«La fecondità si attesta, ormai da molti anni, al di sotto del livello di sostituzione e ha generato una vera e propria ‘trappola demografica’, cioè la progressiva rarefazione del numero di potenziali genitori e, in particolare, la diminuzione delle donne dai 15 ai 49 anni», ha detto il presidente del Cnel, Renato Brunetta, in audizione presso la Commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti economici e sociali derivanti dalla transizione demografica in atto.
«Questa dinamica spiega il 60 per cento del decremento di nuovi nati registrato nell’ultimo decennio. Il problema vero, che rischia di incidere negativamente sulla competitività economica e la sostenibilità del sistema sociale, sono gli squilibri tra popolazione in età anziana e popolazione in età attiva. L’Italia è il Paese europeo in cui questi squilibri si riflettono maggiormente sul piano dello sviluppo economico e del mercato del lavoro. A parità di forza lavoro ci troviamo con una componente molto più debole degli under 35. È quindi indispensabile – ha concluso Brunetta – formare bene i giovani, sviluppare le loro competenze, inserirli in modo efficiente nel mondo del lavoro, valorizzarne al meglio il contributo qualificato nelle aziende e nelle organizzazioni».