Gli Stati Uniti e la nuova Dottrina Monroe per Panama

di Anders Corr per ET USA
22 Aprile 2025 15:48 Aggiornato: 22 Aprile 2025 15:48

Il ministero della Difesa statunitense ha celebrato l’11 aprile una serie di accordi storici negoziati dal ministro Pete Hegseth con il Presidente panamense José Raúl Mulino. Gli accordi garantiscono maggiore accesso militare americano alle basi panamensi, il passaggio gratuito delle navi da guerra americane attraverso il Canale di Panama e un addestramento congiunto tra le forze armate dei due Paesi. Tuttavia, le intese sollevano dubbi per presunte violazioni della sovranità di Panama e per un approccio troppo permissivo verso una minaccia globale: il Partito Comunista Cinese.

Gli accordi si inseriscono in una competizione geopolitica tra Stati Uniti e Cina per il controllo del Canale di Panama. Panama cerca di mantenere la sovranità sul canale, che genera quasi 3 miliardi e 500 milioni di dollari di entrate annuali ed è un simbolo di orgoglio nazionale. Nel 1977, il presidente Jimmy Carter ha passato il controllo del canale a Panama attraverso due trattati. A gennaio, però, Trump ha annunciato l’intenzione di riprenderne il controllo, ordinando al ministero della Difesa di aumentare la presenza americana nel Paese. In passato, l’esercito americano, incluse forze speciali, hanno aiutato l’esercito panamense a gestire diverse minacce interne.

Trump mira almeno a contrastare l’influenza di Pechino intorno al canale. L’ex comandante del Comando Sud Usa, il generale Laura Richardson, ha avvertito che le strutture cinesi vicino al canale possono essere rapidamente convertite a uso militare, e possono anche bloccare il canale in caso di conflitto, ad esempio quello di Taiwan. Ciò renderebbe difficile spostare rapidamente le navi americane dall’Atlantico al Pacifico.
Tornato da Panama, il ministro della Difesa Pete Hegseth ha denunciato su Fox News il 10 aprile che la Cina sta scavando dei tunnel sotto il Canale di Panama per attività di spionaggio, e che le sue gru nei porti sono dotate di dispositivi di sorveglianza. Trump vuole eliminare l’influenza cinese dalla zona e vuole riportarlo sotto il controllo americano, ordinando al Pentagono di intervenire, persino con con l’uso della forza se necessario. Ma riprendere il canale con la forza sarebbe osteggiato da gran parte dei panamensi e degli americani. A gennaio, un sondaggio ha mostrato che il 48% degli americani si oppone all’uso della forza per il Canale di Panama, contro il 36% a favore.

GLI ACCORDI STORICI DI HEGSETH

Nell’ultimo mese, il ministro della Difesa Pete Hegseth ha lavorato per creare una solida alleanza Usa-Panama contro il il regime cinese, senza alzare troppo i toni. Il 9 aprile ha parlato chiaro: «Basta cedere ai ricatti cinesi», ha detto. «Il loro controllo su terreni e infrastrutture in questa zona non sarà più tollerato». Ha definito il Canale di Panama «un tesoro che Panama e gli Stati Uniti, e non la Cina, devono difendere».
Di ritorno a Washington, a Fox News, ha lodato i leader panamensi considerandoli come «fortemente pro-americani», sottolineando il loro rifiuto di rinnovare la Via della Seta di Pechino. Gli accordi firmati bilanciano le richieste di Trump senza intaccare la sovranità di Panama, permettendo all’esercito americano di addestrarsi o transitare in basi locali, incluse tre ex basi americane: la Stazione Navale Rodman, la Base Aerea Howard e Fort Sherman, oltre alla Base Aerea Navale Cristóbal Colón.

Gli accordi garantiscono alla marina americana il diritto di far transitare le sue navi da guerra per prime, attraverso il Canale di Panama, senza dover incorrere in imposte pagate da altre nazioni o dalle navi commerciali americane, ha spiegato il Pentagono. Ma i critici sollevano accuse di violazione dei trattati Usa-Panama del 1977 e la costituzione panamense, denunciando un’«invasione mascherata» con un aumento graduale della presenza militare americana nel Paese.

«Vogliamo liberare il Canale di Panama dall’influenza cinese e rendere l’America di nuovo grande», ha dichiarato il portavoce del Pentagono Sean Parnell l’11 aprile. Gli Stati Uniti non puntano più a riprendersi il canale, ma a sottrarlo al controllo cinese, una svolta che tutela la sovranità di Panama. La minaccia iniziale di Trump ha probabilmente spinto Panama a collaborare, ma il Presidente non esclude ancora un intervento militare. «Trump sa come alzare la posta», ha detto Hegseth su Fox News.

BRACCIO DI FERRO CON PECHINO

Hegseth ha menzionato un «braccio di ferro con i cinesi a Panama». Ha parlato inoltre «dell’influenza cinese che cerca di destabilizzare il Presidente Mulino, a favore dell’America e delle politiche di Trump, e non dei comunisti cinesi». Ha poi aggiunto: «Pechino sta cercando di minare tutto questo, in maniera meramente subdola».

Hegseth ha denunciato «enormi frodi» nei porti di proprietà dell’azienda di Hong Kong CK Hutchison, situati su entrambi i lati del canale, che ora potrebbero essere venduti a BlackRock. Tuttavia, la vendita sembra ostacolata da un debito che va dai 300 milioni a 1 miliardo e 200 milioni di dollari che CK Hutchison o le sue sussidiarie devono al governo panamense.

Anel Flores, responsabile del controllo finanziario di Panama, intende avviare azioni legali contro CK Hutchison e a coinvolgere l’Autorità Marittima, che potrebbe strappare i porti all’azienda di Hong Kong. In quel caso, il governo di Panama, non CK Hutchison, potrebbe trasferire i porti a BlackRock.

I 300 milioni di dollari dovuti da CK Hutchison sono una cifra modesta in un affare da 19 miliardi per i suoi 43 porti internazionali, inclusi i due del Canale di Panama. Una soluzione potrebbe essere che Panama o gli Stati Uniti confiscassero beni cinesi per saldare il debito, sbloccando la vendita a BlackRock. In alternativa, BlackRock potrebbe scontare 300 milioni dall’offerta, girandoli a Panama. È una goccia nell’oceano rispetto ai 18 mila miliardi che, secondo alcuni, il Partito Comunista Cinese dovrebbe a Washington per aver nascosto il Covid-19, favorendo la diffusione del virus e la pandemia.

Il Wall Street Journal riferisce che Pechino potrebbe tentare di rilevare i porti attraverso aziende cinesi, come Cosco Shipping Lines o China Merchants, in trattativa con CK Hutchison. Se confermato, questo piano andrebbe fermato immediatamente.

NUOVA DOTTRINA MONROE?

Gli accordi di Hegseth hanno una certa logica: gli Stati Uniti hanno investito circa 375 milioni di dollari (circa 11 miliardi di oggi) per costruire il Canale di Panama tra il 1904 e il 1914, e oggi il 75% del suo traffico coinvolge diversi porti americani. In ogni caso, la visione che gli Stati Uniti hanno del regime cinese si è evoluta nel tempo, e i Paesi come Panama e le aziende che vogliono rispettare le leggi americane dovrebbero tagliare i legami con il Pcc.

L’integrità territoriale delle nazioni è un impegno assunto dagli Stati Uniti nel 1945 con alleati e partner internazionali anche contro il Partito Comunista Cinese. Compromettere la sovranità di un alleato minerebbe la fiducia degli altri. L’America Latina non è il «cortile» degli Stati Uniti: questo termine insulta gli alleati e ricorda la prepotenza di Mosca e Pechino verso i propri vicini. Usarlo farebbe perdere agli Stati Uniti la loro credibilità morale.

C’è una solida ragione per tenere i regimi autoritari più pericolosi lontano dall’America Latina, e gli Stati Uniti sono i soli in grado di riuscirci. Lo aveva già chiarito il Presidente James Monroe con la sua dottrina del 1823. Dopo le due guerre mondiali, si è affermata l’importanza di rispettare l’integrità territoriale delle nazioni. Violarla oggi rischierebbe di scatenare conflitti che la maggior parte degli americani vuole evitare.

Qui serve una nuova dottrina: Panama deve veder salvaguardata la propria sovranità, e bisogna evitare di riprendersi con la forza quello che è stato ceduto con un negoziato. Ma si deve anche pretendere che Panama escluda qualunque soggetto legato al regime cinese.

 

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