Fumare marijuana aumenta di sei volte la probabilità di infarto

di Redazione ETI/Jack Phillips
22 Marzo 2025 18:01 Aggiornato: 22 Marzo 2025 18:01

Uno studio recente, pubblicato dall’American College of Cardiology, ha rilevato che gli utilizzatori regolari di cannabis corrono un rischio maggiore di subire infarti rispetto a chi non usa questa sostanza.

Lo studio, pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology, è stato condotto su 4,6 milioni di persone e combinato con una meta-analisi di altri 12 studi. I risultati evidenziano che gli utilizzatori di cannabis sotto i 50 anni hanno una probabilità sei volte maggiore di subire un infarto rispetto ai non utilizzatori, oltre a un rischio di insufficienza cardiaca aumentato del 50%.

«Chiedere se un paziente utilizza cannabis dovrebbe far parte della valutazione clinica per comprendere il rischio cardiovascolare complessivo dei pazienti, come si fa per il fumo di sigarette», spiega il ricercatore Ibrahim Kamel della Boston University.

Il team ha utilizzato dati del database sanitario globale TriNetX, analizzando partecipanti sotto i 50 anni senza problemi cardiaci significativi all’inizio dello studio, con pressione sanguigna nella norma, privi di storia di malattia coronarica, non fumatori di tabacco e con livelli di colesterolo normali. In totale, sono stati esaminati oltre 4,6 milioni di individui di età pari o inferiore a 50 anni, di cui oltre 4,5 milioni non usavano marijuana e 93.000 sì.

Dopo un follow-up medio di tre anni, è emerso che gli utilizzatori di cannabis registravano un aumento di sei volte degli infarti e un incremento del 50% del rischio di insufficienza cardiaca. «Quando i ricercatori hanno combinato i dati di tutti gli studi e li hanno analizzati insieme, hanno trovato un’associazione positiva significativa: gli utilizzatori attivi di cannabis hanno una probabilità 1,5 volte maggiore di subire un infarto rispetto a chi non ne fa uso corrente», si legge nel comunicato.

Kamel ha però invitato alla cautela nell’interpretare i risultati, poiché «il consumo di cannabis è spesso associato ad altre sostanze come cocaina o droghe illecite non considerate nello studio», aggiungendo che i pazienti dovrebbero informare i medici del loro uso di cannabis.

Uno studio del 2024 pubblicato sul Journal of the American Heart Association, basato su 434.000 adulti di quasi tutte le età, ha rilevato che chi consuma marijuana ha maggiori probabilità di soffrire di malattie coronariche, ictus e infarti. In particolare, chi fuma marijuana mostra problemi cardiaci. «L’uso di cannabis è associato a esiti cardiovascolari negativi, con un consumo più intenso legato a probabilità più alte di risultati avversi – hanno concluso gli autori, precisando che – il fumo, metodo predominante di consumo di cannabis, può comportare rischi cardiovascolari aggiuntivi per l’inalazione di particolato».

Secondo il Centers for Disease Control and Prevention, l’uso di cannabis accelera la frequenza cardiaca e può aumentare immediatamente la pressione sanguigna. Si è però sottolineato che servono ulteriori ricerche per chiarire meglio l’impatto sul sistema cardiovascolare.

Le informazioni e le opinioni contenute in questo articolo non costituiscono parere medico. Si consiglia di confrontarsi sul tema col proprio medico curante e/o con specialisti qualificati.

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