Crosetto: difesa comune europea ora impossibile

di Agenzia Nova
20 Marzo 2025 11:32 Aggiornato: 20 Marzo 2025 11:32

Con un suo intervento sul Corriere della Sera il ministro della Difesa, Guido Crosetto, intende chiarire «alcuni punti essenziali sul tema della Difesa nazionale e del suo rapporto con la Ue e le nostre alleanze internazionali. Voglio farlo condividendo informazioni che si basano sui trattati istitutivi Ue e l’ordinamento italiano per evitare interpretazioni distorte e polemiche sterili su temi di assoluta rilevanza che oggi vanno scuotendo i governi come l’opinione pubblica».

Il ministro parte dalla normativa europea, «chiara e inequivocabile, sul tema. L’articolo 4 del Trattato sull’Unione europea stabilisce un principio fondamentale e, per me, chiarissimo: qualsiasi competenza non attribuita all’Unione nei trattati appartiene agli Stati membri. In buona sostanza, vuol dire che ‘la sicurezza nazionale resta di esclusiva competenza di ciascuno Stato membro’. Non è un’interpretazione di parte, ma un principio giuridico, fondante, dell’Unione. Vuol dire – spiega il ministro – che ogni Paese è responsabile della sua Difesa e non esiste, a oggi, la possibilità, né concreta né giuridica, di un meccanismo automatico di mutuo soccorso, intra Ue, in caso di aggressione di una nazione, o un’entità, esterna. A differenza dell’articolo 5 della Nato, così spesso citato, a volte anche a sproposito, il quale impone a tutti gli alleati di intervenire in difesa di un membro che venga attaccato, il Trattato di Maastricht, poi modificato a Lisbona (all’art. 42) ‘non’ prevede un obbligo vincolante di intervento».

Ogni eventuale aiuto militare dipenderebbe, esclusivamente, «dalla volontà politica dei singoli Stati membri, senza alcuna garanzia di un’azione collettiva immediata. Questo rende evidente che la difesa europea, rebus sic stantibus, non può sostituire la Nato né offrire lo stesso livello di protezione». II Trattato Ue stesso prevede, in prospettiva, «la possibilità di una politica di difesa comune, ma solo a seguito di una decisione unanime del Consiglio Europeo. Circostanza che, dal 1992 ad oggi, non si è mai verificata né è in discussione, oggi, in alcun governo o Stato membro. Inoltre, lo stesso articolo 42 del Trattato di Lisbona torna e ribadisce il rispetto della sovranità nazionale in materia di sicurezza e difesa e riconosce il ruolo centrale della Nato (o altre alleanze) a quei Paesi, come l’Italia, che vi siedono».

Crosetto osserva infine che «l’unico modello di difesa concreto e praticabile, qui ed ora, è quello della Nato. Ritengo anche utile ricordare che il ruolo e i compiti delle Forze Armate italiane sono, a loro volta, definiti, in modo preciso, dalla Costituzione e da diverse leggi dello Stato. Chi considera la spesa per la Difesa come ‘costi inutili’ – conclude il ministro – dimentica che senza sicurezza non esistono né libertà né sviluppo sociale».

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