Gli effetti dello zucchero sul cervello

di Redazione ETI/Flora Zhao
8 Marzo 2025 19:35 Aggiornato: 8 Marzo 2025 19:35

Una fetta di torta nei momenti di stress, una barretta di cioccolato per combattere la noia, un caffè zuccherato per ricaricare le energie: il desiderio di dolce sembra impossibile da ignorare. Questo impulso, però, non dipende solo dalla forza di volontà, ma affonda le sue radici in un meccanismo biologico profondo. Capire la natura dello zucchero e le strategie migliori per limitarne il consumo può fare la differenza.

Lo zucchero rappresenta una fonte essenziale di energia per l’organismo e, in particolare, per il cervello, che ne utilizza circa la metà dell’apporto totale. L’attrazione per i cibi dolci è un meccanismo di sopravvivenza: in natura, gli alimenti sicuri tendono a essere dolci, mentre quelli tossici spesso risultano amari e quelli avariati hanno un sapore acido.

Questo spiega perché il cervello riconosce e apprezza la dolcezza, inviando segnali di gratificazione. Inoltre, la dolcezza gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo umano. I neonati nascono con una preferenza innata per i sapori dolci, che li spinge ad alimentarsi con il latte materno. Studi suggeriscono che nei bambini la predilezione per il dolce sia correlata all’elevato fabbisogno calorico richiesto dalla crescita, un fenomeno che persiste fino alla pubertà.

Quando viene consumato zucchero, i recettori della lingua inviano segnali al cervello, stimolando il rilascio di dopamina, un neurotrasmettitore legato alla sensazione di piacere. La dolcezza attiva diverse aree cerebrali associate alla gratificazione, alla memoria e alla motivazione, rinforzando il desiderio di ripetere l’esperienza.

Secondo il professor Kenneth Blum, neurofarmacologo e ricercatore di fama mondiale, la dopamina è una molecola essenziale per il benessere dell’uomo e ha un ruolo principale nel contrastare lo stress. In situazioni di tensione, i livelli di dopamina possono aumentare fino a cento volte rispetto al normale, attenuando l’azione degli ormoni dello stress, come l’adrenalina. Tuttavia, mantenere un equilibrio è fondamentale: un eccesso di zucchero può alterare la regolazione della dopamina, con effetti simili a quelli dell’abuso di sostanze.

Uno studio pubblicato nel 2023 su Translational Psychiatry ha evidenziato che il consumo di zucchero provoca un’attivazione cerebrale comparabile a quella indotta dalla cocaina. Durante l’esperimento, i neuroni di alcune aree del cervello si attivavano sia in risposta al saccarosio sia alla cocaina, dimostrando una sovrapposizione nei meccanismi di gratificazione.

LO ZUCCHERO CREA DIPENDENZA?

Lo zucchero non solo stimola la produzione di dopamina, ma anche di oppiacei endogeni, sostanze che favoriscono la dipendenza. Il professor Blum ha spiegato come il cervello possiede recettori per il glucosio, la cui attivazione innesca una serie di segnali che portano alla produzione di composti coinvolti nei meccanismi di dipendenza.

Esperimenti condotti su roditori hanno dimostrato che l’assunzione intermittente di elevate quantità di zucchero può provocare sintomi di astinenza simili a quelli legati alle droghe, tra cui tremori e digrignamento dei denti. Alcuni studi suggeriscono che, in determinate circostanze, lo zucchero può assuefare più della cocaina: infatti ricerche francesi hanno osservato che i roditori, anche dopo aver sviluppato una dipendenza da cocaina, mostravano una netta preferenza per il saccarosio.

La connessione tra zucchero e cervello è profonda e l’abbondanza di zuccheri raffinati nell’alimentazione moderna amplifica il fenomeno. Tuttavia, non tutti gli zuccheri hanno lo stesso impatto sull’organismo. Comprendere la differenza tra zuccheri naturali e raffinati è il primo passo per una gestione più consapevole del loro consumo.

Il consumo eccessivo di zucchero provoca il rilascio di dopamina e oppioidi endogeni, generando una sensazione di benessere seguita da un calo improvviso. Se questo comportamento si ripete nel tempo, può svilupparsi una dipendenza, soprattutto nelle persone più vulnerabili.

La carenza di dopamina e oppioidi endogeni può causare tristezza, confusione, stanchezza e difficoltà di concentrazione, aumentando il desiderio di zucchero.

Numerosi studi hanno evidenziato il legame tra zucchero e dipendenza. Uno studio osservazionale prospettico pubblicato su Addiction Biology nel 2021 ha rilevato che il 40% delle persone con disturbo da uso di alcol ha manifestato un maggiore desiderio di zucchero durante la disintossicazione.

Un altro studio, pubblicato su Addiction, ha dimostrato che i bambini con una storia familiare di alcolismo e depressione tendono a preferire sapori più dolci. In media, questi bambini sceglievano acqua con una concentrazione di saccarosio del 24%, pari a circa 14 cucchiaini di zucchero per bicchiere, più del doppio della concentrazione presente nelle bevande gassate zuccherate. Al contrario, i bambini senza una storia familiare simile preferivano una concentrazione di saccarosio del 18%.

CONOSCERE LO ZUCCHERO PER SUPERARE LA DIPENDENZA

Il legame tra zucchero e cervello è molto forte. Le diete moderne abbondano di zuccheri raffinati, che esercitano un’attrazione simile a quella delle droghe. La dolcezza consumata oggi è molto diversa da quella presente nelle abitudini alimentari dei nostri antenati.

Il contrasto tra la percezione del cervello e quella del corpo nei confronti dello zucchero è evidente. Il cervello lo considera indispensabile, mentre il corpo distingue tra i diversi tipi di zucchero, accettandone alcuni e rifiutandone altri.

Un antico detto cinese recita: «Se conosci il nemico e conosci te stesso, non devi temere l’esito di cento battaglie». Per ridurre il consumo di zucchero, è fondamentale conoscerne le diverse tipologie e comprenderne gli effetti.

Le informazioni e le opinioni contenute in questo articolo non costituiscono parere medico. Si consiglia di confrontarsi sul tema col proprio medico curante e/o con specialisti qualificati.

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