Il 20 marzo gli Houthi dello Yemen hanno lanciato un missile balistico, mentre Hamas, dalla Striscia di Gaza, ha colpito Israele con diversi razzi. Gli Houthi hanno rivendicato il lancio di «un missile balistico ipersonico» contro l’aeroporto internazionale Ben Gurion, causando brevi ritardi nei voli. E’ il secondo attacco di questo tipo da quando gli Stati Uniti hanno intensificato i raid contro i ribelli Houthi all’inizio della settimana, per proteggere le navi commerciali e militari.
L’aeronautica israeliana avrebbe intercettato uno dei missili di Hamas, mentre altri due sono caduti nella zona metropolitana di Tel Aviv e nel centro di Israele, verso Gerusalemme. Il servizio di ambulanze israeliano Magen David Adom ha dichiarato che non si sono registrati feriti gravi. Il Times of Israel riporta 13 feriti e milioni di cittadini rifugiatisi nei bunker.
Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha dichiarato a Channel 14: «Gli Houthi stanno già pagando per le proprie azioni, e il prezzo andrà a crescere sempre di più». Gli attacchi di Hamas sono arrivati in risposta ai rinnovati bombardamenti israeliani, dopo il fallimento del cessate il fuoco e del negoziato per il rilascio degli ostaggi in vigore dal 19 gennaio. Israele ha ripreso i raid aerei il 18 marzo, seguiti da offensive il giorno successivo.
Le Forze armate israeliane hanno preso di mira i leader di Hamas e della Jihad islamica palestinese, eliminandone diversi. La fine della tregua ha riacceso il conflitto iniziato con l’attacco di Hamas il 7 ottobre 2023, in cui hanno perso la vita 1.200 persone, per lo più civili, registrato migliaia di feriti e 251 ostaggi rapiti. Attualmente i terroristi detengono ancora circa 24 ostaggi vivi e i corpi di altri 35.