Glutammato, l’additivo spesso nascosto che minaccia il cervello

di Redazione ETI/Sheridan Genrich
21 Marzo 2025 10:48 Aggiornato: 21 Marzo 2025 10:48

Dimenticanze improvvise, difficoltà a concentrarsi, una nebbia mentale che offusca i pensieri. Questi segnali di declino cognitivo non sempre dipendono dall’età, ma potrebbero nascere dalla dieta di ogni giorno. Pasti apparentemente sani – barrette proteiche, proteine isolate, surgelati o salse alle verdure – possono nascondere ingredienti che, silenziosamente, minano le funzioni del cervello.

GLUTAMAMTO E FUNZIONI COGNITIVE

Il cervello opera grazie a un delicato equilibrio tra il glutammato, un neurotrasmettitore eccitatorio che stimola i neuroni, e il Gaba, che ne inibisce l’attività. Il glutammato è essenziale per il funzionamento del sistema nervoso e la regolazione dell’umore, ma un eccesso introdotto con l’alimentazione può causare infiammazione cerebrale e alterazioni cognitive.

Secondo la dottoressa Kathleen Holton, neuroscienziata nutrizionale presso l’American University di Washington, alcuni amminoacidi presenti nei cibi moderni, tra cui il glutammato, agiscono sui recettori cerebrali. L’assunzione eccessiva di glutammato artificiale può scatenare sintomi cognitivi e alterazioni dell’umore, soprattutto nelle persone sensibili.

L’ippocampo, area chiave per la memoria, è particolarmente vulnerabile. Lo stress cronico amplifica il rilascio di glutammato in questa regione, aggravando difficoltà di apprendimento e memoria. Mal di testa, difficoltà di concentrazione e calo dell’attenzione sono sintomi comuni, spesso associati a irritabilità e confusione mentale.

INFIAMMAZIONE E SENSIBILITÀ AL GLUTAMMATO

L’infiammazione cronica incide sulla risposta del corpo al glutammato. Può aumentare la produzione di questa sostanza, rendendo sensibili anche chi, in precedenza, non lo era, soprattutto in seguito a traumi psicologici, ictus o lesioni cerebrali.

Gli alimenti ricchi di glutammato creano dipendenza, poiché stimolano specifici recettori sulla lingua e nel cervello, inducendo a consumarne di più. Se sulla lingua il glutammato esalta il sapore senza effetti negativi, nel cervello può compromettere la barriera emato-encefalica, accumulandosi e danneggiando i neuroni.

GLUTAMMATO NATURALE E ARTIFICIALE

Scoperto nel 1908 dal chimico giapponese Kikunae Ikeda nel brodo di alghe, il glutammato è oggi prodotto industrialmente tramite fermentazione o processi chimici. Il monosodio glutammato è l’additivo più noto, ma nella dieta occidentale la principale esposizione deriva dal glutammato libero artificiale, presente in additivi e dolcificanti.

L’acido glutammico naturale (L-glutammico) si trova in alimenti come pomodori, funghi e formaggi stagionati. Essendo legato alle proteine, viene metabolizzato lentamente senza effetti nocivi. Il glutammato artificiale (D-glutammico), invece, è presente nei cibi processati in forma libera, rilasciando alte concentrazioni in breve tempo e sovrastimolando il cervello.

In Italie e più in generale in Europa non si possono usare in etichetta altri nomi per indicare il glutammato monosodico o gli additivi simili (E620-E625) al posto del nome ufficiale o del codice E. Tuttavia, Se il glutammato deriva indirettamente da ingredienti come estratti o idrolizzati, come l’estratto di lievito, le proteine idrolizzate, la maltodestrina e le proteine isolate di soia potrebbe non essere esplicitamente nominato. Anche condimenti e spezie ne sono spesso ricchi.

L’industria alimentare considera il glutammato sicuro in dosi moderate, ma l’esposizione cronica attraverso cibi ultraprocessati potrebbe favorire il declino cognitivo. Per ridurne l’assunzione, è consigliabile preferire alimenti con liste di ingredienti brevi e riconoscibili, evitando termini come “proteine idrolizzate”, “autolizzate”, “proteine isolate” e “maltodestrina”.

RIDURRE IL GLUTAMMATO PER MIGLIORARE LA FUNZIONE COGNITIVA

Molti attribuiscono il declino cognitivo all’invecchiamento, ma eliminare le fonti di glutammato processato può portare miglioramenti significativi a memoria, umore e capacità cognitive nel giro di poche settimane. Controllare le etichette di condimenti, spezie, pasti pronti, carni confezionate e prodotti proteici è un primo passo utile. Optare per alimenti biologici riduce il rischio di additivi dannosi. Per chi trova difficile un cambiamento drastico, può essere utile iniziare evitando proteine vegetali processate, salse commerciali, zuppe industriali e condimenti confezionati. Una dieta benefica per la salute cerebrale dovrebbe includere alimenti ricchi di omega-3, come il salmone, verdure a foglia verde e frutti di bosco, noti per le loro proprietà antiossidanti.

Dopo quattro settimane di dieta a basso contenuto di glutammato processato, si possono notare miglioramenti significativi. Se inizialmente individuare ed evitare il glutammato nascosto richiede attenzione, i benefici ottenuti in termini di concentrazione, memoria e benessere generale rendono il cambiamento uno sforzo che vale la pena intraprendere.

Le informazioni e le opinioni contenute in questo articolo non costituiscono parere medico. Si consiglia di confrontarsi sul tema col proprio medico curante e/o con specialisti qualificati.

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