I dati ufficiali più recenti mostrano che il numero di registrazioni di matrimonio in Cina è diminuito di oltre il 20% nel 2024, segnando un calo record. Nonostante gli sforzi del Partito per incentivare i giovani a sposarsi, gli esperti affermano che il declino è dovuto a problemi strutturali profondi del regime e difficilmente cambierà nel breve periodo.
Poco più di 6 milioni di coppie si sono sposate in Cina lo scorso anno, con una diminuzione di 1,58 milioni—pari al 20,5%—rispetto ai 7,68 milioni di coppie del 2023, secondo i dati pubblicati l’8 febbraio dal ministero degli affari civili cinese.
Rispetto ai dati del 2013, anno in cui si è registrato il picco con oltre 13 milioni di matrimoni, la situazione appare ancora più drastica: in undici anni, il numero di matrimoni si è più che dimezzato, toccando il livello più basso degli ultimi 45 anni. A peggiorare ulteriormente il quadro della società cinese, i dati ufficiali mostrano che 2,62 milioni di coppie hanno divorziato nel 2024, con un incremento di 28 mila casi rispetto all’anno precedente.
UN’INVERSIONE FORZATA
Ma i dati sui matrimoni non rifletterebbero necessariamente un cambiamento nella percezione del matrimonio in Cina: la decisione di non sposarsi è «una scelta forzata imposta dal deterioramento delle condizioni sociali», secondo Zhao Lanjian, giornalista investigativo cinese in esilio negli Stati Uniti, che osserva come la Cina sia tra i primi Paesi al mondo nell’indice della miseria: «La radice di tutto questo risiede nella distribuzione estremamente diseguale delle risorse sociali e nello sfruttamento totale della popolazione da parte del governo comunista cinese», ha dichiarato, aggiungendo che «il costo della vita in Cina è troppo alto».
Come se non bastasse, il tasso di natalità cinese è in calo per il terzo anno consecutivo, e la Cina è l’unico paese al mondo il cui sistema di welfare è peggiorato nonostante la crescita economica: «La stragrande maggioranza del popolo cinese non può godere di alcuna reale assistenza sociale dalla nascita alla morte», spiega Zhao, «in Cina, ogni scelta della vita personale è oggetto di manipolazione e sfruttamento», compresi l’amore e il matrimonio; «Il governo non solo preleva ricchezza dai cittadini attraverso la tassazione, il settore immobiliare, l’istruzione e il sistema sanitario, ma trasforma anche le emozioni personali, il matrimonio e la natalità in strumenti per mantenere la stabilità del regime. Non sposarsi e non avere figli sono strategie di sopravvivenza che i giovani cinesi sono costretti ad adottare».
LE PRESSIONI ECONOMICHE
Molti giovani cinesi devono affrontare pressioni occupazionali, lottano per sopravvivere e non possono nemmeno pensare al matrimonio, vista la crisi economica, spiega Xu Zhen, esperto del mercato dei capitali cinese: «alcuni giovani, che vivono con i genitori per motivi economici, non credono nel futuro e sono riluttanti verso il matrimonio»; le difficoltà economiche sono insomma una delle principali cause della diminuzione dei matrimoni, e «poiché la situazione economica del 2025 sarà peggiore di quella del 2024, il numero di matrimoni potrebbe diminuire ulteriormente».
Anche Henry Li, economista dell’Informatics & Strategies Institute nel Maryland, ha indicato l’economia come un fattore determinante per il crollo dei matrimoni in Cina: «L’economia cinese è sotto una forte pressione al ribasso. Molti giovani rimangono disoccupati dopo la laurea. Senza un lavoro, possono solo tornare a casa e vivere con i genitori», e poi «ci sono pochissime aziende in Cina che vanno bene, mentre un gran numero di imprese sono in difficoltà o sono fallite. Se le aziende vanno male e i redditi dei lavoratori sono instabili, le persone temono per il futuro» e «tutti si aspettano che il prossimo anno sia peggiore di quello attuale, quindi nessuno si azzarda sposarsi e avere figli».
Nel frattempo, la Cina sta diventando una società sempre più anziana, con una popolazione in età lavorativa (15-64 anni) in calo. I dati pubblici mostrano che la popolazione cinese sopra i 60 anni è passata da 126 milioni nel 2000 a 297 milioni nel 2023, raddoppiando in percentuale rispetto alla popolazione totale.
Il Partito Comunista Cinese ha adottato diverse politiche e misure negli ultimi anni per incoraggiare i giovani cinesi a sposarsi e ad avere figli, ma senza successo.
Se questa tendenza proseguirà le problematiche legate all’invecchiamento della popolazione, sintomo di problemi strutturali profondi, diventeranno sempre più gravi: «Tra cinque o dieci anni, la popolazione attiva e le finanze pubbliche del governo affronteranno pressioni ancora maggiori».
L’EREDITÀ DELLA POLITICA DEL FIGLIO UNICO
L’invecchiamento della società cinese e i bassi tassi di matrimonio e natalità sono il risultato della politica del figlio unico imposta dal Pcc. Questa politica, imposta con la forza dal 1979 al 2015, ha portato a milioni di aborti forzati e perfino selettivi: poiché molte famiglie preferivano avere un figlio maschio, quando era consentito avere un solo figlio, si è verificato un grave squilibrio di genere: «Ora, per quanto il governo cerchi di spingere le persone a sposarsi e ad avere figli, o di rendere più difficile il divorzio, non funzionerà», continua Henry Li.
Ma il rifiuto dei giovani cinesi di sposarsi e avere figli, ovviamente interrompe il normale ciclo della riproduzione umana—nascita, invecchiamento, malattia e morte— e distrugge l’istituzione della famiglia. E secondo gli esperti questo fenomeno avrà conseguenze su molti aspetti della società e dell’economia cinesi nei prossimi decenni.
La Cina, per millenni, è stata caratterizzata da grandi tradizioni familiari e un’elevata popolazione. Tre quarti di secolo di regime comunista hanno distrutto quella stabilità, gettando il Paese in una crisi senza precedenti: il tasso di matrimoni è ai minimi storici, il tasso di divorzi ai massimi, le persone non vogliono figli, il problema dell’invecchiamento della popolazione è gravissimo e la popolazione totale della Cina è in calo. La più antica civiltà dell’Umanità è stata (quasi) completamente distrutta dal comunismo.
Redazione Eti/Alex Wu