I fatti del giorno, 28 gennaio – Africa sub-sahariana

di Agenzia Nova
28 Gennaio 2025 12:21 Aggiornato: 29 Gennaio 2025 15:09

Congo-Kinshasa: ripresi i combattimenti a Goma, ribelli M23 controllano i quadranti ovest della città – Sono ripresi nelle prime ore di questa mattina gli scontri a fuoco nella città di Goma, capoluogo della provincia congolese del Nord Kivu, dopo che ieri i ribelli del Movimento 23 marzo (M23) – sostenuti dal Ruanda – ne hanno rivendicato la conquista. Secondo quanto riferito da fonti dell’emittente francese Rfi, i combattimenti sono in corso nei quartieri a est della città, in particolare Bireré e Bujovu, nei pressi dell’aeroporto. Secondo le stesse fonti, gli M23 controllano ampie zone dell’area occidentale di Goma. Nel frattempo alcune parti della città rimangono inaccessibili agli osservatori indipendenti e agli operatori umanitari, rendendo difficile monitorare l’andamento degli scontri, anche per via dell’assenza di rete Internet e delle frequenze radiofoniche. Alcune zone di Goma sono inoltre senza acqua ed elettricità da venerdì scorso. Anche le strutture sanitarie sono al collasso. La situazione resta confusa, dopo che ieri almeno cinque civili sono stati uccisi da colpi di mortai e proiettili vaganti caduti dal versante ruandese. Secondo il portavoce dell’esercito, generale di brigata Ronald Rwivanga, sono rimaste ferite anche 35 persone. Nel frattempo restano chiusi i due valichi di frontiera con il Ruanda, la Petite e la Grande Barriere, dove l’esercito ruandese sostiene che più di un centinaio di soldati delle Forze armate congolesi (Fardc) e i loro alleati abbiano deposto le armi. Ieri le Fardc, supportate dalle forze di autodifesa Wazalendo, hanno ripreso il controllo della radiotelevisione nazionale congolese (Rtnc) a Goma, occupata in precedenza dai miliziani dell’M23.

Mali: esercito annuncia uccisione di un leader jihadista locale – L’esercito del Mali ha annunciato la “neutralizzazione” di Abou Azimane, influente leader jihadista locale, durante un’operazione condotta sabato nel settore di Echell, a nord di Niafunké, nella regione settentrionale di Timbuktù. In un comunicato, lo Stato maggiore dell’esercito precisa che la sua uccisione è avvenuta durante un’operazione condotta dalle Forze armate maliane (Fama), che ha portato anche all’eliminazione di diversi individui, alla distruzione di lotti logistici e al sequestro di varie attrezzature, tra cui componenti utilizzati per la fabbricazione di ordigni esplosivi improvvisati. Abou Azimane era ricercato per molteplici abusi contro civili e ripetuti attacchi contro le postazioni militari in Mali. Nel corso di questo intervento, le forze maliane hanno intercettato un drone recante la sigla Csp-Dpa, nome che fino a poco tempo fa si riferiva all’Alleanza dei gruppi ribelli del nord, poi sostituito da quello di Fronte di Liberazione dell’Azawad (Fla). Questa neutralizzazione fa parte di una serie di operazioni condotte dall’esercito maliano per mettere in sicurezza la regione di Timbuktù, dove i gruppi armati continuano ad operare nonostante l’intensificazione delle azioni militari. Lo scorso 3 gennaio, le Fama hanno catturato Mahamad Ould Erkehile, alias Abou Rakia, uno dei leader dello Stato islamico nel Sahel (Eis), nei pressi di Bourem, nella regione centrale di Gao.

Congo-Kinshasa: crisi nel Nord Kivu, presidente Tshisekedi terrà oggi un discorso alla nazione – Il presidente della Repubblica democratica del Congo, Felix-Antoine Tshisekedi, pronuncerà oggi un discorso alla nazione per informare sugli ultimi sviluppi della crisi nella provincia orientale del Nord Kivu, dove ieri i ribelli del Movimento 23 marzo (M23) – sostenuti dal Ruanda – sono entrati nel capoluogo Goma. È quanto annunciato dal presidente dell’Assemblea nazionale, Vital Kamerhe, al termine di un riunione interistituzionale presieduta dal capo dello Stato. “L’incontro è stato incentrato sulla valutazione della situazione della sicurezza nella provincia del Nord Kivu. Vi annunciamo che il capo dello Stato si rivolgerà alla Nazione. Questo è il motivo per cui non vogliamo entrare nei dettagli”, ha detto Kamerhe. “Abbiamo esplorato modalità e mezzi per ripristinare l’autorità statale nel Nord Kivu, che deve continuare ad essere amministrata dalle autorità nominate dal presidente della Repubblica. Abbiamo sollevato anche la questione umanitaria. Come sapete, nella città di Goma manca la corrente elettrica da quattro giorni. Non possiamo accettare questa situazione di disastro umanitario nei confronti della nostra popolazione ”, ha dichiarato il presidente dell’Assemblea nazionale. Alla riunione, oltre a Tshisekedi, hanno partecipato i vertici delle istituzioni della Repubblica, in particolare i presidenti delle due camere del parlamento, la prima ministra Judith Tuluka Suminwa e il procuratore generale presso la Corte di Cassazione, in rappresentanza del Presidente della Corte Costituzionale.

Ciad: elezioni senatoriali si terranno il 25 febbraio – Le elezioni senatoriali in Ciad si terranno il 25 febbraio. Lo ha annunciato il presidente dell’Agenzia nazionale per la gestione delle elezioni (Ange) Ahmed Bartchiret in un comunicato stampa, precisando che allo scrutinio parteciperanno 16 partiti. “Hanno presentato 119 candidati, di cui 71 uomini, ovvero il 60 per cento, e 48 donne, ovvero il 40 per cento”, si legge nel testo. L’elenco definitivo dei candidati dovrà essere convalidato dal Consiglio costituzionale entro e non oltre sabato, 1 febbraio. In Ciad, i senatori rappresentano le comunità autonome per un mandato di sei anni. Due terzi di loro sono eletti a suffragio universale indiretto da un collegio elettorale composto da consiglieri comunali e provinciali. Un terzo dei senatori è nominato dal presidente della Repubblica. Secondo l’Ange, alla fine di dicembre circa otto milioni di ciadiani si erano recati alle urne per le elezioni legislative, provinciali e locali, ovvero il 51,5 per cento degli iscritti.

Sud Sudan: autorità revocano la sospensione di Facebook e TikTok – Le autorità del Sud Sudan hanno revocato il divieto temporaneo su Facebook e TikTok, imposto la scorsa settimana in seguito alla circolazione di video che ritraevano presunte uccisioni di cittadini sud sudanesi in Sudan. Le immagini, che hanno scatenato violente proteste e uccisioni per rappresaglia in tutto il Paese, sono state rimosse dalle piattaforme dei social media, ha affermato l’Autorità nazionale per le comunicazioni in una nota. “L’aumento della violenza legata ai contenuti dei social media nel Sudan del Sud sottolinea la necessità di un approccio equilibrato che affronti le cause profonde dell’incitamento online, proteggendo al contempo i diritti della popolazione”, ha affermato Napoleon Adok Gai, direttore dell’Autorità. I gruppi per i diritti umani hanno accusato l’esercito sudanese e i suoi alleati di essere responsabili di attacchi di matrice etnica contro i civili nello Stato sudanese di El Gezira all’inizio di questo mese, dopo aver sottratto la capitale statale Wad Madani alle Forze di supporto rapido (Rsf). L’esercito sudanese ha condannato quelle che ha definito “violazioni individuali”, riprese in video e ampiamente condivise sui social media.

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