Esposizione precoce al sole contro la sclerosi multipla

di Redazione ETI/George Citroner
3 Marzo 2025 16:49 Aggiornato: 3 Marzo 2025 16:50

Secondo una nuova ricerca trascorrere almeno mezz’ora al giorno al sole durante la prima estate di vita potrebbe ridurre significativamente il rischio di ricadute della sclerosi multipla pediatrica, una forma che colpisce bambini e adolescenti sotto i 18 anni e rappresenta circa il 5% di tutti i casi di sclerosi multipla. Lo studio suggerisce inoltre che anche l’esposizione al sole della madre durante la gravidanza potrebbe offrire benefici simili.

La sclerosi multipla pediatrica è una patologia autoimmune che induce il sistema immunitario ad attaccare erroneamente il sistema nervoso centrale, provocando debolezza muscolare e una serie di altri sintomi debilitanti.

«I nostri risultati suggeriscono che l’esposizione al sole nella prima infanzia potrebbe avere effetti benefici a lungo termine sulla progressione della sclerosi multipla nei bambini» spiega la dottoressa Gina Chang del Children’s Hospital di Philadelphia e membro dell’American Academy of Neurology.

30 MINUTI DI SOLE AL GIORNO

Lo studio, pubblicato su Neurology Neuroimmunology & Neuroinflammation, indica che un’esposizione quotidiana al sole, anche breve, può offrire vantaggi ai bambini colpiti da sclerosi multipla pediatrica. La ricerca è stata condotta in quasi 20 cliniche pediatriche negli Stati Uniti, monitorando oltre 300 bambini e giovani adulti (di età compresa tra 4 e 21 anni) con diagnosi di sclerosi multipla ad esordio infantile tra il 2011 e il 2017. Il periodo medio di follow-up è stato di tre anni.

Oltre il 60% dei partecipanti ha sperimentato almeno una ricaduta, definita come la comparsa di nuovi sintomi o il peggioramento di quelli esistenti per almeno 24 ore, a distanza di almeno 30 giorni da un precedente episodio e senza la presenza di febbre o infezioni.

Dopo aver tenuto conto di fattori come esposizione al tabacco, stagione di nascita, tipo di farmaco assunto e protezione solare, i ricercatori hanno individuato un’associazione chiara: i bambini esposti al sole per almeno 30 minuti al giorno durante la loro prima estate di vita hanno un rischio inferiore del 33% di subire ricadute rispetto a quelli con minore esposizione solare. Inoltre, anche i bambini le cui madri si sono esposte al sole per almeno 30 minuti al giorno durante il secondo trimestre di gravidanza presentano un rischio di ricadute inferiore del 32%. L’esposizione al sole e ai raggi UV in età più avanzata, invece, non ha evidenziato un impatto significativo sul rischio di ricadute.

Tuttavia, è corretto sottolineare che trattandosi di uno studio osservazionale, non è stato possibile stabilire una relazione di causa ed effetto, ma solo un’associazione.

VITAMINA D

«La luce solare aiuta il corpo a produrre vitamina D, nota anche come ‘vitamina del sole’, e la ricerca suggerisce che livelli adeguati di questa vitamina possano ridurre l’attività della malattia» spiega il dottor Achillefs Ntranos, neurologo e specialista di sclerosi multipla presso la Achilles Neurology di Beverly Hills, California «per i pazienti con bassi livelli di vitamina D o che vivono in aree con esposizione solare limitata, potremmo considerare l’integrazione di vitamina D come parte della strategia di gestione complessiva». La vitamina D potrebbe ridurre l’attività della sclerosi multipla regolando le cellule immunitarie che attaccano la mielina, la guaina protettiva dei nervi, e riducendo l’infiammazione nel cervello e nel midollo spinale.

«Le decisioni terapeutiche sono multifattoriali e basate su una valutazione completa dell’attività della malattia, della storia clinica del paziente e delle sue preferenze personali», ha aggiunto Ntranos. «Nel pianificare il trattamento, controllo abitualmente i livelli di vitamina D dei miei pazienti con sclerosi multipla e incoraggio un’esposizione solare sicura o l’assunzione di integratori».

IL RUOLO DEL SOLE

Questo studio si aggiunge alle numerose ricerche che hanno dimostrato come le persone che ricevono più luce solare nel corso della vita tendono ad avere un rischio inferiore di sviluppare la sclerosi multipla e, nel caso in cui la sviluppino, la malattia ha spesso un decorso più lieve. Il legame tra sclerosi multipla e luogo di residenza è particolarmente evidente. L’incidenza della sclerosi multipla è più alta nelle regioni lontane dall’equatore, dove le persone ricevono meno sole durante l’anno.

Secondo la dottoressa Chang, le future ricerche dovrebbero analizzare l’effetto dell’esposizione solare in altri momenti della vita, sia prima che dopo la diagnosi di sclerosi multipla, per fornire indicazioni più precise sui benefici del sole nei bambini affetti dalla malattia e per sviluppare potenziali studi clinici. Per ora, gli esperti consigliano di bilanciare i benefici e i rischi dell’esposizione solare e di considerare l’assunzione di vitamina D come parte di un piano di gestione completo della sclerosi multipla.

Le informazioni e le opinioni contenute in questo articolo non costituiscono parere medico. Si consiglia di confrontarsi sul tema col proprio medico curante e/o con specialisti qualificati.

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