebbero ridurre lo stress da prestazione e incentivare una maggiore costanza, privilegiando la regolarità rispetto alla perfezione.
«Già osserviamo i benefici dell’allenamento di forza attraverso adattamenti neuromuscolari; questo studio dimostra come ciò avvenga a livello proteico — ha aggiunto Trevor Gillum, professore di kinesiologia e direttore del programma di scienze motorie presso la California Baptist University — Questo conferma e amplia ciò che abbiamo appreso».
Il dottor Melamed ha concluso sottolineando l’importanza di adottare un approccio sostenibile, evitando il rischio di esaurimento. Un piano di allenamento equilibrato lungo tutto l’arco dell’anno si rivela più efficace del tentativo di allenarsi intensamente ogni giorno.
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