Le forze armate statunitensi hanno condotto nelle ultime ore una nuova serie di attacchi aerei in Yemen, colpendo diverse province sotto il controllo del gruppo armato Ansar Allah (Houthi). Lo ha riferito l’agenzia di stampa yemenita «Saba», affiliata agli Houthi, secondo cui i raid hanno colpito bersagli nelle province di Hodeidah, Saada e Marib. In particolare, fonti locali citate da «Saba» riferiscono che l’aviazione Usa ha preso di mira l’isola di Kamaran e il distretto di As-Salif, nella provincia di Hodeidah, con una serie di bombardamenti nella serata di ieri. Nella provincia settentrionale di Saada, altro feudo del movimento filo-iraniano, quattro raid hanno colpito il distretto di Al Salem. A Marib, invece, due attacchi avrebbero distrutto completamente la rete di telecomunicazioni del distretto di Majzar, causando l’interruzione dei servizi di comunicazione nella zona. Le fonti Houthi hanno condannato «l’aggressione americana», accusando Washington di «colpire deliberatamente infrastrutture civili» e di voler «aggravare la sofferenza della popolazione».
Parallelamente agli attacchi aerei, il portavoce militare Houthi, Yahya Sare’e, ha annunciato l’esecuzione di «due operazioni militari congiunte» condotte da unità missilistiche, droni e forze navali contro le portaerei statunitensi «Uss Harry S. Truman» e «Uss Carl Vinson» e le loro unità di scorta nei mari Rosso e Arabico. Secondo quanto riportato da «Saba», durante queste operazioni sarebbe stato anche abbattuto un drone da ricognizione americano MQ-9 sopra le coste della provincia di Hajja, con un missile terra-aria di fabbricazione locale. Il velivolo sarebbe il settimo abbattuto dagli Houthi nel solo mese di aprile, e il ventiduesimo da inizio dell’operazione da loro definita «Battaglia della vittoria promessa e del jihad sacro» a sostegno della popolazione palestinese nella Striscia di Gaza. Nel comunicato diffuso ieri, le milizie di Ansar Allah ribadiscono che le loro operazioni si inseriscono nella risposta al «prolungato attacco statunitense contro lo Yemen» e nel contesto della «solidarietà con i palestinesi oppressi». Il comando Houthi afferma inoltre che la propria «posizione militare è oggi più forte che in passato» e che «ogni evoluzione sarà affrontata con determinazione e responsabilità, fino alla cessazione dell’aggressione su Gaza e alla revoca dell’assedio».
Secondo la stampa saudita, gli Houthi si starebbero preparando a un potenziale attacco via terra da parte delle forze armate governative di Aden, nel sud dello Yemen, in coordinamento con gli Stati Uniti. Da circa un mese, gli Usa hanno intensificato i bombardamenti contro gli Houthi in risposta alle nuove minacce del gruppo di attaccare navi commerciali e militari in transito nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden. Secondo l’emittente satellitare saudita «Al Arabiya», che cita fonti vicine all’intelligence, almeno 500 combattenti Houthi sono stati uccisi dall’esercito statunitense nell’ultimo mese. Tuttavia, il numero sembra destinato a crescere «a causa dell’espansione delle operazioni in nuove regioni dello Yemen», ha affermato una fonte dell’emittente saudita. Tra i membri del gruppo eliminati ci sarebbero esponenti di alto livello, tra cui operatori di sistemi missilistici ed esperti di droni. Nel frattempo, i vertici dell’organizzazione yemenita filo-iraniana avrebbero fatto pressione sulle famiglie dei combattenti uccisi affinché rimangano in silenzio, ammettendo solo la morte di membri di rango inferiore per evitare di scatenare il «panico» tra i loro sostenitori.
La campagna ordinata dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e dal capo del Pentagono, Pete Hegseth, sembra aver danneggiato gravemente le infrastrutture per le armi degli Houthi, compresi i depositi di stoccaggio e di produzione. La scorsa settimana, il Comando Centrale degli Stati Uniti (Centcom) ha annunciato di aver distrutto il sito petrolifero di Ras Isa, nell’ambito di azioni che, a suo dire, mirano a tagliare le fonti di reddito del gruppo. L’operazione, secondo i media affiliati al gruppo, avrebbe causato la morte di oltre 80 persone. Alcuni esperti sottolineano come gli Houthi abbiano sviluppato delle strategie per abbattere i droni statunitensi una combinazione di armi capace di «confondere» le trasmissioni di guida dei droni Usa.