Gesù e la tentazione nel deserto

di Redazione ETI/Eric Bess
19 Aprile 2025 18:33 Aggiornato: 19 Aprile 2025 22:03

Milioni di persone ogni anno festeggiano la Pasqua, giorno in cui si celebra la risurrezione di Gesù, avvenuta tre giorni dopo la sua crocifissione e sepoltura.

Invece di guardare all’orrore di Gesù sulla croce, però, vorrei ricordare un momento fondamentale della sua vita, nel quale rivela il suo lato umano, mostrando nel contempo la forza superiore dei valori cristiani che incarna. Questa è solo la mia limitata interpretazione di un argomento molto complesso.

LA TENTAZIONE DI GESÙ

Secondo la Storia, Gesù, dopo essere stato battezzato da Giovanni Battista, si reca nel deserto di Giudea per  digiunare per quaranta giorni e quaranta notti. Al termine del digiuno Gesù ha fame, e in quel momento viene avvicinato da Satana che lo tenta per tre volte.

Nella prima tentazione dice a Gesù di trasformare la pietra in pane per mangiare e soddisfare la sua fame; nella seconda gli propone di saltare dal punto più alto del tempio facendo in modo che gli angeli gli impediscano di farsi male; nella terza il diavolo gli chiede di prostrarsi a lui per ottenere così tutti i regni del mondo.

Naturalmente, Gesù nega tutte e tre le tentazioni con semplici affermazioni che, a mio avviso, indicano che gli esseri umani hanno bisogno di nutrimento spirituale più che di quello materiale, che è blasfemo mettere alla prova il potere di Dio e che solo Dio – non Satana – deve essere adorato e servito. Dopo aver rinnegato Satana, Gesù viene assistito dagli angeli.

Sebbene le tentazioni siano tre, sembrano tutte dirette a colpire Gesù in una cosa, l’unica che Satana – ribellandosi a Dio – incarna: l’orgoglio.

Nelle prime due tentazioni, Satana si presenta inizialmente a Gesù mettendo in dubbio la sua relazione con Dio. In altre parole, chiede a Gesù di dimostrare di essere veramente il Figlio di Dio. Nella terza tentazione, Satana chiede a Gesù di inginocchiarsi davanti a lui per ottenere tutti i regni del mondo, ed è un appello diretto all’orgoglio – sia a quello di Gesù, nel caso ne abbia, sia all’orgoglio di Satana stesso.

Tutto questo episodio evidenzia che l’anello debole della nostra battaglia contro la tentazione, che impedisce la nostra unione con Dio, è il nostro ego, il nostro orgoglio.

Ivan Kramskoi, Gesù nel deserto, 1872. Galleria Tretyakov, Mosca. Pubblico dominio

GESÙ NEL DESERTO

Il dipinto Gesù nel deserto del pittore russo Ivan Kramskoi raffigura Gesù in profondo raccoglimento, facendo intuire la sua lotta interiore per respingere le tentazioni di Satana.

Posto al centro della composizione, Gesù è il punto focale. È solo, seduto su una roccia vicino alla riva di uno specchio d’acqua. È vestito con una tunica rossa e un mantello blu scuro, i piedi sono nudi e il capo chino, incorniciato dal cielo, mostra la sua profonda concentrazione, mentre stringe le mani in preghiera.

Il cielo ha tenui colori pastello che contrastano splendidamente con il grigio delle rocce. È difficile dire se sia l’alba o il tramonto, ma l’atmosfera sembra indicare sia l’uno che l’altra.

RESISTERE

Credo che questa sia una rappresentazione sorprendente e insolita di Gesù e penso che possa rivelare molto a chi oggi è alla ricerca di determinati valori, o forse è interessato ad acquisire una visione morale per resistere alle tentazioni.

Innanzitutto, è interessante il fatto che Gesù sia raffigurato esclusivamente come un uomo. Non viene mostrato con l’aureola o mentre ascende al cielo, immagini che, ovviamente, hanno un loro luogo e significato. Qui invece assume l’aspetto di un uomo normale, e questo pone le premesse per dire a noi o per incoraggiarci, in quanto esseri umani, a resistere alle tentazioni, nonostante sia difficile. In altre parole, questa rappresentazione indica che noi, come Gesù, possiamo avere la forza di resistere alle tentazioni.

Inoltre, Gesù viene mostrato da solo: non c’è nessun altro, non c’è il diavolo e non ci sono angeli. Il grigio delle rocce e l’aridità dell’ambiente completano questa sensazione di solitudine. Io penso che questo sia il segno che le tentazioni che Gesù sta affrontando siano interiori: sta resistendo interiormente alle tentazioni di Satana.

Spesso crediamo che la fonte delle nostre tentazioni, i nostri nemici, siano “là fuori” da qualche parte in attesa di distruggerci. Non pensiamo, invece, che le nostre più grandi tentazioni, i nostri più grandi nemici, sono nel profondo di noi stessi?

È per questo che l’espressione del volto di Gesù è di una concentrazione tanto profonda? Sta cercando di resistere a queste tentazioni dentro di sé mentre Satana le evoca?

Questo viaggio all’interno di sé non è facile, ma è una lotta necessaria per chi sente un’inclinazione morale. La difficoltà della resistenza opposta da Gesù è evidente nelle sue mani strette in preghiera e nei suoi piedi nudi, siede su una superficie dura ed è circondato da rocce appuntite. Nulla di questa scena fa pensare a comodità o facilitazioni.

Ma queste difficoltà non scoraggiano Gesù. Egli può essere assalito dalle tentazioni terrene di Satana, ma il suo cuore e la sua mente sono rappresentati simbolicamente al di sopra della linea dell’orizzonte della composizione, incorniciati dal cielo. E questo sta a indicare che è la sua natura divina che gli permette di resistere alle tentazioni di Satana.

Forse è il momento del crepuscolo, che fa intendere che le tentazioni di Gesù sono appena iniziate e che sta arrivando la notte; potrebbe invece essere l’alba, quindi il momento finale dell’assalto di Satana e sta sorgendo il sole per allontanare le tenebre. In ogni caso, l’alba e il tramonto – momenti che stanno tra il giorno e la notte – potrebbero significare che Egli stia ancora resistendo alla tentazione.

Il fatto che sia il momento di “unione” tra il giorno e la notte potrebbe anche rappresentare, nello stesso modo in cui la parte inferiore del suo corpo posa sulla terra e la parte superiore è circondata dal cielo, che Egli occupa due regni: Egli è Dio fatto carne. Potrebbe anche rappresentare un passaggio necessario tra il suo battesimo e l’accettazione da parte dei discepoli, cioè dell’insegnamento della parola di Dio.

In questa Pasqua molte persone ricorderanno Gesù che muore per i loro peccati. Ma incoraggio anche a chiedere a noi stessi cosa significhi resistere alle tentazioni di Satana e accedere alla natura divina dei nostri cuori e delle nostre menti.

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