Negli ultimi decenni, il consumo di alimenti ultra-processati è aumentato in modo significativo, sollevando crescenti preoccupazioni per la salute pubblica. Uno studio di lungo periodo, durato 23 anni, ha evidenziato che gli adulti più anziani che ne fanno largo uso presentano un tasso di mortalità superiore del 10% rispetto a chi ne consuma meno.
A confermare questi rischi, una revisione di meta-analisi epidemiologiche pubblicata sul BMJ, che ha coinvolto 9,8 milioni di partecipanti, ha rilevato una correlazione tra l’assunzione di alimenti ultra-processati e un aumento del rischio di sviluppare 32 malattie, tra cui patologie cardiache, cancro, diabete di tipo 2, ansia e declino cognitivo.
Facilmente reperibili e caratterizzati da sapori irresistibili, questi prodotti industriali sono appositamente progettati per creare dipendenza, rendendo difficile ridurne il consumo.
CLASSIFICAZIONE DEGLI ALIMENTI
Il sistema di classificazione NOVA suddivide gli alimenti in quattro gruppi distinti:
- Gruppo 1: alimenti non processati o minimamente processati, tra cui frutta, verdura, legumi, pesce, uova e carne.
- Gruppo 2: ingredienti culinari processati, ovvero sostanze estratte dagli alimenti naturali tramite processi come la spremitura e la raffinazione, come oli, burro, zucchero e sale.
- Gruppo 3: alimenti trasformati, ovvero prodotti realizzati con ingredienti appartenenti ai primi due gruppi, come verdure in conserva, pesce in scatola, frutta sciroppata, formaggi e pane fresco, spesso arricchiti con additivi per migliorarne la conservazione.
- Gruppo 4: alimenti ultra-processati, ottenuti principalmente da sostanze derivate da alimenti e additivi. Questa categoria include bevande zuccherate, merendine varie, piatti pronti surgelati e pasti già pronti.
PERCHÈ GLI ALIMENTI ULTRA-PROCESSATI SONO DANNOSI
L’industrializzazione del cibo ha portato all’uso di diverse sostanze chimiche per migliorarne la conservazione e il sapore. Alcuni dei processi principali includono:
- Carbonazione: l’aggiunta di anidride carbonica alle bevande (come le bibite gassate) per creare bollicine e una sensazione di freschezza.
- Modifica della forma: alcuni alimenti vengono trasformati fino a perdere il proprio aspetto originale, come la carne macinata utilizzata per produrre salsicce o hot dog.
- Idrogenazione: processo che prevede l’aggiunta di idrogeno agli oli liquidi per trasformarli in grassi solidi o semi-solidi, come margarina e burro chiarificato. I grassi idrogenati sono più stabili e meno soggetti all’ossidazione, il che prolunga la durata di conservazione degli alimenti. Questo metodo è ampiamente utilizzato in prodotti come biscotti, pane, burro, meringhe, patatine, torte eccetera.
PERCHÈ NON SI RIESCE A SMETTERE DI MANGIARE ALIMENTI ULTRA-PROCESSATI?
Uno studio pubblicato sul BMJ nel 2023 ha evidenziato che il 14% degli adulti e il 12% dei bambini sono dipendenti dagli alimenti ultra-processati.
Il nutrizionista taiwanese Zhang Weijun spiega che questi alimenti sono oggetto di continue controversie nel campo della salute, poiché contengono elevate quantità di grassi, zuccheri e oli, contribuendo all’aumento dell’obesità. Inoltre, alcune persone sostituiscono i pasti principali con snack confezionati, determinando un eccesso calorico privo di nutrienti essenziali.
La combinazione di zuccheri e grassi è particolarmente dannosa per vari motivi:
- Gusto piacevole: l’unione di zuccheri e grassi crea un sapore intenso e una sensazione di appagamento.
- Stimolazione del gusto: l’elevato contenuto di zuccheri aumenta rapidamente la glicemia, generando una sensazione immediata di piacere ed eccitazione nel cervello, che spinge a continuare a mangiare.
- Interferenza ormonale: questa combinazione altera la secrezione degli ormoni che regolano fame e sazietà, rallentando il sistema nervoso centrale responsabile del senso di sazietà e portando a un maggiore consumo di cibo.
- Attivazione cerebrale accelerata: gli zuccheri e i grassi vengono rapidamente assorbiti dall’intestino, diventando altamente biodisponibili e influenzando rapidamente il cervello.
Le informazioni e le opinioni contenute in questo articolo non costituiscono parere medico. Si consiglia di confrontarsi sul tema col proprio medico curante e/o con specialisti qualificati.