I documenti sull’assassinio di JFK desecretati da Trump hanno riportato alla ribalta il caso dopo oltre 60 anni, anche se i file offrono poche novità. Secondo la versione ufficiale della Commissione Warren del ’64, il Presidente Kennedy sarebbe stato colpito mortalmente da Lee Harvey Oswald, un ex marine, durante un corteo presidenziale, mentre la limousine percorreva Dealey Plaza, a Dallas, in Texas.
LA VERSIONE UFFICIALE
Tre colpi, un assassino. In tanti, nel tempo, hanno sollevato dubbi su questa versione ritenendola irrealistica. Secondo la Commissione Warren, Oswald avrebbe sparato, con un vecchio fucile, 3 colpi dalla finestra del sesto piano del Texas School Book Depository. Il primo colpo avrebbe mancato il bersaglio, mentre il secondo, avrebbe colpito Kennedy alla schiena, dirigendosi verso il basso, per poi risalire verso l’alto e uscire dal collo di John Kennedy, per poi girare ancora a destra e quindi a sinistra, colpendo il governatore del Texas Conally, entrando dalla parte posteriore dell’ascella destra, per poi virare in basso fratturandogli la quinta costola, e uscire dall’emitorace destro, causando così la quarta ferita. Quello stesso proiettile, avrebbe inoltre virato a destra per rientrare nel corpo di Conally dal polso destro, fratturandogli il radio, per poi uscire dal polso causandogli la sesta ferita, compiere una curva e finisre nella coscia del governatore per poi (finalmente) cadere.
In pratica, questo solo proiettile avrebbe causato ben 7 ferite in totale attraversando due corpi. E restando praticamente intatto.
Il terzo colpo, quello fatale, ha colpito Kennedy alla testa spaccandogli il cranio. Il famoso filmato di Abraham Zapruder, un testimone che ha filmato l’assassinio, mostra chiaramente che la testa del Presidente si muove all’indietro e a sinistra, il che è fisicamente impossibile, poiché in quel momento Oswald si doveva trovare, secondo la versione ufficiale, alle spalle (e non di fronte) della limousine.
Dal momento che è praticamente impossibile che un proiettile da solo possa causare tutte quelle ferite, è più realistico pensare che vi sia stato almeno un quarto sparo, e quindi almeno un secondo tiratore (dato che Oswald potrebbe, forse, aver sparato tre colpi) probabilmente appostato a davanti a destra del Presidente. Ed è realistico immaginare che ci fosse anche un terzo cecchino.
Secondo la versione ufficiale, Oswald avrebbe ucciso JFK con un fucile Carcano M91/38 con mirino telescopico difettoso, sparando 3 colpi con un intervallo di tempo compreso tra i 5,6 e 8,3 secondi, a una distanza di circa 80 metri dal bersaglio, che era in movimento e parzialmente nascosto da un fitto fogliame di alberi.
Sempre secondo la versione ufficiale, dopo aver abbandonato il fucile al sesto piano dell’edificio, Oswald fugge. Circa 90 minuti dopo, uccide un agente di polizia che lo ferma per un controllo. Viene poi arrestato poco dopo in un cinema.
Due giorni dopo l’arresto, il 24 novembre 1963, Oswald viene a sua volta ucciso, in diretta Tv, da Jack Ruby, il proprietario di un nightclub in forte odore di mafia, mentre viene trasferito dalla stazione di polizia di Dallas.
LE INCONGRUENZE E LA POSSIBILE TRIANGOLAZIONE
Le falle in questa ricostruzione non sono poche. Come può un singolo proiettile colpire due persone e rimbalzare/deviare ben 7 volte? E farlo senza deformarsi? Molti esperti balistici hanno messo in dubbio che un proiettile possa rimanere quasi intatto dopo aver colpito anche solo due corpi.
Il colpo fatale poi, ha fatto inclinare la testa del Presidente all’indietro e a sinistra, quindi quel colpo deve per forza essere partito da davanti a destra. Ma, racconta la versione ufficiale, Oswald doveva trovarsi alle spalle, non di fronte alla macchina che trasportava Kennedy a passo d’uomo.
Colpire un bersaglio in movimento, con un’arma di scarsa precisione come il Carcano è un’impresa che neppure i migliori tiratori dell’Fbi dell’epoca sono riusciti a replicare. Infatti, l’arma richiede un minimo di 2,3 secondi a colpo per poter essere ricaricata, più almeno 1 secondo necessario all’occhio per poter mettere a fuoco; senza considerare che è necessario seguire nuovamente il bersaglio, avere una respirazione precisa per poter far fuoco, conservando una certa quantità d’aria nei polmoni, tenere fermo immobile il fucile, e calibrare la giusta pressione del polpastrello sul grilletto per evitare strappi e mancare il bersaglio.
Un’impresa praticamente impossibile, con quel Carcano, anche per un cecchino professionista. E, secondo i documenti desecretati, Oswald ai tempi del militare nei marines era risultato un tiratore scarso, in contrasto con il rapporto della Commissione Warren, che lo ha definito sharpshooter, un eccellente tiratore. E, quand’anche Oswald fosse stato un tiratore scelto anni prima, ai tempi del militare, i tiri dell’addestramento standard sono effettuati su bersagli statici, non in movimento. E con armi efficaci.

Inoltre, dal filmato di Zapruder, si può capire che il colpo fatale alla testa del Presidente proviene da davanti a destra, presumibilmente dal “glassy knoll”, ovvero una collinetta erbosa recintata. E infatti, diversi testimoni hanno dichiarato di aver sentito spari e visto fumo nella zona della collinetta.
Tutti questi elementi fanno pensare alla triangolazione di un fuoco incrociato, ovvero una tattica militare per garantire il successo di un’imboscata contro un bersaglio in movimento. Una tecnica che richiede un coordinamento e un addestramento che possono avere solo dei professionisti, come ad esempio degli agenti dei Servizi deviati o dei sicari di Cosa Nostra.
Lo stesso Oswald si è dichiarato, dopo l’arresto, un capro espiatorio: «Mi hanno preso solo perché vivevo nell’Unione Sovietica. Io sono solo un capro espiatorio». É certamente possibile, quindi, che Oswald fosse davvero presente al Texas School Book Depository, e forse che abbia persino sparato col suo Carcano, nell’ambito di un piano più grande (anche di lui), senza sapere di essere usato.
Tornando alla teoria dell’imboscata, anche la direzione del corteo era stata modificata pochi giorni prima, includendo una deviazione su una curva a gomito in Elm Street, facendo rallentare la limousine all’interno di Dealey Plaza: un luogo perfetto per una “triangolazione”.

La ricostruzione ufficiale della Commissione Warren, insomma, è molto poco credibile. Le scarse capacità di Oswald e la sua prematura morte prima di un regolare processo, la traiettoria impossibile del proiettile, la violazione delle leggi della fisica e delle più elementari regole precauzionali normalmente seguite dal Secret Service fanno pensare più a un attentato organizzato da più persone, che a un semplice omicidio di un ex marine inesperto e mentalmente instabile.
Secondo alcuni file desecretati ultimamente dall’Amministrazione Trump, l’esperto di intelligence militare collegato alla Cia Gary Underhill, aveva dichiarato all’epoca che la Cia, appunto, era responsabile della morte di Kennedy. L’ex agente aveva confidato ad amici che John Kennedy era stato ucciso perché aveva scoperto prove di elementi corrotti nell’Agenzia: individui coinvolti in traffico di armi e droga e in varie operazioni “politiche”. Gary Underhill era stato poi trovato morto, suicida, nel 1964.
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