Eni prevede di investire nei prossimi quattro anni 8 miliardi di euro in Egitto, Libia e Algeria, per un totale di 24 miliardi di euro. Lo ha reso noto l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, durante l’evento Omc – Med Energy Conference & Exhibition che ha preso il via oggi a Ravenna riunendo le maggiori compagnie energetiche europee, del Nord Africa e del Medio Oriente.
Eni opera in Egitto dal 1954 ed è attualmente il più grande produttore di petrolio del Paese, con una produzione giornaliera di circa 280 milioni di barili di petrolio equivalente nel 2024. Lo scorso febbraio, il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi aveva discusso con Descalzi dell’espansione dell’azienda nel Paese. In quell’occasione, l’Ad di Eni aveva confermato la volontà di aumentare gli investimenti nei settori della produzione locale e dell’esportazione di energia, nonché di rafforzare i progetti di ricerca, esplorazione e sviluppo degli idrocarburi, in linea con i piani di energia sostenibile dell’Egitto. Eni possiede numerose aree di concessione tra il Golfo di Suez, il Delta del Nilo e il Deserto occidentale, ed è il principale operatore presso il giacimento di gas naturale Zohr. Inoltre, la società è impegnata nella produzione di idrocarburi con i progetti Nooros, Baltim W e Meleiha, ed è attiva a Damietta con l’impianto di liquefazione del gas naturale.
Eni è il principale produttore di gas anche in Libia, Paese strategico per la sicurezza degli approvvigionamenti in Europa. La multinazionale italiana opera nel Paese nordafricano dal 1959 attraverso l’esplorazione, lo sviluppo e la produzione di idrocarburi. Le attività di produzione di gas naturale sono localizzate nell’offshore del Paese, mentre quelle di esplorazione riguardano aree sia offshore che onshore. Il gasdotto Green Stream fornisce all’Italia il gas prodotto dai giacimenti di Wafa e Bahr Essalam. Con il progetto strategico Structures A&E, il cui avvio è previsto nel 2026, si prevede inoltre di rifornire ulteriormente il mercato interno e di garantire la continuità nell’esportazione di gas. Il progetto prevede anche la costruzione di un impianto di cattura e stoccaggio della CO2 a Mellitah per ridurre l’impronta carbonica complessiva, in linea con la strategia di decarbonizzazione. Sono anche in corso degli accordi per avviare iniziative per lo sviluppo di energia rinnovabile.
In Nord Africa, oltre alla valorizzazione del gas naturale, Eni favorisce iniziative improntate sul modello dell’economia circolare, progetti per lo sviluppo di energie rinnovabili, idrogeno e per la cattura, l’utilizzo e lo stoccaggio di CO2. In Algeria, la multinazionale italiana opera dal 1981. Anche in questo Paese si attesta come la principale compagnia energetica internazionale. Grazie alla partnership con l’Algeria, Eni contribuisce ad aumentare e diversificare i flussi di export di gas verso l’Europa e l’Italia. Le attività esplorative sul territorio algerino, che consentono di portare avanti il piano di diversificazione e approvvigionamento di gas e mantenere l’obiettivo Net Zero al 2050, sono concentrate nel deserto di Bir Rebaa, nel bacino del Berkine e nelle concessioni di In Amenas e In Salah. Eni ha inoltre firmato accordi strategici con la compagnia energetica statale algerina Sonatrach per la riduzione delle emissioni di gas serra e gas metano. Le intese prevedono in particolare l’avvio di iniziative di efficienza energetica, lo sviluppo di rinnovabili, la produzione di idrogeno e progetti di cattura e stoccaggio di anidride carbonica.
Parallelamente, il ministro dell’Energia, delle miniere e delle energie rinnovabili dell’Algeria, Mohamed Arkab, ha incontrato l’amministratore delegato di Eni a margine dell’Omc di Ravenna, alla presenza dei presidenti direttori generali di Sonatrach e Sonelgaz, Rachid Hachichi e Mourad Adjal, nonché dell’ambasciatore algerino in Italia. Le parti hanno esaminato lo stato della cooperazione tra le imprese dei due Paesi, con particolare attenzione all’espansione del partenariato in nuovi progetti nello sfruttamento offshore, nelle energie da fonti rinnovabili, nell0idrogeno verde e nelle tecnologie per la decarbonizzazione. Tra i temi principali discussi figura il progetto Medlink, una linea elettrica sottomarina ad alta tensione da 2.000 megawatt destinata a collegare direttamente le reti elettriche di Algeria e Italia. L’iniziativa, ritenuta prioritaria dalla parte algerina, mira a rafforzare il ruolo dell’Algeria come fornitore affidabile di energia e, in prospettiva, di energia verde, grazie al surplus di produzione generato dagli ingenti investimenti nel settore negli ultimi anni.
Descalzi, stando al comunicato della parte algerina, ha espresso apprezzamento per la solidità della cooperazione con le società algerine e ha confermato l’impegno di Eni a sviluppare nuovi progetti innovativi nell’ambito della transizione energetica. Il numero uno del cane a sei zampe ha inoltre sottolineato l’importanza della collaborazione nei settori della formazione, della ricerca e dello sviluppo. Da parte sua, Arkab ha ribadito l’impegno dell’Algeria a proseguire la cooperazione con i propri partner strategici, in particolare con Eni, con l’obiettivo di intensificare le attività di esplorazione e produzione, potenziare le infrastrutture energetiche e rafforzare le competenze nazionali attraverso programmi di formazione e scambio tecnico.
Nel corso dell’evento, Arkab ha avuto anche un incontro con l’amministratore delegato di Saipem, Alessandro Puliti. I colloqui si sono concentrati sul rafforzamento della cooperazione nei settori del petrolio e del gas, con particolare riferimento allo sviluppo infrastrutturale e all’esplorazione offshore, nonché la produzione e il trasporto di idrocarburi. Tra i temi trattati figurano anche i servizi di ingegneria industriale, i progetti di lavorazione industriale – come ad esempio nel campo dei fosfati – e le opportunità di investimento congiunto nel trasporto e nella distribuzione di energia elettrica, sia in Algeria che all’estero.
In Egitto, Eni ha avviato lo scorso febbraio la perforazione di nuovi pozzi nel giacimento di Zohr. La società ha inoltre sottoscritto un accordo per il trasporto di gas naturale da Cipro verso gli impianti di liquefazione egiziani. In Libia, Eni ha avviato a ottobre le attività esplorative nell’Area B (96/3) del bacino di Ghadames, con la perforazione del primo pozzo esplorativo A1-96/3, noto come Moamal Al Hashim.