Donnarumma: investimenti e ricavi record per Fs

di Agenzia Nova
4 Aprile 2025 9:55 Aggiornato: 4 Aprile 2025 9:55

La forte ripresa della mobilità dei viaggiatori, del business travel e del traffico pendolare traina i ricavi operativi del primo bilancio delle Ferrovie dello Stato firmato da Stefano Donnarumma, top manager con un lungo passato nella componentistica ferroviaria (Bombardier e Alstom) e poi specializzatosi nel business infrastrutturale (Acea, Adr, A2a e Terna) che da giugno è salito sulla tolda di comando delle Ferrovie. Donnarumma spiega a Milano Finanza come mai il bilancio si è chiuso in perdita nonostante il solido andamento del business: «In primis, per il caso Ferrovie del Sud-Est (Fse). Siamo stati costretti ad accantonare in tutto 153 milioni per la finanza messa negli anni a servizio del trasferimento del 2016, ad opera del Mit, di Fse ad Fs, intervento che allora aveva salvato la società dal dissesto ma compiuto in violazione delle norme comunitarie sugli aiuti di Stato. Ad agosto, il Consiglio di Stato ha dichiarato illegittimo il primo stanziamento da 70 milioni ad opera del Mit, posta che da allora Fs si portava in bilancio. A questo poi – continua – bisogna aggiungere maggiori oneri finanziari a servizio del debito per mancate coperture di contributi pubblici dovuti che servono per le manutenzioni ferroviarie e dell’Anas. Finanziandoci da soli, finiamo per pagare più interessi. Abbiamo 1,5 miliardi in cassa, ma vogliamo prevenire i picchi di spesa».

Ci sono dipendenti, energia e avanzamento dei cantieri da finanziare: «Esatto. Vogliamo viaggiare in sicurezza. Oggi abbiamo oltre 97 mila dipendenti. Lo scorso anno ne abbiamo assunti 9.736, perlopiù giovani. Si tratta di personale tecnico a servizio delle manutenzioni e degli investimenti. Ma anche capitreno e macchinisti. Poi ci sono i 17,5 miliardi di investimento che hanno un impatto sul Pil di 2,3 volte. Quasi 15 miliardi per le infrastrutture ferroviarie e stradali. Soltanto Rfi ne ha fatti 10 di miliardi. Per la parte restante si tratta di acquisti di treni che ci consentono di avere il materiale rotabile con la vita media più bassa in Europa».

Il manager dice inoltre che «stiamo portando la vita media dei nostri treni, dell’alta velocità ma anche del trasporto regionale, ad essere inferiore ai 10 anni, contro un valore Ue che si aggira invece intorno ai 20 anni. In Francia la media è di 35 anni». Poi ci sono gli oltre 12 miliardi di euro già spesi per il Pnrr: «Sì, in maniera superiore alla pianificazione prevista. Dei 25 miliardi che sono stati assegnati al gruppo Fs, a fine dicembre eravamo a quota 12 miliardi. Dopo il primo trimestre siamo a quasi 14 miliardi. Procediamo a un ritmo di avanzamento di 600-700 milioni al mese. A fine 2025 saremo vicini ai 20 miliardi. Nel 2026 arriveremo quasi a completare il piano, un risultato straordinario senza aver mai fermato il traffico ferroviario. In Germania, alcune reti sono state stoppate per sei mesi. Senza contare i fattori esogeni come gli incidenti, in Italia lo stop tecnico si è limitato a non più di 4 ore a notte».

Per quanto riguarda infine il conferimento della rete dell’alta velocità nella newco ad hoc: «Sono in corso gli approfondimenti e le integrazioni al Mef. Il progetto, che serve per finanziare gli investimenti grazie a capitali pazienti che abbiamo anche in Italia, ha riscosso attenzione anche fra i competitor europei. Potrebbe avere già degli impatti sulla pianificazione finanziaria del 2026» conclude Donnarumma.

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