Dazi «da incubo» da 1 miliardo per BMW, e l’Europa si arrabbia

di Redazione ETI/Guy Birchall
15 Marzo 2025 12:49 Aggiornato: 15 Marzo 2025 14:54
Venerdì la BMW ha dichiarato che quest’anno si aspetta un impatto dei dazi da 1 miliardo di euro, mentre Bruxelles e Washington continuano a scontrarsi sul commercio. Il costruttore bavarese è nell’occhio del ciclone della disputa commerciale ai due lati dell’Atlantico.
L’Ad di BMW Oliver Zipse ha previsto una perdita sugli utili del 2025, dovuta ai nuovi dazi Usa e ai dazi dell’Unione Europea sui veicoli elettrici prodotti in Cina. «Non crediamo che tutti questi dazi dureranno a lungo, anche se alcuni potrebbero resistere di più» ha detto Zipse in un’intervista a Bloomberg venerdì, aggiungendo che, nonostante il costo stimato di 1 miliardo di euro, l’azienda è «abbastanza sicura». Ha definito la stima come moderata, precisando che anche i vertici non si aspettano che tutti i dazi finora imposti restino in vigore per l’intero anno.
BMW, uno dei produttori automobilistici più iconici al mondo, ha registrato un calo dei profitti del 37% lo scorso anno. I dazi decisi adesso da Donald Trump, quindi, sono solo una parte del problema. La prestigiosa  Casa automobilistica tedesca sta già subendo i dazi sui veicoli prodotti nel suo stabilimento in Messico per l’export verso gli Usa. Ma sebbene il presidente Trump abbia rinviato i dazi per le aziende dell’accordo Usmca, BMW non rientra nell’esenzione. Contemporaneamente, il colosso tedesco subisce anche i dazi dell’Unione Europea sui veicoli importati dalla Cina, dove la sua controllata Mini produce un’auto elettrica e un Suv. La BMW si è unita a imprese cinesi per presentare ricorso contro questi ultimi dazi. 
Trump ha alzato i dazi su acciaio e alluminio importati negli Usa e minacciando ulteriori dazi contro l’Ue, che ha definito «ostile e abusiva».
In risposta, l’Ue ha promesso ritorsioni, pur invocando il dialogo. Venerdì pomeriggio il capo del commercio Ue, Maros Sefcovic, parlerà con il ministro del Commercio statunitense, Howard Lutnick, e il rappresentante statunitense per il Commercio Jamieson Greer. Prima dell’incontro, Lutnick ha lasciato intendere che i dazi del prossimo mese potrebbero riguardare auto da tutti i Paesi, inclusi Corea del Sud, Giappone e Germania.
Intanto, il ministro delle Finanze francese Eric Lombard ha definito «idiota» una guerra commerciale tra Ue e Usa, assicurando che il blocco dei 27 Paesi risponderà a tono ai nuovi dazi.
Giovedì sera Joachim Nagel il governatore della Bundesbank, la Banca Centrale tedesca, ha definito le politiche di Trump come «un incubo» che potrebbe spingere la Germania in recessione. Nagel e il suo omologo parigino, François Villeroy de Galhau, hanno avvertito che la guerra commerciale si ritorcerà contro l’economia americana: «È uno shock per l’economia mondiale, ma ancor più per quella americana. È innanzitutto una tragedia per l’economia Usa» ha dichiarato Villeroy de Galhau. Il presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, ha detto che una guerra commerciale globale danneggerebbe soprattutto gli Usa e che potrebbe rilanciare l’unità europea.

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