Abusare del dessert spesso rende le persone grasse e malate. Ma perché è così importante? Quando si pensa al dessert, si immagina un dolce, della frutta o tuttalpiù un piatto di formaggi con miele e noci e la marmellata. Il dessert è un momento di svago alla fine di un pasto vero, ovvero un pasto dove si consumano nutrienti essenziali.
Quando ci si siede a tavola molto affamati e si mangia un’abbondante bistecca di controfiletto, molto grassa, si inizia a mangiare con gusto finché a un certo punto, prima di arrivare alla fine della bistecca, ci si sente talmente sazi da doversi fermare. Questa sensazione è dovuta a un segnale, proveniente principalmente dai grassi saturi della carne che dall’intestino è arrivato al cervello. Il pasto dovrebbe quindi essere terminato. Ma alcune persone, poco dopo, mangiano una vaschetta di gelato o dei biscotti, o dei cioccolatini. Ma quelli non sono alimenti veri: sono dei riti, che servono a soddisfare delle emozioni.
Il dessert è un evento emozionale. Normalmente il dessert consiste nel consumo di carboidrati dolci per ottenere un benessere mentale. Ma un dessert non deve necessariamente prendere la forma di un alimento: può anche essere un’attività fisica o creativa, qualcosa di meditativo o spirituale, oppure un legame empatico con un’altra persona. Il dessert soddisfa il bisogno di rilassamento emotivo che arriva dopo aver mangiato.
Il senso di fame è guidato da un intenso stimolo generato dal cortisolo, un ormone prodotto dalle ghiandole surrenali e chiamato anche “omone dello stress”. Quando si mangia, specialmente un’elevata quantità di grassi e pochi carboidrati, e man mano che si soddisfa la fame, i livelli di cortisolo scendono e lo stress emotivo gradualmente si allenta. A questo punto, si riceve una scarica di serotonina, un neurotrasmettitore sintetizzato nel cervello chiamato anche “ormone della felicità”, che fa rilassare il cervello attivando il sistema delle endorfine.
Ma la secrezione della serotonina può essere attivata da diverse sostanze: carboidrati, alcol o nicotina; oppure facendo una passeggiata col cane, ascoltando musica, dipingendo, leggendo un libro, o parlando con un amico. Insomma: mangiare zuccheri non è l’unico modo di appagarsi dopo mangiato. E non è senz’altro il migliore.
Ma oltre a far rilassare, la serotonina, in condizioni di basso cortisolo, viene convertita in melatonina: un ormone fondamentale nella regolazione del ciclo sonno-veglia. Per ottenere un buon sonno ristoratore, molti e si affidano a degli integratori senza però ottenere il risultato sperato. Assumere della melatonina può aiutare, a condizione che i livelli di cortisolo siano scesi. Per dormire bene, quindi, è molto importante inserire nella propria routine un “dessert” che consista nel dare inizio al periodo di rilassamento, che inizia dopo cena e che prepara ad andare a letto. Capire la natura ciclica che regola gli ormoni e imparare a gestire i propri livelli di stress, consente alla melatonina di fornire una buona notte di sonno ristoratore. E senza pillole.
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