Negli ultimi anni, il concetto di “intestino permeabile” ha suscitato crescente interesse. Alcuni lo considerano la causa di numerose patologie, mentre altri ne mettono in dubbio l’esistenza.
Il termine intestino permeabile non ha un equivalente diretto nella terminologia medica, dove si parla piuttosto di aumentata permeabilità intestinale o di compromissione della barriera intestinale. Questa barriera, composta da cellule epiteliali e uno strato di muco, rappresenta una difesa essenziale. L’epitelio intestinale umano si estende fino a 400 metri quadrati e le cellule che lo compongono sono unite da giunzioni strette, che impediscono il passaggio di sostanze nocive nel flusso sanguigno. Quando queste giunzioni si allentano, batteri e tossine possono penetrare nell’organismo, scatenando infiammazioni o malattie croniche.
Esiste anche un altro meccanismo di permeabilità: alcune tossine non si limitano a passare tra le cellule, ma le danneggiano direttamente, entrando nel corpo. Questo fenomeno è misurabile attraverso il test del lattulosio e mannitolo, che valuta la quantità di queste sostanze eliminata con l’urina dopo l’ingestione.
Una certa permeabilità è necessaria: sodio e acqua, ad esempio, devono attraversare la barriera intestinale. Studi su topi hanno dimostrato che la perdita di questa selettività può portare a gravi conseguenze, fino alla morte.
IL LEGAME CON LE MALATTIE CRONICHE
Numerose ricerche hanno evidenziato un’associazione tra aumentata permeabilità intestinale e diverse patologie, tra cui malattie infiammatorie intestinali, sindrome dell’intestino irritabile, diabete, depressione, malattie epatiche e pancreatiti. Si ipotizza un legame anche con autismo, eczema, psoriasi, Parkinson, fibromialgia, asma e sclerosi multipla. Tuttavia, non è ancora chiaro se sia l’aumentata permeabilità a causare queste malattie o viceversa. Attualmente, i dati disponibili si limitano a correlazioni e non dimostrano una relazione di causa-effetto.
Il legame più evidente si osserva nel morbo di Crohn, una forma di malattia infiammatoria intestinale. Studi condotti negli anni ’80 su familiari sani di pazienti affetti da Crohn hanno rivelato una permeabilità intestinale elevata in alcuni soggetti. Nel 2020, una ricerca del Mount Sinai Hospital di Toronto ha seguito per quasi otto anni familiari di pazienti con Crohn, rilevando che quelli con permeabilità più alta avevano un rischio maggiore di sviluppare la malattia. Tuttavia, la maggior parte non si è ammalata, suggerendo che siano necessari altri fattori, come un’attivazione immunitaria, per scatenare la patologia.
Nei pazienti con Crohn in remissione, un aumento della permeabilità intestinale è spesso precursore di ricadute. Esperimenti sui topi confermano che, sebbene un’alterata permeabilità non causi direttamente malattia, può aggravare la risposta a stimoli patogeni e favorire un’attivazione immunitaria.
PROVE EMERGENTI DI CAUSALITÀ
Recenti studi hanno evidenziato che topi con aumentata permeabilità intestinale manifestano comportamenti ansiosi, suggerendo un legame con l’attivazione immunitaria. Sebbene siano necessari ulteriori approfondimenti, le evidenze a supporto di un ruolo causale della permeabilità intestinale stanno aumentando. Il dottor Jerrold Turner, professore di patologia e medicina alla Harvard Medical School e al Brigham and Women’s Hospital ha sviluppato molecole sperimentali in grado di ripristinare la barriera intestinale e prevenire le malattie infiammatorie intestinali nei modelli animali. Sebbene non ancora sicure per l’uomo, potrebbero portare allo sviluppo di futuri trattamenti.
SI PUÒ CURARE L’INTESTINO PERMEABILE?
La dieta Gaps acronimo di Gut And Physiology Syndrome ovvero Sindrome Fisio-Intestinale, ideata dalla dottoressa Natasha Campbell McBride è risultata efficacie nel ripristinare la permeabilità intestinale e riequilibrare lo stato di salute di migliaia di persone. Sul sito gapssciencefoundation.org è possibile consultare una lunga lista di casi studio.
COME MIGLIORARE LA SALUTE INTESTINALE?
Evitare cibi processati e zuccheri è di fondamentale importanza. Additivi alimentari come carbossimetilcellulosa e polisorbato riducono lo strato di muco intestinale, aumentando l’infiammazione. La dieta moderna, ricca di grassi non naturali e zuccheri, altera il microbiota e accresce la permeabilità intestinale.
Chi soffre di allergie alimentari mostra spesso una maggiore permeabilità intestinale. Eliminare i cibi problematici per almeno sei mesi può favorire la guarigione della mucosa, consentendo poi una reintroduzione graduale. Vitamina D, L-glutammina, prebiotici e probiotici favoriscono la salute della mucosa.
Anche lo stress influisce negativamente sulla barriera intestinale. Studi hanno dimostrato che lo stress psicologico acuto e l’esercizio fisico eccessivo possono aumentare la permeabilità intestinale, mentre un’attività moderata può essere benefica.
Le informazioni e le opinioni contenute in questo articolo non costituiscono parere medico. Si consiglia di confrontarsi sul tema col proprio medico curante e/o con specialisti qualificati.