Molto si può imparare riconoscendo le radici della nostra società nella civiltà romana classica.
Probabilmente nessun’altra civiltà ha plasmato il mondo occidentale più di quella degli antichi Romani.
All’apice dell’impero romano, quando i suoi confini si estendevano dalle nebbiose colline della Britannia settentrionale ai tortuosi corsi d’acqua del Nilo, oltre sessanta milioni di persone vivevano sotto il segno dell’aquila. I Romani hanno lasciato tracce della loro influenza in ogni popolo che hanno governato e hanno avuto un profondo impatto sulla cultura occidentale nel suo complesso.
Qui tracciamo un quadro della vasta presenza e dell’impronta lasciata da Roma nel corso dei secoli, mostrando come abbia plasmato, e continui a plasmare, il mondo di oggi.
Organizzazione e strategia militare

Il vasto impero romano fu costruito dalla forza militare e dalla diplomazia romana, e quest’ultima si mostrava sempre più efficace se sostenuta dalla prima: senza l’esercito romano, non ci sarebbe stata la grande civiltà romana.
L’esercito romano era una forza solida, disciplinata e versatile. Sapeva avanzare anche attraverso forze numericamente superiori, grazie all’eccellente addestramento, al morale e all’esperienza. Era professionale e permanente, si temprava al crogiolo della battaglia come la lama di una spada si tempra alla fiamma di una fucina. Ancora oggi se ne adottano metodi e strategie. I Romani imponevano alle nuove reclute un addestramento di base proprio come fanno i militari moderni. Il sistema di gradi e promozioni odierno è simile a quello in uso all’epoca. Addestravano e impiegavano medici di talento, il cui curriculum era migliore di quello dei medici presenti nella guerra civile americana.
Anche se i campi di battaglia moderni non assomigliano molto a quelli antichi, alcuni principi strategici utilizzati dai Romani sono ancora validi. Un documento dell’Associazione dell’Esercito degli Stati Uniti sostiene che le forze armate americane possono imparare dai Romani in merito alla postura, alla deterrenza, alla collaborazione con gli alleati e al controllo della percezione del potere militare da parte del nemico.
Arte e architettura
I Romani acquisirono dai Greci notevoli opere artistiche che copiarono, adattarono e amplificarono. Gran parte della bellezza e della saggezza della cultura greca si è conservata e trasmessa attraverso i Romani fino a noi. Copie di molte statue greche furono eseguite per soddisfare la richiesta di nobili colti che volevano condividere il patrimonio artistico del mondo greco, passato in seguito sotto il dominio romano. Dai calchi degli originali ne furono ricavati altri in gesso e usati per fare repliche in bronzo o in marmo. In periodi diversi, la maggior parte delle statue greche originali venne fusa, ed è grazie alle copie romane in marmo e bronzo che gli storici e gli studiosi moderni possono conoscere la scultura greca. Ma i Romani realizzarono anche nuovi progetti e modelli di statue. Gli artisti e gli scultori medievali, rinascimentali e moderni si sono avvalsi dell’esperienza e delle basi poste dai maestri greci e romani.
Gli studi e le competenze dei Romani sull’architettura e sulla sua storia sono stati altrettanto decisivi. Ampliarono e perfezionarono il concetto greco di anfiteatro in cui svolgevano eventi sportivi e culturali: l’esempio più famoso, ovviamente, è il Colosseo. I Romani perfezionarono l’arco, la volta e la cupola, che continuano a essere utilizzati in modo costante nell’architettura e nell’ingegneria moderne. Gli edifici romani erano di tale bellezza e stabilità che sono diventati modelli per le costruzioni successive in tutto il mondo, compresi gli Stati Uniti. Il Campidoglio di Washington è stato progettato ispirandosi al pantheon romano. Anche i memoriali di Lincoln e Jefferson portano i segni dell’influenza architettonica romana.

Innovazioni ingegneristiche
I Romani erano maestri costruttori, pianificatori e risolutori di problemi. I maestosi acquedotti che attraversano il paesaggio italiano, come creste dorsali di draghi mitologici, sono la testimonianza eterna dell’ingegno romano. Queste imponenti costruzioni portavano l’acqua pulita nelle aree urbane e veniva distribuita alle terme, alle fontane e alle case per essere poi eliminata insieme ai rifiuti attraverso le reti fognarie. Alcuni acquedotti e strade romane sono in uso ancora oggi, a testimonianza della loro solidità e dell’ingegneria romana.
In alcuni aspetti dell’edilizia, i Romani non solo eguagliavano le tecniche moderne, ma addirittura le superavano: il calcestruzzo romano si asciugava più rapidamente e resisteva meglio di quello in uso oggi. L’ingegno romano ha gettato le basi per molte comodità moderne, come gli impianti idraulici, le autostrade e persino i fast food.
Politica e leggi
La docente di lettere Mary Beard afferma: «Abbiamo ereditato da Roma molti dei principi e dei simboli fondamentali con cui definiamo e discutiamo la politica e l’azione politica». Un principio cardine per Roma fu la separazione dei poteri. Lo storico romano Tito Livio (Padova 59 a.C. – 17 a.C.) racconta che i Romani disprezzarono a tal punto il loro ultimo re, il tirannico Lucio Tarquinio Superbo, che nel 509 a.C. lo rovesciarono e giurarono di non avere mai più un re. Istituirono quindi la Repubblica Romana, che mezzo millennio dopo si sarebbe trasformata di nuovo in una monarchia, anche se i monarchi evitavano il titolo di “re”, optando invece per “imperatore”.
Tuttavia, durante i 500 anni di esistenza della Repubblica i Romani stabilirono che i rami del governo dovessero essere separati, per evitare l’oppressione subita sotto Tarquinio. Il ramo esecutivo era composto da due consoli, capi militari e civili, che generalmente duravano in carica un anno. Il ramo legislativo era costituito dalle assemblee e dal Senato e il ramo giudiziario era formato dai giudici romani. Anche durante il successivo regno degli imperatori, rimase una parvenza di separazione dei poteri.
Il sistema giuridico romano è stato un punto di riferimento per quello attuale: nei tribunali si tenevano udienze preliminari, si chiamavano i testimoni, si presentavano prove e si nominavano le giurie, proprio come nel sistema giudiziario americano e di altri Paesi. I teorici del diritto romano elaborarono principi come il diritto di proprietà privata, il diritto contrattuale, l’importanza della legge scritta e dei precedenti legali.
L’antica Roma ha aperto anche la strada ai moderni mezzi di comunicazione: gli Acta Diurna, atti quotidiani, sono stati i primi “giornali”, scritti su metallo o pietra e affissi nel Foro per essere letti dai cittadini. Gli Acta riportavano notizie sulle attività militari romane, sui giochi dei gladiatori, sulle nascite e sulle morti e sulla vita quotidiana. Anche gli Acta Senatus, atti del Senato, divennero pubblici quando Giulio Cesare ne ordinò la divulgazione: una decisione che anticipava il modo in cui oggi il dibattito politico sull’attività del governo è plasmato in modo significativo dalla stampa.
Letteratura e Filosofia
L’importanza rivestita dai Romani per la storia della letteratura, sia per la diffusione dei capolavori greci sia per l’introduzione dei propri classici, come l’Eneide di Virgilio o le Metamorfosi di Ovidio, è difficilmente quantificabile. Le opere del greco Omero e del romano Virgilio sono colossali per status e influenza. La letteratura occidentale inizia con queste opere, che si intrecciano con tutto quello che è stato prodotto in seguito, dalla Divina Commedia di Dante ai Racconti di Canterbury di Geoffrey Chaucer, fino alle opere di William Shakespeare.
Gli autori greci diedero il via a molte idee filosofiche, riprese e sviluppate da romani come Cicerone, Seneca e Boezio, che insieme ad altri hanno contribuito al pensiero filosofico ed etico della tradizione occidentale. La stessa lingua latina ha svolto un ruolo cruciale nello sviluppo delle lingue e delle culture in tutta Europa, diventando la base per le lingue romanze come il francese, lo spagnolo, l’italiano, il portoghese e il rumeno, ed è ancora parte fondamentale della terminologia scientifica, legale e teologica, oltre ad essere la lingua ufficiale della Chiesa cattolica.
È impossibile trattare in modo esauriente il contributo che questi conquistatori del mondo antico hanno dato al mondo fino ad oggi. Che ne siamo consapevoli o meno, siamo eredi del popolo romano e abbiamo un debito di gratitudine nei suoi confronti per gran parte del modo in cui pensiamo, interagiamo e comprendiamo il mondo che ci circonda.
Beard ha scritto in modo eloquente: «I dibattiti romani ci hanno dato un modello e un linguaggio che continuano a definire il modo in cui comprendiamo il nostro mondo e pensiamo a noi stessi, dalle più alte teorie alla bassa commedia, suscitando al contempo risate, stupore, orrore e ammirazione in misura più o meno uguale».
I Romani hanno perpetuato quella che potremmo definire “la grande conversazione”, iniziata dai Greci, su tutte le cose che contano di più. Siamo ancora impegnati in quella conversazione e lo dobbiamo, in parte, ai Romani. Ancora Beard: «Almeno dal Rinascimento, molti dei nostri assunti fondamentali sul potere, la cittadinanza, la responsabilità, la violenza politica, l’impero, il lusso, la bellezza e persino l’umorismo si sono formati e sono stati messi alla prova nel dialogo con i Romani e la loro scrittura».
In un certo senso, quindi, per conoscere noi stessi, dobbiamo iniziare a conoscere la civiltà classica della Grecia e di Roma.