Espulsioni, si inasprisce lo scontro Casa Bianca-giudici

di Redazione ETI/Zachary Stieber
21 Marzo 2025 14:40 Aggiornato: 21 Marzo 2025 18:02

Il 19 marzo, la Casa Bianca ha esortato la Corte Suprema degli Stati Uniti a intervenire contro i giudici che hanno ostacolato le azioni del presidente Donald Trump e della sua amministrazione.

«Spetta alla Corte Suprema porre un freno a questi giudici: stanno minando il potere giudiziario con le loro azioni, agendo come attivisti faziosi e cercando di imporre politiche al presidente, rallentando l’attuazione del programma di questa amministrazione. È inaccettabile» ha dichiarato la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, durante un briefing a Washington, puntando il dito contro il giudice distrettuale James Boasberg, che ha recentemente tentato di bloccare l’espulsione di cittadini stranieri affiliati all’organizzazione terroristica Tren de Aragua.

L’amministrazione Trump sostiene di aver rispettato l’ordine del giudice, mentre gli avvocati che rappresentano alcuni cittadini venezuelani affermano il contrario. Per approfondire la questione, Boasberg ha fissato un’udienza per venerdì, che includerà anche altre tematiche, come il reintegro di quasi 25mila dipendenti, il blocco dello smantellamento di Usaid e la direttiva di Trump sull’espulsione dei militari transgender. L’amministrazione ha già presentato ricorso contro queste decisioni.

Inoltre, il ministero della Giustizia, in una richiesta alla Corte d’Appello del Distretto della Columbia, ha chiesto che il caso delle espulsioni venga assegnato a un altro giudice, accusando Boasberg di aver adottato «procedure insolite e improprie».

Negli ultimi anni, diversi giudici della Corte Suprema hanno segnalato la necessità di affrontare il dilagare delle ingiunzioni nazionali, ossia i blocchi politici imposti da giudici distrettuali. «Sembrano incoerenti con i limiti tradizionali del soccorso equitativo e del potere dei tribunali dell’Articolo III. Se il fenomeno persiste, questa Corte dovrà valutarne la legalità» scrisse il giudice Clarence Thomas nel 2018, concordando con una sentenza della prima amministrazione Trump, dopo che alcune corti minori avevano emesso ingiunzioni.

Alcuni parlamentari repubblicani hanno presentato mozioni di messa in stato di accusa contro almeno cinque giudici che si sono pronunciati contro il Governo, incluso Boasberg, ma finora nessuna è stata approvata dalla Camera. I giudici federali negli Stati Uniti restano in carica fino al pensionamento, alla morte o all’impeachment.

Trump ha più volte criticato i giudici che hanno emesso ingiunzioni e ordini restrittivi contro il suo programma politico. Questa settimana ha accusato Boasberg di voler «sostituirsi al presidente» chiedendone l’impeachment. Dichiarazioni che hanno spinto il presidente della Corte Suprema, John Roberts, a sottolineare che il corretto iter prevede il processo d’appello e l’intervento delle Corti superiori, ribadendo che «l’impeachment non è una risposta appropriata a un disaccordo su una decisione giudiziaria».

«Il presidente ritiene che questo giudice meriti l’impeachment, ma ha anche espresso grande rispetto per il presidente della Corte Suprema, John Roberts» ha riferito la portavoce Leavitt. Al momento, la Corte Suprema non ha rilasciato commenti. Nel fine settimana, il giudice Boasberg ha ordinato all’amministrazione Trump di non espellere i membri dell’organizzazione terroristica Tren de Aragua. Tuttavia, un aereo con immigrati irregolari è decollato dopo l’ordine. Funzionari statunitensi hanno poi chiarito che a bordo c’erano soggetti già processati.

«Il popolo americano ha votato per il programma del presidente Trump, non per quello del giudice James Boasberg» ha scritto su X il deputato Abe Hamadeh, co-promotore delle mozioni contro Boasberg. «Dobbiamo agire contro questi giudici attivisti per abuso di potere».

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