Un’ex dirigente di Facebook, Sarah Wynn-Williams, ha accusato l’azienda di aver ripetutamente minato la sicurezza americana per fare affari con la Cina. Il 9 aprile, davanti a una commissione del Senato degli Stati Uniti, la Wynn-Williams ha raccontato che i suoi ex colleghi «agivano in segreto per compiacere il Pcc e costruire un impero da 18 miliardi di dollari».
Wynn-Williams ha lavorato per Facebook – oggi Meta – dal 2011 al 2017 come direttrice delle politiche pubbliche internazionali. Secondo la sua testimonianza, i vertici aziendali mentivano su quanto stavano facendo con il regime cinese, ingannando dipendenti, azionisti, il Parlamento e l’opinione pubblica: «Ho visto i miei colleghi mentire a tutti – dipendenti, investitori, Parlamento, cittadini» ha dichiarato.
Nel suo libro Careless People, la ex dirigente descrive una collaborazione «a stretto contatto» con il regime cinese per creare strumenti di censura da usare contro i dissidenti. Tra gli episodi più gravi, ha ricordato la rimozione nel 2017 dell’account Facebook del miliardario cinese Guo Wengui, dissidente residente negli Stati Uniti. «Pechino ne pretese la cancellazione, e Facebook obbedì. Poi mentì al Parlamento durante un’audizione». «Ci sono prove di pressioni dirette da parte del Pcc», ha confermato Josh Hawley, senatore repubblicano e presidente della sottocommissione.
La Wynn-Williams ha inoltre accusato Meta di aver concesso al regime cinese l’accesso ai dati degli utenti, compresi quelli americani, e di aver condiviso con il Pcc i segreti sull’intelligenza artificiale e le nuove tecnologie. «È un filo diretto», ha spiegato, «tra quei briefing e i recenti report secondo cui la Cina sta sviluppando un sistema d’intelligenza artificiale a uso militare, basato sul modello Llama reso pubblico da Meta».
Meta ha respinto ogni accusa e ha avviato azioni legali per imbavagliare l’ex dirigente. Il 12 marzo, un giorno dopo l’uscita del libro, un ordine legale le ha vietato di rilasciare dichiarazioni «diffamatorie o dannose» sull’azienda. Un portavoce di Meta ha liquidato la testimonianza al Parlamento come «priva di fondamento e piena di falsità».
«Mark Zuckerberg è sempre stato trasparente riguardo al nostro interesse anni fa e a offrire i nostri servizi in Cina», ha dichiarato. «Ma oggi non operiamo in quel Paese».
Ma il senatore Hawley non ci sta. «Hanno fatto di tutto per bloccare questa testimonianza. Hanno dichiarato guerra pur di zittirla». Il senatore ha sfidato direttamente Mark Zuckerberg: «Smetta di nascondersi dietro agli avvocati e ai milioni di dollari. Venga davanti a questa commissione e risponda». Anche il senatore democratico Richard Blumenthal ha detto: «Zuckerberg deve presentarsi a testimoniare».
Le parole di Wynn-Williams hanno avuto l’effetto di un terremoto, esponendo i rischi di un gigante tecnologico che, pur di inseguire il profitto, potrebbe aver tradito gli interessi degli Stati Uniti. E il Parlamento non sembra intenzionato a lasciar correre.